Variante indiana: "Fiduciosi su efficacia vaccino BioNTech-Pfizer"

Il co-fondatore di BioNTech Ugur Sahi: "Ha mutazioni già testate e contro le quali il nostro vaccino funziona, sono fiducioso". Ma aggiunge: serve una terza dose

Ugur Sahin

Ugur Sahin

Berlino - Il co-fondatore di BioNTech Ugur Sahin si è detto fiducioso che il vaccino che la sua azienda ha sviluppato congiuntamente con Pfizer funzioni contro la variante indiana del coronavirus. "Stiamo ancora testando la variante indiana, ma ha mutazioni che abbiamo già testato e contro le quali il nostro vaccino funziona, quindi sono fiducioso", ha detto Sahin.

Vaccino: la prenotazione online regione per regione

La variante indiana è stata sequenziata in almeno 17 Paesi in tutto il mondo, fra cui l'Italia, secondo quanto rivelato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo bollettino settimanale sulla pandemia. La mutazione del virus che sta flagellando con un impeto finora sconosciuto l'India, detta anche variante B.1.617, è stata rilevata in oltre 1.200 sequenziamenti caricati sulla banca dati internazionale Gisaid, ricorda l'Oms. I Paesi dove è stata rilevata con più frequenza, India, Stati Uniti, Regno Unito e Singapore. ma anche in Belgio, Svizzera, Grecia e Italia. La variante B.1.617, che ha una serie di "sub-varianti" è stata classificata finora come mutazione "di interesse" ma non ancora "preoccupante", che l'etichetterebbero come più pericolosa del virus originale in quanto più contagiosa, più letale o resistente ai vaccini. 

Lo scienziato tedesco di origine turche però va oltre e prevede la necessità di una terza somministrazione di siero anti Covid per una protezione completa. "Nel tempo la protezione del vaccino contro il virus diminuisce, con il calo degli anticorpi", ha detto Sahin. "Dunque sarà necessaria una terza vaccinazione: secondo le mie stime dopo 9 mesi dalla seconda somministrazione, al massimo dopo 12 mesi".

Il vaccino a base di Rna  richiede al momento la somministrazione di due dosi. L'intervallo ottimale tra le due iniezioni è di 21 giorni. Ma una recente raccomandazione diffusa dalla Commissione tecnico-scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) prevede che, in caso si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, andrebbe fatto in un periodo che non può superare i 42 giorni.