Virus sinciziale, saturi i reparti di pediatria: sintomi, cure e consigli utili

I casi di bronchioliti infantili non si placano: allarme anche in Lombardia

Il dibattito "sanitario" degli ultimi giorni è stato monopolizzato dalla variante Omicron del Coronavirus ma sullo sfondo resta l'allarme per il virus sinciziale che colpisce i neonati, mettendo in seria difficoltà le strutture ospedaliere già alle prese con l'emergenza dettata dalla pandemia.

In Lombardia i reparti sono occupati per metà o addirittura per due terzi da bambini con bronchioliti. "Di conseguenza, abbiamo difficoltà a ricoverare pazienti con altre patologie. Nel caso in cui ci fosse un aggravamento dell'epidemia da Covid-19 anche nei bambini, che sono suscettibili perché non vaccinati, ci troveremmo nella concreta difficoltà di ricoverare i casi più gravi". A dirlo è Raffaele Badolato, presidente della sezione Lombardia della Società italiana di pediatria (Sip). Da Sip Lombardia, controfirmata dalle sezioni lombarde di Società italiana di neonatologia (Sin) e Società italiana delle cure primarie pediatriche (Sicupp), è stata inviata una lettera all'assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti. "Abbiamo scritto questa lettera all'assessore Moratti - chiarisce Badolato - per mettere in evidenza la situazione di criticità in cui ci stiamo trovando in Lombardia, e in realtà anche nel resto d'Italia, per via del numero elevatissimo di casi, particolarmente nei bambini più piccoli, di infezioni delle basse vie respiratorie che sono sostanzialmente delle bronchioliti sostenute da virus respiratorio sinciziale e rinovirus. Questo tipo di patologia ha un'evoluzione che talora richiede l'ospedalizzazione e a volte il ricorso a terapie intensive neonatali o pediatriche. Vista la numerosità - ribadisce- siamo arrivati a una situazione vicina alla saturazione e abbiamo voluto metterne a conoscenza la Regione, anche in relazione alla contemporanea pandemia da Covid-19 che già sollecita l'attenzione delle autorità sanitarie regionali".

Le tre società scientifiche hanno inoltre chiesto, aggiunge il presidente di Sip Lombardia, "di fare una valutazione ed eventualmente avviare un dialogo su questo tema. La Regione ha già predisposto una organizzazione territoriale delle Terapie intensive pediatriche per gestire i casi più gravi. "Sarebbe per noi auspicabile che anche le forme più lievi fossero monitorate e vi fosse una valutazione della strumentazione, della disponibilità di ventilatori. Sono aspetti tecnici che vorremmo poter discutere in ambito regionale per evitare che il sovrapporsi di emergenze, in questo caso pediatriche, ad altre emergenze, che riguardano per lo più gli adulti come la pandemia da Sars-Cov-2, non ci trovi impreparati. Vorremmo che partisse un Tavolo- chiarisce Badolato- già nei mesi scorsi ci è stata mostrata grande disponibilità dimostrata dalla vice presidente della Regione, Letizia Moratti, sui temi della pediatria. Confido quindi- conclude- che troveremo ascolto, perché si tratta di uno dei temi emergenti più importanti per la nostra organizzazione regionale". 

Sintomi

Il virus si presenta con tosse e raffreddore, che possono poi evolvere in bronchioliti. Nel 2021 è arrivato in anticipo, complici le misure di contenimento da Covid adottate lo scorso anno, che ne avevano bloccato la diffusione. Due bambini di 5 e 11 mesi di Napoli e La Spezia, purtroppo, non hanno superato l’infezione. Si tratta di un virus facile da contrarre  se si frequentano luoghi affollati, come la scuola. Esistono alcuni aspetti ai quali i genitori possono fare attenzione, come ad esempio la perdita dell’appetito. Alla comparsa dei primi sintomi è importante una visita pediatrica. Al momento non esiste una terapia specifica, proprio per questo è importante cogliere per tempo i segnali ed eviatare il ricovero in ospedale.

Cure

“Come Società Italiana di Neonatologia prestiamo particolare attenzione a tutti i piccoli pazienti, compresi i prematuri – spiega il professor Luigi Orfeo, Presidente nazionale SIN (Società Italiana di Neonatologia) e Direttore terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma  –. Per i nati prima della 29esima e fino alla 35esima settimana è prevista una profilassi con anticorpo monoclonale, che viene somministrata entro i primi sei mesi. Dalla 29esima alle 35esima è consigliata nei bambini che presentano fattori di rischio. Consiste in 5 iniezioni intramuscolari da effettuare una volta ogni 30 giorni, da novembre a marzo, la stagione epidemica. Considerato l’anticipo della stagione epidemica, in alcuni casi è anche possibile una sesta dose ad aprile. Per i bambini più grandi la sola protezione passa dall’igiene primaria, con le stesse precauzioni che abbiamo imparato con il Covid: lavaggio e disinfezione delle mani, mascherine, attenzione a non frequentare luoghi chiusi e affollati, distanziamento. Lo scorso anno li abbiamo tenuti al sicuro proprio in questo modo.”