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Milano, 29 maggio 2022 - "Ne arrivano anche dieci al giorno. Ogni persona scopra lesioni cutanee si presenta al pronto soccorso temendo di essere stata contagiata. Ma solo una minoranza viene sottoposta al test in base a criteri clinici ed epidemiologici". Spinello Antinori, professore ordinario di Malattie infettive all’Università statale di Milano, è il direttore della terza divisione di malattie infettive dell’Ospedale Luigi Sacco. Quella in cui, il 24 maggio, è stato identificato il primo caso lombardo di vaiolo delle scimmie. "Il cosiddetto paziente 1 – racconta – si è presentato spontaneamente come fanno in molti in questi giorni. Aveva avuto febbre e presentava lesioni cutanee. Abbastanza perché, da quanto aveva appreso sul virus, si decidesse a venire proprio all’ospedale Sacco. Gli accertamenti virologici effettuati nel laboratorio di Microbiologia diretto dalla professoressa Gismondo, coadiuvata da Davide Mileto, hanno poi permesso di fare una diagnosi corretta. I suoi sospetti erano giusti". Professore, giusto allarmarsi di fronte a questo virus? "Non è il caso di spaventarsi. Nessuno dei casi segnalati dall’inizio di maggio ha contratto la malattia in modo grave. Anche se, certo, a livello mondiale in questo momento i numeri cominciano a essere abbastanza importanti". Di quanti casi parliamo? "Ufficialmente di quasi 500, con una previsione di un sicuro incremento legato al fatto che la malattia ha un periodo di incubazione che può arrivare a 21 giorni". Siamo all’inizio di un’epidemia? "In questo momento vediamo solo la punta dell’iceberg. C’è già stata una diffusione in 13 Paesi europei, 14 contando anche il Regno Unito; poi in Canada, negli Stati Uniti e in Australia. Tutte aree dove in passato erano stati segnalati casi sporadici e tutti legati a viaggi in Africa". Perché si è parlato di particolari rischi per gli omosessuali? "Senza creare uno stigma o rischi di discriminazione, è emerso che quattro ...
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