Variante Delta: dove è più diffusa in Italia? Ecco la mappa delle regioni

L'ultima mutazione del coronavirus rappresenta una preoccupazione: siamo in ritardo sul suo tracciamento

Variante Delta: l'ultima mutazione del coronavirus è un'ombra sull'estate

Variante Delta: l'ultima mutazione del coronavirus è un'ombra sull'estate

Allarme variante Delta. L'ultima mutazione del coronavirus rappresenta una preoccupazione anche in Italia, nei giorni in cui tutto il Paese è in zona bianca e il governo ha dato il via libera ad abbandonare le mascherine all'aperto, almeno nei luoghi dove non ci sono assembramenti. Ma quanto e come è presente la variante Delta nel nostro Paese? Secondo il professore Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all'università di Padova, la sua penetrazione in Italia raggiungerebbe il 17%. L'assessore regionale alla Sanità lombardo Letizia Moratti, invece, ha detto di variante Delta al 6% in Lombardia.

  1. Regioni immuni
  2. Nord
  3. Centro
  4. Sud
  5. Isole
  6. Tracciamento

Le regioni immuni

A non riscontrare casi di Delta sono ad oggi la Basilicata, la Valle d'Aosta e la Toscana. Alcune regioni, però, sono in attesa dei dati del sequenziamento che potrebbero modificare il quadro complessivo. Ecco, comunque, la mappa completa del contagio divisa fra Nord, Centro, Sud e isole.

Il Nord

In Piemonte sono otto i casi identificati dai primi di maggio ad oggi. Si tratta di sei italiani e due stranieri asintomatici o con sintomi di non particolare gravità. Tutti già guariti, o in via di guarigione, i loro contatti sono in quarantena. In Liguria l'ospedale San Martino di Genova, hub regionale per il sequenziamento delle varianti, segnala 5 casi delta. Tre nella provincia di Savona e due in quella della Spezia. La variante appare più radicata, invece, in Lombardia: la vicepresidente della Regione Letizia Moratti ha reso noto oggi che l'incidenza della variante delta a giugno è arrivata al 6%. È quindi in crescita anche se molto lontana dalla variante Alfa che è stata riscontrata nel 60% dei positivi in Lombardia.  Sono 34 i casi di variante Delta registrati da inizio maggio in Alto Adige. Secondo l'Azienda sanitaria locale sono distribuiti sui quattro distretti, tracciati e sotto controllo.

In Veneto la variante Delta è limitata per ora a pochi focolai e "non preoccupa" come spiegato da Antonia Ricci, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Se si eccettuano i focolai diffusi soprattutto nel Trevigiano e relativi al contagio che ha riguardato alcuni nuclei familiari indiani, parte dei quali lavora in una azienda della provincia, la situazione, "non è di una diffusione preoccupante". Dall'ultimo sequenziamento effettuato dalla Regione Friuli Venezia Giulia risulta una prevalenza di variante Delta (12 casi sui 17 campioni richiesti dall'Iss), ma secondo il vicepresidente, Riccardo Riccardi, il dato è comunque condizionato dai pochi casi a disposizione e dal contact tracing, anche se c'è "un'evidenza" che la variante Delta diventerà prevalente sulla Alfa.Dopo il focolaio dei giorni scorsi nel Piacentino, nella logistica, la variante Delta è nel mirino dei tracciamenti Covid in Emilia Romagna. La Regione sequenzierà tutti i casi di positività al coronavirus ma per avere dei dati occorrerà aspettare qualche giorno.

Il Centro

Nelle Marche al momento i casi di variante Delta sono almeno 5, ai tre individuati nei giorni scorsi se ne sono aggiunti altri due. Si tratta di persone non vaccinate. Altri casi potrebbero emergere dal momento che si sta procedendo con i tracciamenti, che hanno già portato ad individuare dei cluster familiari. Gli ultimi dati ufficiali diffusi dalla Regione Umbria sulla variante Delta risalgono al 16 giugno. Su 53 tamponi allora positivi al Covid sequenziati, erano stati individuati sei casi di nuova variante. Al momento i casi riscontrati di Delta in Lazio sono 17 e sono circoscritti all'area di Aprilia, in provincia di Latina. Secondo fonti sanitarie si tratta di un cluster chiuso. Oggi nel Lazio è partito il sequenziamento del 100 per cento dei tamponi positivi. Sono quattro i casi di variante Delta accertati in Molise, tutti a Campobasso. Lo ha confermato il direttore generale dell'Azienda sanitaria regionale, Oreste Florenzano. Pochi, al momento, in Abruzzo, i contagi riconducibili alla variante Delta. Secondo gli ultimi dati sono meno di dieci, ma sono in corso ulteriori attività di sequenziamento di tamponi risultati positivi e gli esiti. I casi al momento accertati riguardano le province di Teramo e Chieti.

Il Sud

Attualmente il sequenziamento in Campania ha portato in evidenza la presenza di piccoli cluster di variante delta del covid 19, prevalentemente nelle zone di pertinenza dell'Asl Napoli 3, Asl Napoli 1, con un totale di 83 casi, che rappresentano il 25,7% delle 323 sequenziate nel mese di giugno. In Puglia sono, al momento, 51 i casi accertati di contagi provocati dalla nuova variante, tre i focolai individuati a Brindisi, l'area pugliese più colpita, e già circoscritti. È in corso una survey per misurarne la prevalenza. Allo stato attuale in Calabria è stato individuato un solo caso di variante Delta, nel Reggino. Uno studio è comunque in corso e dati più certi si dovrebbero conoscere il 30 giugno.

Le isole

Sono 29 casi nel nord e 14 nel sud: questi i numeri attuali della variante Delta in Sardegna accertati e sequenziati nei laboratori dell'Aou di Cagliari e dell'Aou di Sassari. Nell'Isola si guarda con preoccupazione alla stagione turistica, quando saranno migliaia gli arrivi anche dall'estero. Sono una trentina i casi relativi a contagiati Covid con variante Delta in Sicilia, 14 sono sulla nave quarantena dei migranti che si trova a Lampedusa.

Il problema tracciamento

Per gli esperti le armi per rallentare l'avanzata di queste varianti pericolose sono tre: accelerare il più possibile con le vaccinazioni per dare, con la seconda dose, una protezione più efficace alla maggior parte della popolazione; fare tanti test per garantire il tracciamento e ottenere il maggior numero di sequenze possibile: almeno il 5% dei casi positivi secondo Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e Centri Europei per il Controllo delle Malattie Ecdc), ma l'Italia arriva attualmente al 2,5%. Troppo poco per vincere la corsa contro il tempo imposta dalla variante Delta.