Vaccino Novavax, Costa: chi vuole Nuvaxovid deve poterlo scegliere. E in Lombardia?

Verrà utilizzato per il ciclo primario di vaccinazione. Moratti: prime somministrazioni da venerdì 25 febbraio. L'elenco dei centri vaccinali

Novavax in Italia a febbraio

Novavax in Italia a febbraio

Conto alla rovescia per la somministrazione delle prime dosi Nuvaxovid, il vaccino di  Novavax, il primo prodotto scudo anti-Covid a base di proteine autorizzato in Ue. Come si userà? Le indicazioni le dà una circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza: sarà un vaccino somministrato a over 18 e viene incluso nel programma di vaccinazione "attualmente solo per il ciclo primario", precisa il documento diramato ieri.  L'indicazione di utilizzo di questo vaccino era stata approvata il 22 dicembre 2021 dalla Commissione Tecnico Scientifica (Cts) dell'agenzia italiana del farmaco Aifa, che aveva accolto il parere dell'agenzia europea dei medicinali Ema. Per Nuvaxovid è previsto un ciclo di 2 dosi (da 0,5 ml l'una, contenenti 5 microgrammi della proteina Spike di Sars-CoV-2 con adiuvante Matrix-M), "da somministrare per via intramuscolare (preferibilmente in regione deltoidea del braccio)" a distanza di 3 settimane (21 giorni) l'una dall'altraNovavax - secondo alcuni - potrebbe vincere le resistenze di chi non si è ancora vaccinato: si tratta infatti di un vaccino più simile a quelli già utilizzati per altre malattie. Ma come sarà utilizzato in Italia? E in Lombardia?

 "I dati confermano che il virus sta rallentando, si sta allentando la pressione sugli ospedali. E' un segnale importante" ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ospite di 'TimeLine' su SkyTg24, commentando l'attuale situazione epidemiologica e i prossimi scenari.  "Oggi non c'è una carenza di vaccini e l'obiettivo è immunizzare il più possibile. Chi intende vaccinarsi con Novavax deve poterlo fare, faccio un appello alle Regioni su questo. Ci sono tutte le condizioni, entro fine febbraio avremo un milioni di dosi quindi non c'è un problema di carenza", ha detto rispondendo alla domanda sulla possibilità che in tutte le Regioni i cittadini possano poter scegliere il vaccino anti-Covid da fare, compreso Novavax. 

E in Lombardia?

Il vaccino Novavax è atteso anche in Lombardia, una delle regioni in prima fila nella campagna vaccinale. "Inizieremo la somministrazione del vaccino Novavax venerdì" ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, a margine della sua visita alla nuova area ambulatoriale dell'Ospedale Gaetano Pini di Milano, a proposito della somministrazione del nuovo vaccino a base proteica. La Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia in serata ha confermato "che le somministrazioni del vaccino Novavax potranno iniziare a partire da venerdì 25 febbraio prossimo, compatibilmente con l'effettiva consegna delle dosi, presso alcuni vaccinali.

Ecco l'elenco fornito dalla Regione:

Ats Bergamo 

Bergamo ospedale Papa Giovanni XXIII

Ats Brescia

Brescia via Morelli

Ats Brianza

Vimercate centro vaccinale ex Esselunga

Lecco centro vaccinale ospedale Manzoni

Ats Insubria

Gallarate Area ex Aeronautica Militare

Como centro vaccinale via Napoleona

Ats Milano

Milano Palazzo delle Scintille

Lodi Fiera

Ats Montagna

Valcamonica centro vaccinale di Darfo - Centro Congressi

Sondrio palestra De Simoni

Ats Pavia

Pavia centro vaccinale IRCCS Maugeri (lunedì-venerdì)

Pavia Palacampus (sabato-domenica)

Ats Valpadana

Mantova cento vaccinale Grana Padano Arena (fino al 25 marzo)

Mantova centro vaccinale ospedale Mantova (dal 26 marzo)

Cremona Fiera (fino al 3 marzo)

Cremona centro vaccinale Sapiens (dal 7 marzo)

La D.G. Welfare precisa inoltre "che il vaccino Novavax sarà utilizzato per tutte le prime dosi over 18 anni fino ad esaurimento delle scorte, riservando il 50% di quanto ricevuto per le seconde dosi che saranno somministrate a distanza di tre settimane dalla prima". "Mi auguro - commenta la vicepresidente ed assessore al Welfare, Letizia Moratti - che questo vaccino, con caratteristiche simili ai vaccini ampiamente utilizzati da decenni, possa convincere gli ultimi indecisi ad aderire alla campagna vaccinale lombarda". 

