Green pass e viaggi in Ue: nessuna restrizione per chi è vaccinato

La Commissione Europea propone una durata standard di "nove mesi" per il certificato verde e cambia gli attuali parametri di rischio

Viaggiatori in partenza

Viaggiatori in partenza

Bruxelles 25 novembre 2021 - Scatta la corsa alla terza dose per viaggiare in Europa dopo che la Commissione Europea ha proposto una durata standard di "nove mesi" per il Green pass, a partire dal completamento del primo ciclo vaccinale. Con questa raccomandazione Bruxelles vuole evitare la frammentazione nell'approccio alla terza dose, già evidente tra i vari Stati membri. La Francia, ad esempio ha già annunciato di voler limitare la validità del certificato digitale a sette mesi. L'iniziativa di Bruxelles punta ad evitare una Babele, con scadenze diverse a seconda dei Paesi. Un caos che metterebbe in discussione la credibilità stessa del pass, rilasciato in oltre 650milioni di esemplari, col collegamento di 51 Paesi in cinque continenti.

L'indicazione dovrebbe entrare in vigore dal 10 gennaio, dopo il via libera degli Stati membri, che oggi hanno ricevuto la bozza del documento, su cui sarà avviata una discussione già alla prossima riunione degli ambasciatori dei 27, in Coreper. E a spingere per immunizzazioni e dosi booster è anche la cornice suggerita per i viaggi per turismo (o comunque non essenziali) nell'Ue dai Paesi terzi. La novità dei 9 mesi introdotta dalla proposta di Bruxelles si basa sulle prove scientifiche prodotte dall'Agenzia europea dei medicinali (Ema) e da quella per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ecdc) che dimostrano come dopo il sesto mese dal completamento del primo ciclo di immunizzazione, l'efficacia della copertura inizi a diminuire. Ma la Commissione Ue ha valutato anche di concedere tre mesi (in una combinazione 6+3) affinché gli Stati membri possano organizzare la campagna per la somministrazione dei richiami. Gli shot non mancano, ha assicurato Ursula von der Leyen. 

"Vediamo un rischio evidente di approcci divergenti  tra i Paesi - ha detto  il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders -. E questo può mettere in pericolo la fiducia nel sistema del certificato Covid, ostacolando la libera circolazione all'interno dell'Ue. Ciò è legato ai nuovi dati scientifici dati ieri dall'Ecdc, che confermano che l'efficacia dei vaccini contro la Covid-19 diminuisce sei mesi dopo la vaccinazione completa. Proponiamo dunque un periodo standard di nove mesi per un primo ciclo di vaccinazione completo, tenendo conto dell'orientamento dell'Ecdc sulla somministrazione del richiamo a partire dal sesto mese, cui si aggiungono tre mesi per consentire le campagne vaccinali e l'accesso dei cittadini al richiamo. E' utile prevedere una dose di richiamo passati sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Concretamente - ha concluso - questo significa che il certificato, nove mesi dopo" la data del completamento del primo ciclo vaccinale, "non sarà riconosciuto" dagli Stati membri in assenza dell'effettuazione del richiamo, che consentirà a sua volta il rinnovo del Pass per un periodo di durata per ora indefinita.

La raccomandazione segna un cambio di prospettiva: non si guarderà più al quadro epidemiologico del Paese di provenienza (con l'eventuale previsione di quarantena o tamponi sulla base delle mappe a colori elaborate dall'Ecdc), ma conteranno le condizioni del viaggiatore. Meglio se vaccinato. E le cartine colorate dell'agenzia europea, che verranno aggiornate anche sulla base delle vaccinazioni somministrate, assumeranno più una funzione a carattere informativo. Per chi arriverà dai Paesi terzi, come Stati Uniti o Regno Unito, l'immunizzazione sarà quasi d'obbligo. Se la raccomandazione Ue sarà adottata, dal primo marzo solo i vaccinati con sieri riconosciuti dall'Ema o dall'Oms (in questo caso con l'aggiunta di un tampone) potranno entrare nell'Unione per turismo, oltre ai guariti dal Covid e agli under 18 (previo test).