Coronavirus, Pregliasco: "La vicinanza sui treni aumenta il rischio"

Il virologo: non c'è certezza di una seconda ondata. Ora la dobbiamo considerare come ipotesi di lavoro

Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco

Milano, 1 agosto 2020 - "Dobbiamo mettere in conto che il virus sarà tra noi ancora a lungo. La risalita dei casi non è automatica ma l'elemento di rischio aumenta e deve far rafforzare un'attenzione a tutto il resto delle azioni complementari. Ma sicuramente il rischio lo aumenta". Lo ha detto il virologo all'Università di Milano, dipartimento di Scienze biomediche per la salute e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, in merito al via libera dei viaggi in treno senza più limitazioni, misura sulla quale poi è intervenuta la delibera del ministro della Salute, Speranza, che ribadisce l'obbligatorietà del distanziamento di almeno un metro.

Pregliasco sottolinea come sull'annuncio di riaprire l'affluenza ai treni "non c'è stata una comunicazione che potesse in qualche modo giustificare o accompagnare un elemento che va a risolvere un bisogno di trasporti creando un disallienamento con quello che è un messaggio che anche Mattarella giustamente, a mio avviso, ieri ha dato, quello che deve essere un approccio, che anc'hio condivido, di ottimismo. E nonostante io sia un ottimista, sono un ottimista che vuole essere prudente". Viaggiare in treno senza più distanze, spiega ancora Pregliasco, avrebbe significato anche "più restrizione sulle altre azioni di contenimento, vicini ma più attenti, non solo il distanziamento, ma l'attenzione all'uso delle mascherine, all'igiene, al buon senso. Un messaggio che crea situazioni difficili perché in molti cittadini c'è la speranza che sia finito tutto".

Pregliasco dice la sua anche sulla possibile seconda ondata: "Non c'è certezza. Ora la dobbiamo considerare come ipotesi di lavoro. Tutto sommato questi casi anche se in lieve incremento dimostrano la capacità di individuare i focolai, quindi ci vedo l'aspetto positivo. Se riusciamo a manternere l'andamento di una malattia che però è presente e se rimane a questi livelli il rischio non dico sia accettabile ma è un rischio da correre per continuare a vivere".

Un recente studio condotto da scienziati dell'Università di Southampton in collaborazione con Accademia cinese delle scienze, China academy of electronics and information technology e Chinese centre for disease control and prevention, rileva che è necessaria una distanza sicura di oltre un metro per un'ora di viaggio insieme. Dopo due ore di contatto, una distanza inferiore a 2,5 metri potrebbe essere insufficiente per impedire la trasmissione.