 

Come funziona Novavax: la differenza con gli altri vaccini

Novavax utilizza la tecnica delle proteine ricombinanti, definita più 'classica' perchè sperimentata da decenni per esempio contro meningite, pertosse, epatite. Una tecnologia tradizionale insomma per il nuovo vaccino autorizzato il 20 dicembre scorso dall'Agenzia europea del farmaco (Ema). Commercializzato con il nome di Nuvaxovid e Covovax (in India), l'ultimo vaccino anti-Covid in ordine di tempo ad arrivare sul mercato è un vaccino proteico, ossia contiene frammenti prodotti in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2, e un adiuvante, la saponina. Diversamente dai vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson&Johnson, Sputnik, che usano tecnologie a mRNA e vettore virale, quello prodotto dalla casa farmaceutica statunitense  Novavax non è un vaccino genico ed è stato creato attraverso la tecnica delle proteine ricombinanti.

Una tecnologia ampiamente sperimentata fin dagli anni '80 per esempio contro l'epatite B. NVX-CoV2373, questa la sigla, come qualsiasi altro vaccino ha l'obiettivo di stimolare il sistema immunitario facendogli produrre una risposta contro l'aggressione di un agente esterno. È composto da frammenti proteici del virus partendo dall'immissione in un 'baculovirus' (virus svuotato del suo contenuto genetico) di una porzione di Dna con le informazioni utili a produrre la proteina Spike. In una fase successiva, alcune cellule vengono infettate dal virus e quando il materiale è all'interno, il baculovirus libera il materiale genetico utile alla produzione della Spike. Proteina che, dopo essere stata prodotta, viene rilasciata al di fuori delle cellule. Le nanoparticelle virali contengono fino a 14 proteine Spike, a cui si aggiunge un adiuvante che stimola il sistema immunitario.

Un'ingegneria, quella di Novavax, completamente differente dalla tecnologia a mRna (Moderna e Pfizer), che consiste invece nell'iniezione di un frammento di Rna che serve a far produrre soltanto la proteina Spike. Il protocollo del nuovo vaccino prevede la somministrazione di due dosi a distanza di 21 giorni, l'immunizzante resta stabile tra i due e gli otto gradi. Quando viene inoculato, il sistema immunitario si attiva e legge le particelle proteiche come estranee: a questo punto comincia a produrre difese naturali attivando anticorpi e linfociti T e B. 

Novavax si affiancherà agli altri vaccini autorizzati in Italia: il vaccino Comirnaty di Pfizer, il vaccino Moderna, il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, il vaccino Janssen di Johnson & Johnson.  Come edivenziato dalla circolare del ministero della Salute 'Indicazione di utilizzo del vaccino anti  COVID-19 Nuvaxovid (Novavax) nei soggetti di età pari o superiore a 18 annì, firmata dal direttore Prevenzione del ministero Gianni Rezza, il vaccino Nuvaxovid (Novavax) è incluso nel programma di vaccinazione anti SarsCoV2/Covid-19 attualmente solo per il ciclo primario, insieme ai vaccini già autorizzati per l'utilizzo nell'Unione Europea. Nuvaxovid viene somministrato per via intramuscolare (preferibilmente in regione deltoidea del braccio) come ciclo di 2 dosi (da 0,5 mL ciascuna) a distanza di 3 settimane (21 giorni) l'una dall'altra. Per ora è indicato dai 18 anni in poi.

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Rasi: ben venga ogni dose somministrata in più

"In pandemia, in linea teorica, è una cosa assolutamente sbagliata" permettere la scelta del tipo di vaccino da ricevere. "Ma in questa fase, se il vaccino è disponibile", consentire questa scelta "potrebbe rispondere a una logica di pragmatismo sensata. Quello che conta è incentivare ulteriormente la vaccinazione" anti-Covid e quindi, nella pratica, "ben venga ogni dose fatta in più" ha detto all'Adnkronos Salute Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco Ema e consulente del commissario all'emergenza coronavirus, generale Francesco Paolo Figliuolo, mentre si attende l'avvio delle somministrazioni del vaccino dell'americana Novavax in Italia e dopo l'appello lanciato alle Regioni dal sottosegretario alla Salute Costa. "Se questo vaccino convincerà qualcuno" che ancora non si è deciso a farlo, "è il benvenuto - dice Rasi - Io credo che ogni dose di vaccino fatta in più sia una cosa positiva", ribadisce. "Distinguerei senz'altro - precisa l'esperto - le persone che ideologicamente sono contro il vaccino da quelle che invece sono terrorizzate da una narrativa sbagliata verso una tecnologia nuova". Relativamente a questi ultimi, "ci auguriamo che una tecnologia vecchia sia più rassicurante, anche se da un punto di vista assoluto è un po' ridicolo. Ma va bene così. Ogni dose somministrata in più - ripete Rasi - ben venga".