Variante Omicron Covid: sintomi e mutazioni. Ecco quali sono

Circolare del ministero della Salute inviata alle Regioni: "Potenziare il tracciamento"

Attesa per il vaccino in un centro sanitario sudafricano

Attesa per il vaccino in un centro sanitario sudafricano

Una battaglia nella battaglia. La comparsa sulla scena della lotta al coronavirus della nuova variante Omicron impone un nuovo innalzamento della guardia, adattando la strategie al "nemico" appena palesatosi. La parola d'ordine, rilanciata da una circolare diffusa oggi dal ministero della Salute a firma del direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza, è potenziare il tracciamento, in modo da intercettare gli eventuali casi di persone colpite dalla versione del virus diffusasi a partire dalle zone meridionali dell'Africa. 

Contro la nuova variante Omicron, si legge nella circolare fatta recapitare alla Regioni, occorre infatti "rafforzare e monitorare le attività di tracciamento e sequenziamento in caso di viaggiatori provenienti da Paesi con diffusione di tale variante e loro contatti" o anche "focolai caratterizzati da rapido ed anomalo incremento di casi". Il ministero richiama anche all'applicazione tempestiva delle misure "di quarantena e isolamento raccomandate alla luce della circolazione" delle altre varianti di Sars-Cov.2 giunte in Italia.  

Mutazioni e sintomi: ecco quali sono

Il documento firmato da Rezza sottolinea che "la variante B.1.1.529 (questo il nome scientifico della Omicron, ndr) presenta un numero elevato di mutazioni del gene S rispetto al virus originale (A67V, D614G, D796Y, E484A, G142D, G339D, G446S, G496S, H69del, V70del, H655Y, ins214EPE, K417N, L212I, L981F, N211del, N440K, N501Y, N679K, N764K, N856K, N969K, P681H, Q493R, Q498R, Q954H, S371L, S373P, S375F, S477N, T95I, T478K, T547K, V143del, Y144del, Y145del, Y505H) e mostra un S-gene target failure (SGTF) in RT-PCR".

Questa caratteristica, prusegue la circolare, "può essere utilizzata come proxy per una rapida identificazione nel caso che non vi sia contemporanea circolazione di altre varianti con la stessa caratteristica". 

Sul fronte dei sintomi, invece, al momento non sembrano esserci differenze significative con la variante Delta, l'ultima a diventare prevalente sulla scena della pandemia. E sono segnali che, rispetto alle varianti precedenti, ricordano in misura maggiore le malattie comuni, ovvero congestione sinusale, naso che cola, mal di gola e starnuti. Meno presente, invece, la perdita dell'olfatto 

La preoccupazione principale

Il timore, ancora tutto da confermare, è "che l'elevato numero di mutazioni della proteina spike possa portare a un cambiamento significativo delle proprietà antigeniche del virus, ma finora non sono state effettuate caratterizzazioni virologiche e non ci sono prove di modificazioni nella trasmissibilità, nella gravità dell'infezione, o nella potenziale evasione della risposta immunitaria".