Figliuolo: "Entro fine luglio 60% immunizzati. Ma dobbiamo vaccinare i ragazzi"

Il commissario straordinario sottolinea che vaccinando i 12-18enni si evita che il virus circoli

Il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Francesco Paolo Figliuolo

Il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Francesco Paolo Figliuolo

Bisogna vaccinare i ragazzi. Lo ha detto senza mezzi termini il generale Francesco Paolo Figliuolo mentre ritirava la Penna al merito a Susa: dobbiamo "cominciare le vaccinazioni per tutto il personale che andrà a scuola, soprattutto i ragazzi dai 12 ai 18 anni. Ce la dobbiamo fare, le cose stanno andando". Il commissario per l'emergenza Covid ha sottolineato che "vaccinare i ragazzi è importante per due ragioni perché sottraiamo persone che potrebbero ammalarsi, bloccando la circolazione del virus, che varia e contromanovra a seconda di ciò che facciamo. Se vogliamo bloccare le mutazioni, come la variante Delta, bisogna avere quante più persone possibili vaccinate e i giovani, che socializzano molto, possono portare in maniera asintomatica o poco sintomatica il virus in giro e magari attaccare frange di popolazione fragili che ad esempio per motivi sanitari non possono farsi il vaccino".

L'obiettivo: il 60 per cento entro fine luglio

A oggi - l'aggiornamento è delle 6 di oggi, 25 luglio - le persone over 12 che si sono vaccinate finora in Italia sono 29.820.109, il 55,21 %. "Siamo al 55% della popolazione vaccinabile vaccinata. Avevo detto che a fine luglio saremo stati al 60% e ci arriveremo sicuramente", ha proseguito Figliuolo, che ha sottolineato che la campagna sta proseguendo senza intoppi. "È chiaro - ha aggiunto - che tutto è subordinato all'arrivo dei vaccini, che arrivano in maniera regolare in questo periodo, e al grande lavoro che si sta facendo con le regioni, le province, la Difesa, la Protezione Civile e il mondo delle associazioni". "C'è ancora un pezzo di strada da fare - ha concluso - siamo all'ultimo miglio".

Le dosi somministrate finora sono 64.933.226, il 94,5 per cento di quelle consegnate, che sono 68.744.818. "E' una bella Italia, quando fa squadra vince. Mi fa piacere aver ideato un piano e portato a compimento giorno per giorno, messo in sicurezza gli over 80, il 91% vaccinati completamente, essere al 55% della popolazione vaccinabile, completamente vaccinata. Avevo detto 60% a fine luglio e ci arriveremo sicuramente.

Fari accesi sulla scuola

Vaccinare i giovani "è importante per due ragioni: sottraiamo persone che potrebbero comunque ammalarsi e soprattutto blocchiamo la circolazione del virus. Il virus è intelligente, cambia a seconda di quello che noi facciamo e dunque se vogliamo bloccare le mutazioni più contagiose come la variante Delta bisogna avere quante più persone possibile vaccinate. E i giovani - aggiunge Figliuolo - che sono quelli che più socializzano e meno male che è così, sono quelli che possono portare in giro, in maniera asintomatica o poco sintomatica, il virus e magari attaccarlo a frange di popolazione fragile che per motivi sanitari non possono fare il vaccino.

I vaccini funzionano: i dati

I dati d'altra parte mostrano come i vaccini anti-Covid siano efficaci oltre l'88% e fino al 96% contro infezioni, ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e rischio morte con il completo ciclo vaccinale, meno con una singola dose (dal 70 all'80 per cento) in base ai dati dell'Istituto superiore di Sanità. Dati che "se da un lato confermano l'efficacia dei vaccini nel mondo reale, dall'altro rilevano la necessità di mantenere le misure individuali raccomandate per limitare ulteriormente la circolazione del virus". A rilevarlo è il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, mettendo in evidenza che secondo i risultati pubblicati dall'Iss, il ciclo vaccinale completo ha un'efficacia molto elevata: 88% nel prevenire l'infezione, 95% nel ridurre l'ospedalizzazione, 97% nel prevenire il ricovero in terapia intensiva e 96% nel ridurre il rischio di morte.
Percentuali che si riducono nelle persone vaccinate con dose singola rispettivamente a 70%, 81%, 89% e 80%. Oggi la campagna vaccinale, di fatto, analizza la Fondazione Gimbe, può contare solo sui vaccini a mRNA Pfizer e Moderna, visto il flop di CureVac che non ha superato i test clinici e il progressivo "tramonto" dei vaccini a vettore adenovirale: infatti, AstraZeneca viene utilizzato solo per i richiami e di Johnson&Johnson vengono somministrate poche migliaia di dosi al giorno. "In altri termini - spiega Cartabellotta - rispetto alla previsione di oltre 94 milioni di dosi per il terzo trimestre, disporremo di circa 45 milioni di dosi di vaccini a mRNA, le cui consegne al momento si attestano intorno a 2,7 milioni di dosi la settimana". Se il ritmo di somministrazioni ormai da un paio di mesi si è attestato ben sopra 3,5 milioni settimanali, la percentuale di prime dosi sul totale si è ridotta di circa l'80% dalla settimana 7-13 giugno alla settimana 12-18 luglio. "Negli ultimi giorni - precisa Cartabellotta - le prime dosi sono in leggero aumento, ma continuano a risentire sia dalla necessità di completare i cicli vaccinali, sia dal numero di consegne insufficienti per ampliare la platea dei vaccinandi".  

Il Green pass obbligatorio

La decisione del Governo Draghi di rendere il Green pass obbligatorio per bar, ristoranti e locali al chiuso, per cinema, teatri ed eventi sportivi (e in prosepettiva per prendere aerei, treni e bus) ha dato una spinta considerevole alle prenotazioni del vaccino un po' in tutta Italia, convincendo gli indecisi e nonostante le proteste di ieri dei no Vax. Solo il primo giorno dopo il via libera del decreto, in Lombardia oltre 62mila persone si sono prenotate per la vaccinazione anticovid, e di queste un terzo sono ragazzi in età scolare. A quanto riferisce la Regione, le prenotazioni sono state 62.606. Di queste 21.223 sono di studenti. Sette prenotazioni sono di operatori sanitari, 40 di disabili o di chi si prende cura di loro e 77 di persone estremamente vulnerabili.