Variante Delta, il focolaio lombardo. Cosa sappiamo e perché ci preoccupa

Italia quinto Paese per diffusione, Regno Unito il primo. L'Europa teme la finale di Euro 2020 a Londra

I dati sulla variante Delta in Italia

I dati sulla variante Delta in Italia

Preoccupa il focolaio della Variante Delta scoperto tra i lavoratori della logistica e i loro contatti stretti tra le province di Piacenza, Cremona e Lodi. Quest'ultima è anche la provincia lombarda dove l'anno scorso venne scoperto quello che sembrava essere il primo caso italiano e dove fu creata la prima zona rossa. Dal 15 giugno per sei giorni l'Ausl di Piacenza ha sequenziato, individuato e isolato 25 casi della mutazione scoperta in India, dominante in Inghilterra e in espansione in altri Paesi. Rilevati anche a Modena tre casi di Covid variante Delta. I contagiati sono tre giovani di età comprese tra i venti ed i trent'anni. Lo ha confermnato in serata Davide Ferrari, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl di Modena. Due le aziende coinvolte dal focolaio scoperto dall'Ausl, con 10 dipendenti positivi, mentre gli altri 14 sono amici, conoscenti o parenti stretti: 19 risiedono nella provincia emiliana, 4 in quella cremonese e due nel Lodigiano. A quanto pare, nessuno era vaccinato. L'età media dei positivi è infatti bassa. Nessuno ha avuto conseguenze gravi. Anche per questo c'è attenzione, ma non allarme. In Lombardia la variante Delta si è riscontratatain 81 soggetti: due ad aprile, 70 a maggio. Numeri in calo a giugno (9 casi nelle prime due settimane). Il governatore Fontana ha ribadito di prestare massima attenzione perché la trasmissibilità molto elevata.

L'incidenza

L'Italia è quinta al mondo per la percentuale di casi dovuti alla variante Delta, il 26% secondo le stime del Financial Times relative al periodo compreso fra il primo gennaio e il 16 giugno 2021; il 9% secondo le stime del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate relative all'ultimo mese e che segnano un aumento rispetto al 3.4% che risultava dall'analisi relativa al periodo fra il 15 maggio e il 16 giugno. In entrambi i casi la fonte è la banca dati internazionali Gisaid, nella quale tutti i Paesi del mondo depositano le sequenze genetiche del virus SarsCoV2. Intanto il ministero della Salute ha disposto una nuova indagine rapida per stimare la diffusione nel Paese delle principali varianti del coronavirus in Italia, a partire proprio dalla 

La classifica 

Le stime indicano che Gran Bretagna e Portogallo sono i Paesi ad avere la maggiore concentrazione di variante Delta, rispettivamente con il 98% e il 96%, fra i Paesi che hanno depositato le sequenze. Seguono gli Stati Uniti con il 31%, quindi Italia (26%), Belgio (16%), Germania (15%),Francia (6,9%). 

Nel Regno Unito

Rimbalzo dei contagi Covid nel Regno Unito confermato nelle ultime 24 ore, con altri 11.625 casi registrati su oltre un milione di tamponi fatti sullo sfondo dell'impatto della variante Delta (ex indiana) del virus. Lo indicano i dati di giornata diffusi dal governo britannico, che segnalano un incremento - pur in proporzione più contenuta, grazie all'effetto di una campagna vaccinale a livelli record - anche del totale delle persone ricoverate negli ospedali (ora 1378) e dei decessi quotidiani: risaliti a 27, picco dal 5 maggio scorso, per quanto appesantiti in parte dal recupero di dati ritardati relativi al weekend la cui raccolta statistica viene spalmata su più giorni.

Tifosi a Wembley
Tifosi a Wembley

La finale di Euro 2020

Alcuni leader politici, Mario Draghi e Angela Merkel su tutti, si sono detti scettici sul mantenimento della sede della finale di Euro 2020 a Wembley proprio alla luce della crescita rapida dei casi Covid, quasi 10mila al giorno, e la diffusione della variante Delta che preoccupa per la sua capacita' di diffusione. Londra e la Uefa invece hanno tirato dritto annunciando che Wembley le sue porte a oltre 60mila tifosi, pari al 75% della capienza, per le partite previste il 6, 7 e l'11 luglio. Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l'emergenza coronavirus e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma in serata ha comunque ribadito che "Londra è la capitale d'Europa meno adatta per la finale degli europei di calcio. La partita dovrebbe essere disputata in una capitale con una circolazione virale più bassa rispetto alla contagiosa variante Delta".