Variante indiana, Crisanti: "Infettività elevata"

L'immunologo lancia l'allarme: la mutazione potrebbe resistere anche ai vaccini

Il virologo Andrea Crisanti

Il virologo Andrea Crisanti

Milano - Con la variante indiana del Covid 19 non si scherza. Parola di Andrea Crisanti. "Le misure annunciate dal ministro Speranza di bloccare i voli dall'India - spiega il virologo -  sono corrette, ma dovrebbero essere affiancate da misure che prevengono la triangolazione e poi bisogna creare l'infrastruttura, creare una quarantena vigilata per chi viene da questi posti. Non si puo' lasciare all'iniziativa dei singoli un problema di sanita' pubblica cosi' rilevante". Crisanti, professore ordinario di microbiologia dell'Universita' di Padova ha spiegato tutte le proiprie preoccupazioni in merito alla variante indiana.

Vaccino: la prenotazione online regione per regione

Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile "e' il risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di varianti con trasmissibilita' elevata". "La variante indiana e' una variante che genera cluster molto numerosi - ha aggiunto - probabilmente ha un indice di infettivita' alto. In India ha completamente soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino".  

La tesi di Abrignani

Anche Sergio Abrignani, immunologo dell'università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l'emergenza Covid-19 è d'accordo. "La variante indiana dal punto di vista teorico è preoccupante, perché ha una serie di mutazioni per le quali potrebbe sfuggire alle vaccinazioni" oggi disponibili. "Però dall'altra parte sembrerebbe non essere particolarmente diffusiva, lasciando quella inglese come la più diffusiva. Va monitorata, e in via precauzionale ha fatto bene" il ministro della Salute, Roberto Speranza, a bloccare gli arrivi dall'India, "perché ancora dobbiamo imparare bene in queste settimane quanto veramente" la variante "sia poco diffusiva come sembra". Sergio Abrignani, immunologo dell'università Statale di Milano, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l'emergenza Covid-19.