Terza dose vaccino, serve un tampone o un test sierologico? E se sono positivo?

L'aumento dei contagi Covid mette a rischio sempre più persone, tanti gli asintomatici. E con la prenotazione della dose booster arrivano i dubbi

Milano, 5 gennaio 2022 - E' ancora record di contagi Covid in Italia. Dopo i 144.243 casi giornalieri del 31 dicembre, ieri sono stati raggiunti170.844 e 259 morti. Nuovo primato anche per i tamponi, 1.228.410, per un tasso di positività del 13,9%. Del resto, è impossibile non notare, in questi giorni, file chilometriche ai drive-in o fuori dalle farmacie per accedere a un test. I timori di contagiare i parenti durante le festività ma anche l’aumento vertiginoso dei casi ha fatto impennare le prenotazioni, 700mila al giorno, il 20% in più rispetto ai giorni prima di Natale. Sono cresciute a livelli esponenziali le richieste di esami (dalle indagini di laboratorio più sofisticate ai kit fai-da-te) mandando in affanno ambulatori e gazebo. Ai primi sintomi di malessere, o nel dubbio dopo un contatto ravvicinato con un Covid-19, tutti si precipitano a fare un tampone, vaccinati e no. Ma quando è opportuno fare gli accertamenti? E cosa succede se mi vaccino da positivo? Devo fare necessariamente il tampone prima di farmi somministrare la terza dose o ha senso fare un test sierologico per verificare il titolo anticorpale? 

La corsa al tampone paralizza l'Italia: ecco quando va fatto e quando no

Contatto con un positivo, cosa devo fare?

In presenza di sintomi sospetti (febbre, segni respiratori, quadri di tipo influenzale), per accertare la natura del malessere, è meglio rivolgesri al proprio medico. "I casi sospetti – ha spiegato Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) – vanno muniti di mascherina filtrante tipo Ffp2, e una volta isolati, si dovrà effettuare un’indagine epidemiologica sui contatti degli ultimi giorni, richiedendo un tampone molecolare laddove ritenuto opportuno".

Incontro con un positivo, sono a rischio?

In caso di contatto sporadico a basso rischio, pochi minuti (sotto ai 15) al cospetto di una persona poi risultata positiva al Covid-19, possiamo stare abbastanza tranquilli, niente quarantena. In caso di contatto stretto prolungato e ravvicinato è necessario allertare il medico, anche se non compaiono sintomi nei giorni successivi all’incontro occasionale.

Ho prenotato terza dose ma sono positivo, come procedo?

Se l’appuntamento per la terza dose di vaccino Covid è stato già preso ma, nel frattempo, siamo risultati positivi, bisogna contattare il proprio medico o l’Asl di appartenenza per comunicarlo. Durante la positività, ovviamente, si dovrà rimanere in quarantena ma, quando ci si negativizza, non sarà necessario ricorrere alla dose booster del vaccino perchè infettati precedentemente. Come si legge sulle Faq del governo, poi, la dose di richiamo andrà fatta “trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi (150 giorni) dall’ultimo evento (da intendersi come somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione)“. Quindi, l’infezione è come se fosse “un vaccino” perché l’organismo sviluppa gli anticorpi. Come vuole la regola, trascorsi 5 mesi la difesa anticorpale si abbassa e si può ricorrere alla terza vaccinazione.

Terza dose da positivi senza saperlo, serve tampone o test sierologico?

Ma cosa rischia chi prende il virus e, non sapendo di essere positivo (asintomatico), va a vaccinarsi? E' meglio fare un tampone o un test sierologico? Molte persone, infatti, si stanno chiedendo se possa essere utile  conoscere il numero di anticorpi sviluppati a seguito del ciclo vaccinale e/o di infezione e, quindi, valutare se fare o meno il richiamo con la terza dose. Sui tamponi non ci sono informazioni specifiche - le Faq del Governo non ne parlano -  ma riguardo i test sierologici il Ministero della Salute ha affermato che “l’esecuzione non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale”. Sulla questione è recentemente intervenuto anche Massimo Andreoni, primario di Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma. Secondo l'esperto rinviare la terza dose sarebbe sbagliato e non vi sarebbe alcun rischio. "Detto in modo molto chiaro: il test sierologico prima della terza dose non serve a nulla", ha dichiarato infatti al Messaggero. "Prima di tutto non ti dice quanto tempo prima potresti avere avuto inconsapevolmente il Covid, ma soprattutto ormai è dimostrato che non ci sono controindicazioni. Meglio alzare il livello di protezione in questa fase di intensa circolazione del virus", ha affermato. Si ricorda che il tampone serve per diagnosticare la presenza del virus nell'organismo e quindi a scoprire se c'è un'infezione in corso. I test sierologici, invece, servono per capire se una persona è già entrata in contatto con il Coronavirus.

Ho fatto terza dose e poi mi sono infettato. Dovrò fare il richiamo in futuro?

Se si è diventati positivi dopo la somministrazione della terza dose non bisognerà fare più nulla se non aspettare i mesi successivi e capire quali saranno le misure adottate dal governo.

Ho fatto il Covid prima o dopo le prime due dosi: devo fare anche la terza dose booster?

Sì, nelle persone vaccinate dopo un’infezione da Covid (con una o due dosi, in base alle tempistiche e modalità raccomandate) o che hanno contratto l'infezione dopo un ciclo completo o dopo 14 giorni dalla somministrazione della prima dose, è indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster) purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi (150 giorni) dall’ultimo evento (da intendersi come somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione).