Seconda dose vaccini in estate: "Richiami in vacanza? Si deve tornare a casa"

Le parole del governatore Fontana: "Nel nostro piano vaccinale abbiamo cercato di mettere pochissimi richiami nelle due settimane centrali del mese di agosto"

Il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana

Il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana

Milano - La campagna vaccinale procede a ritmo spedito in Lombardia, dove giovedì scatterà l'apertura delle prenotazioni anche per la fascia 30-39 anni. Il governatore della Regione Attilio Fontana ha sottolineato che i lombardi che dovranno ricevere la seconda dose del vaccino nel periodo delle vacanze "dovranno tornare a casa". "Nel nostro piano vaccinale abbiamo cercato di mettere pochissimi richiami nelle due settimane centrali del mese di agosto, fissandoli prima o dopo - ha aggiunto Fontana -. Quando facciamo il vaccino cerchiamo di chiedere se si è presenti in quelle due settimane e si cerca di accontentare le persone anticipando o posticipando di qualche giorno. Se la cosa rientra nei parametri consentiti e non si slitta troppo lontano o troppo vicino, si cerca di dare questa opportunità. Sia chiaro: non è una garanzia, ma la possibilità che, se ci sono le condizioni, cerchiamo di concedere ai nostri cittadini". I numeri epidemiologici - ha spiegato il presidente lombardo, "sono in miglioramento ovunque, il virus sta calando d'intensita' e si sentono gli effetti benefici delle vaccinazioni", un trend che "ci avvantaggia" nella "battaglia contro il virus". 

Per calcolare quando cade la seconda dose c'è un'apposita funzione sul portale di prenotazione. "Siamo l'unica Regione ad aver creato un'applicazione su Poste per cui ognuno può andare a vedere la data della seconda somministrazione e quindi scegliere la data della prima somministrazione in funzione della seconda e quindi in qualche modo superare il problema delle vacanze" ha detto Letizia Moratti. Quella della seconda dose dei vaccini in vacanza, "è una materia complessa, per la quale il generale Figliuolo si è pronunciato dicendo che questo non è possibile per il momento. Poi se dovesse esserci un cambiamento, naturalmente quello che possiamo fare per favorire i nostri cittadini lo facciamo e diamo la nostra disponibilità" ha detto la vice presidente e assessora, oggi a margine della sua visita all'ospedale di Garbagnate Milanese.

"Gli accordi devono essere fatti a livello nazionale e perché questo sia possibile occorrerebbe che la piattaforma nazionale dei vaccini venisse messa a disposizione di tutte le regioni, ma per il momento questo non è. A questo aggiungo che andrebbe fatta una programmazione della distribuzione dei vaccini nelle regioni e un altro problema è quello che riguarda i medici" ha aggiunto. "L'ipotesi sulla quale stiamo lavorando concretamente con il Ministero dell'Innovazione Tecnologica, con il commissario e con il governo e per la quale siamo fiduciosi di poter avere una risposta positiva - ha concluso - è quella di poter vaccinare nelle regioni di residenza quei cittadini che lavorano e hanno avuto la prima dose in Lombardia, ma sono residenti in altre regioni".