Ecco le prime dosi di vaccino Novavax: come funziona e chi potrà farlo

Verrà utilizzato nella somministrazione come ciclo primario di vaccinazione. Si affiancherà agli altri quattro vaccini già usati in Italia

Novavax in Italia a febbraio

Novavax in Italia a febbraio

Roma - Il primo lotto del vaccino Novavax è arrivato in Italia, secondo quanto appreso da askanews si tratta di 1.023.000.  La decisione sulle strutture a cui saranno assegnate è competenza delle regioni. Il nome del vaccino è Nuvaxovid e andrà in distribuzione da domani. Sono previsti altri arrivi nei giorni successivi."Per la fine di questa settimana arriverà il vaccino Novavax, ne riceveremo poco più di un milione di dosi che saranno subito distribuite a tutte le regioni e province autonome. Poi arriveranno ancora un altro paio di milioni di dosi nel mese di marzo. Per cui ci sarà possibilità anche di utilizzo di questo ulteriore vaccino". aveva spiegato ieri il commissario straordinario per l'emergenza Covid, generale Francesco Figliuolo, a margine di una visita all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Novavax - secondo alcuni - potrebbe vincere le resistenze di chi non si è ancora vaccinato: si tratta infatti di un vaccino più simile a quelli già utilizzati per altre malattie

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Come funziona Novavax: la differenza con gli altri vaccini

Novavax utilizza la tecnica delle proteine ricombinanti, definita più 'classica' perchè sperimentata da decenni per esempio contro meningite, pertosse, epatite. Una tecnologia tradizionale insomma per il nuovo vaccino autorizzato il 20 dicembre scorso dall'Agenzia europea del farmaco (Ema). Commercializzato con il nome di Nuvaxovid e Covovax (in India), l'ultimo vaccino anti-Covid in ordine di tempo ad arrivare sul mercato è un vaccino proteico, ossia contiene frammenti prodotti in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2, e un adiuvante, la saponina. Diversamente dai vaccini Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Johnson&Johnson, Sputnik, che usano tecnologie a mRNA e vettore virale, quello prodotto dalla casa farmaceutica statunitense  Novavax non è un vaccino genico ed è stato creato attraverso la tecnica delle proteine ricombinanti.

Una tecnologia ampiamente sperimentata fin dagli anni '80 per esempio contro l'epatite B. NVX-CoV2373, questa la sigla, come qualsiasi altro vaccino ha l'obiettivo di stimolare il sistema immunitario facendogli produrre una risposta contro l'aggressione di un agente esterno. È composto da frammenti proteici del virus partendo dall'immissione in un 'baculovirus' (virus svuotato del suo contenuto genetico) di una porzione di Dna con le informazioni utili a produrre la proteina Spike. In una fase successiva, alcune cellule vengono infettate dal virus e quando il materiale è all'interno, il baculovirus libera il materiale genetico utile alla produzione della Spike. Proteina che, dopo essere stata prodotta, viene rilasciata al di fuori delle cellule. Le nanoparticelle virali contengono fino a 14 proteine Spike, a cui si aggiunge un adiuvante che stimola il sistema immunitario.

Un'ingegneria, quella di Novavax, completamente differente dalla tecnologia a mRna (Moderna e Pfizer), che consiste invece nell'iniezione di un frammento di Rna che serve a far produrre soltanto la proteina Spike. Il protocollo del nuovo vaccino prevede la somministrazione di due dosi a distanza di 21 giorni, l'immunizzante resta stabile tra i due e gli otto gradi. Quando viene inoculato, il sistema immunitario si attiva e legge le particelle proteiche come estranee: a questo punto comincia a produrre difese naturali attivando anticorpi e linfociti T e B. 

Novavax si affiancherà agli altri vaccini autorizzati in Italia: il vaccino Comirnaty di Pfizer, il vaccino Moderna, il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, il vaccino Janssen di Johnson & Johnson.  Come edivenziato dalla circolare del ministero della Salute 'Indicazione di utilizzo del vaccino anti  COVID-19 Nuvaxovid (Novavax) nei soggetti di età pari o superiore a 18 annì, firmata dal direttore Prevenzione del ministero Gianni Rezza, il vaccino Nuvaxovid (Novavax) è incluso nel programma di vaccinazione anti SarsCoV2/Covid-19 attualmente solo per il ciclo primario, insieme ai vaccini già autorizzati per l'utilizzo nell'Unione Europea. Nuvaxovid viene somministrato per via intramuscolare (preferibilmente in regione deltoidea del braccio) come ciclo di 2 dosi (da 0,5 mL ciascuna) a distanza di 3 settimane (21 giorni) l'una dall'altra. Per ora è indicato dai 18 anni in poi.

