Vaiolo scimmie, vaccinazione al via. Ma è polemica su gay, transgender e bisessuali

Oggi si parte da Roma. In settimana toccherà alla Lombardia con 2.000 dosi

Parte lunedì 8 agosto dall'ospedale Spallanzani di Roma la campagna vaccinale per il vaiolo delle scimmie. Dopo la circolare del ministero della Salute, che ha definito le modalità e la platea dell'immunizzazione, da oggi l'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive farà da apripista per la somministrazione del siero seguito da Milano che in settimana avvierà la campagna. Nelle altre due regioni maggiormente colpite dai contagi, Veneto ed Emilia Romagna, non è stata ancora fissata la data per l'inizio delle somministrazioni. In Lombardia, dove i casi riscontrati sono saliti a 269, è stata creata una task force di cui fanno parte anche tre rappresentanti di associazioni attive nella lotta all'Aids, Milano Check Point, la sezione milanese di Lila e Asa.

Vaiolo delle scimmie
Vaiolo delle scimmie

La platea

Nel documento diffuso dal ministero si spiega che «al momento, la modalità di contagio e la velocità di diffusione così come l'efficacia delle misure non farmacologiche "fanno escludere la necessità di una campagna vaccinale di massa". La vaccinazione sarà diretta a: personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus; persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), che rientrano in alcune specifiche categorie di rischio. La definizione delle suddette categorie nella circolare ministeriale ha già suscitato polemiche, come vedremo più avanti.

Il vaccino: le istruzioni

Imvanex è il vaccino commercializzato in Europa. Ema ha recentemente esteso le indicazioni d'uso precedentemente solo per il vaiolo anche per il vaiolo delle scimmie. Indicato a partire dai 18 anni di età la vaccinazione prevede due dosi a distanza di almeno 4 settimane 28 giorni una dall'altra. Una seconda circolare ha stabilito l'assegnazione delle prime quote del vaccino antivaiolo Jynneos in seguito all'arrivo della prima tranche da parte della Commissione Europea.

La fornitura

In questa prima fase, sentite le Regioni e le province autonome, "si è stabilito di suddividere le dosi di vaccino attualmente disponibili tra le Regioni con il più altro numero di casi segnalati ad oggi e ripartite come segue: Lombardia 2000; Lazio 1200; Emilia-Romagna 600; Veneto 400". La prima tranche conta 5.300 dosi. Ne arriveranno altre per un totale di 16 mila. La circolare stabilisce anche che "in attesa della successiva tranche di donazione (attualmente prevista per la seconda metà di agosto) sarà messa da subito a disposizione, per le regioni e PA che ne facciano richiesta, una quota di dosi (multipli di 20 fino a 60 dosi)". Una quota di vaccino resterà stoccata presso il Ministero della Salute, per eventuali emergenze. In previsione della successiva tranche saranno nuovamente stabiliti i criteri e il piano di distribuzione delle dosi ulteriormente disponibili, in accordo con le Regioni/PA.

In Lombardia

Sono dunque circa 2.000 le dosi di vaccino contro il vaiolo delle scimmie arrivate in Lombardia, la maggior parte destinate a Milano dove c'è il cluster più importante nella Regione. Le somministrazioni cominceranno già da questa settimana. La prima fornitura di vaccini sarà disponibile tra la rete lombarda dei Centri per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse per le persone a rischio contagio. Con il coinvolgimento delle varie Ats e dei centri di malattie infettive, l'unità di coordinamento costituita da Regione Lombardia negli ultimi giorni sta definendo in queste ore le linee guida per la vaccinazione dei soggetti a rischio. All'interno della task force voluta dalla Regione figurano anche tre rappresentanti di associazioni attive nella lotta all'Aids, Milano Check Point, la sezione milanese di Lila e Asa. I soggetti più a rischio saranno individuati anche grazio al supporto di queste associazioni. Attualmente sono 269 i casi di vaiolo delle scimmie registrati in Lombardia, di cui 266 e uomini e 198 segnalati dall'Ats di Milano.

Le parole di Sileri

Ad oggi "la stragrande maggioranza dei casi di vaiolo delle scimmie in Italia, circa 550 con un trend in aumento, sottolinea il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, riguarda persone di sesso maschile della comunità gay, ma sarebbe scorretto pensare che il contagio rimarrà confinato all'interno di questa popolazione". "L'infezione da monkeypox non è collegata all'orientamento sessuale - ha proseguito - ma la sua trasmissione richiede un contatto fisico importante quale è appunto il contatto sessuale". L'infezione è partita dalla comunità gay maschile, ha concluso, "ma non dobbiamo commettere l'errore, fatto negli anni Ottanta ai tempi dell'AIDS, di credere che la malattia riguardi solo quella comunità".

Vaiolo delle scimmie
Vaiolo delle scimmie

Solo maschi

In Italia sono arrivati a 505 i casi di vaiolo delle scimmie. L'infezione continua a svilupparsi quasi esclusivamente fra maschi (501) rispetto ai soli 4 casi fra donne, secondo l'ultimo bollettino del Ministero della Salute. In Europa i casi registrati sono 15.926 da 38 paesi, 399 sono stati ricoverati in ospedale, due sono deceduti. Il paese europeo che conta più casi è la Spagna, con 4.577. Più di 18mila casi di vaiolo delle scimmie sono stati segnalati all'OMS da 78 paesi, con oltre il 70% dalla regione europea e il 25% dalle Americhe. Nel mondo, i casi di vaiolo delle scimmie negli ultimi 2 mesi hanno ampiamente superato il numero di casi confermati o sospetti di vaiolo delle scimmie nell'intero 20° secolo.

La polemica

Nel frattempo rischia già di diventare un caso la circolare firmata dal dirigente generale del Ministero della Salute, Giovanni Rezza. Nella circolare, come abbiamo visto sopra, vengono individuate le categorie ad alto rischio a cui verra' offerta la vaccinazione. Oltre al personale di laboratorio, la sorpresa arriva dalla seconda categoria e la circolare cita espressamente: "persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM)" specificando poi le condotte sessuali a rischio. Una 'classificazione' che appare discriminante e fuori luogo perche' sono le condotte sessuali a determinare il fattore di rischio.