Covid, Pregliasco: "Vaccino e varianti? E' presto per allarmarci"

Il virologo dell'Ircss Galeazzi di Milano invita a "non perdersi d'animo"

Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco

Milano, 8 febbraio 2021 -  Intercettare le varianti del coronavirus in circolazione e bloccarle prima che dilaghino è la nuova sfida che l’Italia deve affrontare nella lotta alla pandemia. La principale preoccupazione è che queste mutazioni hanno una trasmissibilità superiore e, se la circolazione del virus dovesse rimanere alta, rischiano anche di compromettere l’efficacia della campagna di vaccinazione di massa.

Ma c'è chi invita a "mantenere la calma", come il virologo dell'Università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco. L'esperto ha detto che "è presto per allarmarci" dopo i dati preliminari secondo cui il vaccino anti-Covid prodotto da AstraZeneca sarebbe scarsamente efficace contro la variante sudafricana di Sars-CoV-2, almeno nelle formi lievi e moderate di infezione. "Si tratta ancora di approfondire questi risultati, relativi comunque ai casi più banali" di Covid,ha sottolineato Pregliasco. "L'elemento che ci interessa di più è capire invece se permane un'efficacia residua del vaccino rispetto alle forme più gravi. Attendiamo informazioni in merito e valutiamo il da farsi", ha aggiuntoil direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, convinto che per ora "i dati emersi non compromettono il nostro piano vaccinale. Diversa la situazione del Sudafrica", che ha annunciato una sospensione temporanea della profilassi con il prodotto-scudo distribuito dalla compagnia anglo-svedese.

Tre varianti

Al momento sono tre le varianti che vengono attentamente monitorate e che prendono il nome dal luogo dove sono state osservate per la prima volta. In tutti e tre i casi il virus presenta delle mutazioni sulla cosiddetta proteina Spike, che è quella con cui il virus ‘si attacca’ alla cellula”. Si tratta appunto della variante inglese, di quella brasiliana e di quella sudafricana. Le prime due sono già presenti in Italia, la terza per ora è stata sequenziata solo a Varese.

VARIANTE INGLESE“È stata isolata per la prima volta nel settembre 2020 in Gran Bretagna, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 9 novembre 2020. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata”, ed è stata “ipotizzata anche una maggiore patogenicità, ma al momento non sono emerse evidenze di un effetto negativo sull’efficacia dei vaccini”.

VARIANTE SUDAFRICANA - “È stata isolata per la prima volta nell’ottobre 2020 in Sud Africa, mentre in Europa il primo caso rilevato risale al 28 dicembre 2020. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da Covid-19″.

VARIANTE BRASILIANA - “È stata isolata per la prima volta nel gennaio 2021 in Brasile e Giappone. Alla data del 25 gennaio 2021 è stata segnalata in 8 Paesi, compresa l’Italia. E’ monitorata perché ha una trasmissibilità più elevata e perché dai primi studi sembra che possa diminuire l’efficacia del vaccino. Si studia se possa causare un maggior numero di reinfezioni in soggetti già guariti da Covid-19″.

Farmaci e vaccini

“Al momento i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia”, si legge nelle faq alla domanda se farmaci e vaccini funzionino anche sulle varianti. ”Diversi studi sono in corso nel mondo per rispondere alla domanda”, precisa l’Iss. “Per quanto riguarda i farmaci in uso e in sperimentazione non ci sono ancora evidenze definitive in un senso o nell’altro, tuttavia alcuni articoli preliminari indicano che alcuni anticorpi monoclonali attualmente in sviluppo potrebbero perdere efficacia – si legge nella faq – I produttori di vaccini stanno anche cercando di studiare richiami vaccinali per migliorare la protezione contro le future varianti”.