Il vaccino AstraZeneca cambia nome: ora si chiama Vaxzevria

La novità è stata approvata dall'Ema. Bugiardino aggiornato con i possibili e rari casi di eventi avversi tromboembolici

Vaccino AstraZeneca

Vaccino AstraZeneca

Il vaccino anti-Covid di AstraZeneca cambia nome: ora si chiama "Vaxzevria". La novità è stato approvata dall'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, a seguito di una richiesta dell'azienda farmaceutica anglo-svedese. In precedenza il vaccino sviluppato dall'Università di Oxford veniva semplicemente chiamato "Vaccino Covid-19 AstraZeneca". Il siero comunque rimane invariato, ma le informazioni sul prodotto, l'etichettatura e la confezione potrebbero presentare un aspetto diverso. Sul sito dell'Ema è stato anche pubblicato il nuovo bugiardino aggiornato con i possibili e rari casi di eventi avversi tromboembolici. La stessa Agenzia europa del farmaco lo scorso 18 marzo aveva dato il via libera alle vaccinazioni, dopo lo stop deciso da diversi Paesi, inclusa l'Italia, a seguito del decesso di alcune persone che avevano ricevuto la dose di AstraZeneca: "Il nostro Comitato sulla farmacovigilanza Prac è arrivato a una conclusione nella revisione dei casi di coaguli di sangue in persone vaccinate con AstraZeneca. E' una conclusione scientifica e chiara: questo è un vaccino sicuro ed efficace", aveva spiegato il direttore esecutivo Emer Cooke. "Il vaccino anti-Covid di AstraZeneca è efficace e sicuro, con benefici che superano i rischi". Tuttavia, "può essere associato a casi molto rari di coaguli di sangue associati a trombocitopenia, cioè bassi livelli di piastrine, con o senza sanguinamento, inclusi rari casi di coaguli nei vasi che drenano il sangue dal cervello (Cvst, trombosi cerebrale dei seni venosi)". 

Bugiardino, ecco le nuove avvertenze

Ecco le nuove avvertenze: "È stata osservata molto raramente una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria. Ciò include casi severi che si presentano come trombosi venosa, inclusi siti insoliti come trombosi del seno venoso cerebrale, trombosi della vena mesenterica e trombosi arteriosa, concomitante con trombocitopenia. La maggior parte di questi casi si è verificata entro i primi 7-14 giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata in donne di età inferiore a 55 anni. Tuttavia ciò potrebbe riflettere l'aumento dell'uso del vaccino in questa popolazione. Alcuni casi hanno avuto esito fatale. Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia. I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi quali respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque manifesti sintomi neurologici tra cui cefalea severa o persistente o visione offuscata dopo la vaccinazione oppure ecchimosi in una sede diversa da quella della vaccinazione dopo alcuni giorni, deve consultare un medico".

La durata della protezione

Nel bugiardino, inoltre, si avvisa che “la durata della protezione offerta dal vaccino non è nota in quanto è ancora in fase di determinazione dagli studi clinici in corso e che la protezione inizia da circa 3 settimane dopo la prima dose di Vaxzevria. I soggetti potrebbero non essere completamente protetti fino a 15 giorni dopo la somministrazione della seconda dose”. I dati degli studi clinici attualmente disponibili non consentono una stima dell'efficacia del vaccino in soggetti di età superiore ai 55 anni.

Effetti indesiderati

Le reazioni avverse segnalate più frequentemente sono state dolorabilità in sede di iniezione (63,7%), dolore in sede di iniezione (54,2%), cefalea (52,6%), stanchezza (53,1%), mialgia (44,0%), malessere (44,2%), piressia (33,6%) e febbre >38°C (7,9%), brividi (31,9%), artralgia (26,4%) e nausea (21,9%). La maggior parte delle reazioni avverse è stata di severità da lieve a moderata e di solito si è risolta entro alcuni giorni dalla vaccinazione. Se confrontate con la prima dose, le reazioni avverse riferite dopo la seconda dose sono state più leggere e segnalate meno frequentemente.