Vaccini, la Lombardia è ancora in fondo alla classifica

La regione più colpita dal Covid è tra quelle con il peggior rapporto tra vaccini consegnati e dosi somministrate

vaccinazione

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Milano - Siamo abituati da sempre a vedere la Lombardia in cima alle classifiche italiane dei virtuosi, dall'economia al terzo settore. L'ultimo anno, come tutti sanno, ci ha consegnato lo sgradito primato di regione più colpita dal coronavirus, in parte giustificato dall'alta densità di popolazione e dall'elevato tasso di movimenti interni.  Non siamo invece soliti vedere la Lombardia in fondo alle graduatorie di efficienza e produttività e dunque provoca un certo disappunto scoprire che la catena di somminstrazione dei vaccini scorre ancora troppo lenta mentre il virus e le varianti continuano a diffondersi a velocità sostenuta come in nessuna altra parte d'Italia. Un trend che finora nemmeno la nuova "gestione" Moratti-Bertolaso è riuscito a invertire. Le speranze di un'accelerazione sono legate al nuovo piano vaccinale messo a punto dal Pirellone.

  1. I numeri
  2. La popolazione vaccinata
  3. Categorie
  4. Il tipo di vaccino

I numeri

In Lombardia sono state somministrate a ieri 1.115.746 dosi di vaccino rispetto alle 1.456.540 consegnate. Il rapporto è dunque del 76,6%, tra i più bassi d'Italia dopo la Liguria (71,7%) dove però il prezzo pagato all'emergenza pandemica è decisamente più basso, la Calabria (69,8%) e Sardegna (65%). Anche in Veneto, altra regione sinonimo di efficienza, la campagna procede lentamente: 78,4%. In vetta alla classifica ci sono invece la Valle d'Aosta (91,5%), la provincia di Bolzano (89,9%) e la Puglia (87,5%). La media nazionale, secondo i dati ufficiali del Governo, è pari a 81,2% per un totale di 7.204.358 di inoculazione effettuate su 8.875.500 di vaccini arrivati.

La popolazione vaccinata

Le persone che hanno ricevuto prima e seconda dose di vaccino e dunque immunizzate sono 2.225.652.  La stragrande maggioranza attende dunque la seconda dose e lo stop ad AstraZeneca che oggi attende il nuovo via libera dall'Ema dopo le morti sospette ha rallentato l'iter con migliaia di appuntamenti bloccati. Sono oltre 4,3 milioni le donne che hanno ricevuto almeno la prima dose, 2,5 gli uomini suddivisi per le seguenti fasce d'età: 1,8 milioni tra gli 80 e i 90 anni, circa 500mila tra gli over 90. A seguire le categorie interessate dalla prima fase riservata agli operatori sanitari e quella in corso sul personale dell'istruzione e militare: 1,3 milioni tra i 50 e i 50anni, 1 milione circa tra i 40 e i 50, circa 825mila tra i 60 e 69 anni. I cittadini tra i vaccinati tra 70 e i 79 anni, perlopiù ricoverati nelle case di riposo o malati cronici, sono 247mila. Sono invece 800mila i "giovani" tra i 30 e i 39 anni, 550mila tra i 20 e i 29 anni, infine risultano 7mila i giovanissimi tra i 16 e 19 con patologie. 

Categorie

Attraverso i numeri delle categorie vaccinate si evince a che punto sia il piano nazionale che ha di fatto messo al sicuro il personale ospedaliero e gli ospiti delle strutture socio-sanitare e ora si sta concentrando contemporaneamente sugli over 80 e sui segmenti professionali più esposti come i docenti e le forze dell'ordine, in attesa che tutta la popolazione possa accedere ai vaccini in relazione all'età. 

  • Operatori Sanitari e Sociosanitari: 21.141.914
  • Ospiti Strutture Residenziali: 497.271
  • Over 801.893.746
  • Forze Armate: 194.607
  • Personale Scolastico: 667.108

Il tipo di vaccino

La parte del leone la fa sempre Pzifer-Biontech con oltre 5 milioni di dosi distribuite, seguita da AstraZeneca che, compreso il famoso lotto ABV2856 ritirato dopo la morte di un militare siciliano, ha consegnato 2,4 milioni di dosi e infine Moderna con 493mila sieri arrivati a destinazione. Ecco perché diventa fondamentale l'ingresso dei vaccini Johnson&Johnson che hanno garantito all'Italia 7 milioni di monodose nel secondo trimestre dell'anno e e 27 entro la fine del 2021.