Covid, vaccino contro tutte le varianti: quando e per chi. Cosa sappiamo

Massimo Clementi: "Non è possibile andare avanti con un vaccino, che è quello che abbiamo sempre utilizzato, fatto sul primo virus di Wuhan"

Vaccino Covid

Vaccino Covid

Milano, 7 maggio 2022 - Un vaccino contro tutte le principali varianti: le prime dosi potrebbero essere disponibili da settembre e la campagna di vaccinazione potrebbe prendere il via in autunno. L'annuncio è dell’agenzia europea dei medicinali (Ema) e rafforza la speranza di poter affrontare il ritorno della stagione fredda con nuove armi, ancora più efficaci, nel combattere una pandemia che, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), fra il 2020 e il 2021 ha ucciso nel mondo fra 13 e 16 milioni di persone. 

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Le tipologie allo studio

Si lavora infatti sia a vaccini monovalenti (solo per Omicron e le sue sottovarianti) e almeno bivalenti - ceppo di Wuhan (quello alla base degli antidoti attuali) più Omicron - come stanno facendo tra gli altri anche Pfizer e Moderna con le piattaforme a m-Rna. Con Moderna che sta studiando anche il vaccino unico Covid-influenza e addirittura un “trivalente” Covid-influenza-virus sincinziale.

I pro e i contro

Tutti i ceppi per quanto mutati del Coronavirus condividono delle caratteristiche comuni - è questo che permette di classificarli all'interno della stessa unità tassonomica - e quindi è possibile adattare un vaccino in modo che possa sfruttare queste caratteristiche (sempre nell'ipotesi che mutazioni successive non le modifichino a tal punto da dover ricorrere a un siero del tutto nuovo). Un vaccino altamente specifico di contro, ha sì una maggiore efficacia nei confronti del ceppo bersaglio - dato che è per così dire fatto su misura - ma è anche assai vulnerabile alle mutazioni e sul lungo periodo finirebbe per rivelarsi una protezione meno affidabile, specie in presenza di un tasso di mutazione elevato.

La quarta dose

L’agenzia Ue ha inoltre confermato l’importanza fondamentale dei vaccini nella lotta alla pandemiaCon la 'famiglia Omicron' di Sars-CoV-2 che si allarga facendo largo a nuove sottovarianti, ultime in termini di tempo Omicron 4 e 5, "adesso si sente davvero la necessità in autunno di un vaccino anti-Covid aggiornato. Non è possibile andare avanti con un vaccino, che è quello che abbiamo sempre utilizzato, fatto sul primo virus di Wuhan. E' importante una campagna di richiami autunnale, ma al momento non penso che ci possano essere categorie diverse da quelle già indicate, cioè le persone fragili, anziane, con patologie. Poi si tratterà di vedere in quale categorie porre gli over 60-50. Ma al momento attuale non abbiamo elementi per dire che ci debba essere una vaccinazione generalizzata", ha detto Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano all'Adnkronos Salute. In questo momento, dunque, l'esperto vede plausibile più lo scenario di richiami a settembre-ottobre per gruppi mirati e ritiene che non ci siano gli elementi per immaginare una campagna di immunizzazione che in vista del prossimo inverno coinvolga anche i più giovani. "Penserei di no - ha specificato - Non c'è nessuna indicazione in questo senso anche di un rischio clinico" in queste fasce.

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Il richiamo annuale

Ma c'è anche chi preferisce non parlare più di quarta, quinta o sesa dose. "Credo che l'obiettivo sia quello di arrivare ad un richiamo annuale del vaccino. Faccio l'esempio di chi da più di venti anni riceve il vaccino antinfluenzale, non è arrivato alla ventesima dose ma ha fatto finora il ventesimo richiamo", ha detto Andrea Costa, sottosegretario alla Salute. ''Una ripresa del Covid dopo l'estate? Difficile fare previsioni così a lungo periodo - ha ammesso Costa - il virus purtroppo ci ha abituato a continui cambi di scenari e talvolta anche repentini. Io credo che dobbiamo proseguire con responsabilità e continuare a veicolare un messaggio importante: tutti i cittadini per cui è prevista la quarta dose, anziani e fragili, devono procedere con la quarta dose perché significa dare loro una protezione in più. Ma anche a quei circa 3 milioni di italiani che sono in attesa della dose booster dobbiamo dire che, nonostante un rallentamento delle misure, è importante completare il ciclo di vaccinazione perché di fronte a una eventuale recrudescenza, saremmo maggiormente protetti. Dopodiché la scienza e la ricerca stanno lavorando, confidiamo di poter avere nel prossimo autunno un vaccino aggiornato nei confronti delle varianti e che contenga anche l'antinfluenzale".