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Gli esperti

Il vaccino di Novavax "può non dispiacere a chi per paura, seppure immotivata, finora ha preferito non sottoporsi a vaccinazione. E questo proprio in ragione della caratteristica elettiva di questo vaccino rappresentata dalla tecnologia su cui esso si basa, già abbondantemente e felicemente collaudata in molti altri vaccini umani di uso corrente pure per l'infanzia, adottati per contrastare, ad esempio, la Bordetella pertussis responsabile della pertosse, la Neisseria meningitidis C responsabile della meningite, il papilloma virus e poi il virus dell'epatite B o il virus dell'herpes zoster" ha detto ad Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. 

"L'arrivo di un nuovo vaccino anti-Covid è sempre una buona notizia. Quelli che abbiamo usato per la campagna vaccinale ormai li conosciamo molto bene. E abbiamo raccolto molti dati: sappiamo qual è l'efficacia dei vaccini a mRna clinica contro l'ospedalizzazione e contro il rischio morte. E anche con Omicron si sono mostrati efficaci. Da Novavax ci aspettiamo tutto il bene, ma dovremmo attendere del tempo per avere gli stessi dati". A dirlo all'Adnkronos Salute è l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento.  "E' utile - ha aggiunto - avere più vaccini con tecnologie e modalità di produzione diverse. Questo significa poter garantire una copertura vaccinale anche in Paesi che fino ad oggi non sono andati avanti". 

Meno ottimista sulla possibilità che il nuovo vaccino possa convincere lo "zoccolo duro" di chi non si è vaccinato Matteo Bassetti, infettivologo e primario dell'ospedale San Martino di Genova, intervenuto a 'L'Italia s'è desta' su Radio Cusano Campus: "Non si vaccinerà nessuno o in pochissimi anche se non è un vaccino mRna, ma proteico. Qui il problema è di chiusura mentale nei confronti dei vaccini in generale". "La tecnologia mRna ci darà il vaccino per tante malattie tumorali - spiega - È un'evoluzione positiva la tecnologia mRna, meno male che c'è stata". "Non credo che l'arrivo del vaccino di Novavax farà cedere i no-vax duri e puri convincendoli a a farselo somministrare. Perché hanno un rifiuto molto più profondo rispetto alla formulazione vaccinale in sé" ha detto l'immunologo Mario Clerici, scettico sulla possibilità che il primo prodotto scudo anti-Covid basato sulle proteine del virus autorizzato in Ue, del quale nei prossimi giorni cominceranno le somministrazioni in Italia, possa sciogliere le riserve di chi non si è vaccinato. 

In Lombardia

Ma come sarà utilizzato? In Lombardia - ha reso noto la Regione  nelle scorse settimane- per l'utilizzo del vaccino Novavax la Regione si atterrà alle indicazioni che arriveranno dal Ministero della Salute per l'individuazione del target. La modalità di offerta sarà determinata in conseguenza alle indicazioni ricevute per l'utilizzo del vaccino. Lo ha spiegato il sottosegretario regionale Fabrizio Turba, esprimendo il parere contrario della Giunta alla mozione del Movimento 5 Stelle che chiedeva alla Regione - come ha spiegato il proponente Marco Fumagalli - di destinare il nuovo vaccino a base proteica "a chi deve ancora fare la prima dose" anche "per andare incontro a chi è ancora scettico sui vaccini a mRna", e di indicare inoltre i centri vaccinali in cui Novavax sarà disponibile. Proposta che è stata poi respinta a maggioranza dal Consiglio regionale, con voto segreto. In merito all'uso di Novavax il responsabile per la campagna vaccinale Guido Bertolaso aveva spiegato sarà inserito fra i vaccini che vengono utilizzati per la somministrazione, ma come già succede per Pfizer e Moderna non si potrà scegliere. Il nuovo vaccino "funzionerà come ora: si fa il vaccino che è disponibile. Quando ci daranno il vaccino, sarà inserito fra quelli utilizzati", non si potrà chiederne uno rispetto a un altro. 

Nelle altre regioni 

Da giovedì sarà possibile nel Lazio prenotare il vaccino Novavax prima e seconda dose a distanza di tre settimane. Lo rende noto l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, che aggiunge: "Dal 1 marzo partiranno le somministrazioni della quarta dose per i soggetti individuati dalla circolare ministeriale, importante che siano trascorsi i 120 giorni dall'ultima somministrazione". Da mercoledì in Piemonte sarà possibile aderire alla vaccinazione con il Novavax, e da venerdì dovrebbero partire le somministrazioni. Le dosi sono in arrivo e dovrebbe trattarsi di 60 mila unità. Lo ha annunciato il governatore Alberto Cirio. "Non appena avremo i vaccini - ha detto Cirio - convocheremo le persone". "Per questo vaccino - ha rimarcato - c'è molta richiesta, infatti riscontra molta attenzione da parte della platea di persone che non hanno ancora aderito alla vaccinazione contro il Covid. E visto che il nostro obiettivo è andare incontro a tutti purché si vaccinino, senza obbligarli, ma mettendoli in condizioni di farlo subito, liberamente, quando lo vorranno, mercoledì si aderisce e da venerdì se arrivano i vaccini inizieranno le convocazioni".