Varianti Covid, da alpha a sudafricana: dove, quando e caratteristiche

Ogni ondata di pandemia ha visto nascere moltissime mutazioni del virus Sars-CoV-2

Covid, esami in laboratorio (foto Ansa generica)

Covid, esami in laboratorio (foto Ansa generica)

Novembre 2021, è quarta ondata del Coronavirus. E ognuna ha portato con sé moltissime mutazioni del virus Sars-CoV-2, alcune passate inosservate, altre definite varianti di interesse (VOI), altre ancora sono state considerate varianti di preoccupazione (VOC). Sebbene la maggior parte di esse sembri comunque suscettibile alla risposta immunitaria delle vaccinazioni, ricercatori e scienziati continuano a indagare sulle potenziali minacce alla salute pubblica. Recentemente identificata in Sudafrica, ad esempio, la variante B.1.1.529 necessita di approfondimenti piu' completi perche' potrebbe rappresentare un possibile rischio, sottolineano gli esperti. Ma vediamo le principali varianti identificate nell'ultimo anno.

Variante Alpha

Variante Alpha, nota anche come B.1.1.7, e identificata in Inghilterra, e' stata la prima ad aver allarmato la comunita' scientifica, a causa delle numerose alterazioni a livello genetico che la caratterizzano. Secondo la letteratura scientifica, si e' diffusa nel Sud-Est dell'Inghilterra a settembre 2020. La maggior parte delle alterazioni tipiche di questa variante riguarda la proteina spike, che gioca un ruolo primario nell'introduzione del virus nell'organismo. Gli studi suggeriscono che le mutazioni associate alla variante Alpha rendono piu' semplice la propagazione del virus, favorendo la trasmissione dell'infezione, ma allo stesso tempo non hanno influenzato significativamente la capacita' protettiva della vaccinazione. Dopo essere stata la variante dominante in moltissimi paesi, B.1.1.7 e' stata poi pian piano sostituita da un ceppo successivo.

Variante Beta

La Variante Beta è la versione 501.V2 di SARS-CoV-2, individuata i primi di ottobre dello scorso anno. A meta' novembre rappresentava il 90 per cento dei genomi sequenziati dagli scienziati sudafricani. La variante conta 21 mutazioni, nove delle quali concentrate nella spike. I dati genomici ed epidemiologici suggerivano una maggiore contagiosita', ma la gravita' della malattia non risultava alterata, e, anche in questo caso, la vaccinazione sembra in grado di contrastare efficacemente l'infezione e proteggere l'organismo da un decorso grave.

Variante Gamma

Variante Gamma, conosciuta anche come B.1.1.28, emersa in Brasile nel novembre 2020 e identificata per la prima volta in Giappone. La maggiore trasmissibilita' e' stata ormai documentata dalla letteratura scientifica, ma i vaccini in distribuzione sembrano comunque agire contro questo ceppo.

Variante Delta e Kappa

Le Varianti Delta e Kappa sono due sottogruppi della variante B.1.617, di origini indiane e per lungo tempo dominante nella nazione asiatica. Considerati leggermente meno suscettibili agli anticorpi generati dall'immunizzazione, questi ceppi si sono diffusi velocemente a livello globale, tanto che in alcuni paesi la Delta ha guidato nuove ondate pandemiche. Secondo alcuni esperti, le mutazioni intrinseche in questa variante rendono il virus piu' contagioso della varicella. Nell'ultimo periodo, la Delta si e' ulteriormente modificata nella versione Plus, anche se i dati a disposizione per stabilire contagiosita', epidemiologia e potenziali rischi per la salute sono ancora troppo esigui e sara' necessario attendere informazioni piu' complete prima di trarre conclusioni affrettate. 

Variante Eta

La Variante Eta,  B.1.525, individuata in Regno Unito dopo dicembre 2020. Pur avendo suscitato interesse, non ha raggiunto livelli di diffusione paragonabili alla B.1.1.7.

Variante Epsilon

La Variante Epsilon B.1.427 e B.1.429, diventata predominante in California e nella parte orientale degli Stati Uniti, dopo essere stata identificata in Danimarca nel marzo 2020. Sembra associata a una contagiosita' del 20 per cento piu' elevata, ma l'introduzione dei vaccini ha contribuito a frenarne la diffusione.

Variante Lambda

La Variante Lambda è stata identificata per la prima volta in Peru' e diffusasi largamente in tutta l'America settentrionale fino al Canada. Sembra essere altamente infettiva a causa delle mutazioni specifiche presenti sulla proteina spike, una delle quali, nella parte terminale della proteina, potrebbe rendere il ceppo in grado di sfuggire piu' facilmente agli anticorpi. Sara' comunque necessario confermare le ipotesi e valutare attentamente la pericolosita' di questa variante.

Variante del Sudafrica

La Variante del Sudafrica aè ncora priva di una classificazione associata a una lettera greca, B.1.1.529 si sta diffondendo in Sudafrica ed e' stata rilevata anche in altre localita', come Hong Kong. Sembra essere associata a oltre 30 mutazioni, molte delle quali in comune con le altre varianti note. Alcune alterazioni potrebbero tuttavia destare preoccupazione in quanto gli esperti suggeriscono che potrebbero facilitare l'elusione della risposta immunitaria indotta dai vaccini. I dati a riguardo sono tuttavia estremamente scarsi, tanto che l'Organizzazione mondiale della sanita' deve ancora stabilire se questo ceppo rappresentera' una variante di interesse o di preoccupazione. Gli scienziati ribadiscono che per superare la situazione emergenziale sara' necessario agire anche a livello globale, supportando i paesi in via di sviluppo nella distribuzione dei vaccini antiCovid.