Richiamo con vaccino diverso: da domani si parte in Lombardia. Cosa cambia

Dal 17 giugno parte la vaccinazione eterologa: per under 60 con prima dose AstraZeneca la seconda somministrazione sarà con Pfizer o Moderna. Perché si è deciso e l'impatto sulla campagna vaccinale

Vaccinazione: cosa cambia dopo parere Cts su AstraZeneca

Vaccinazione: cosa cambia dopo parere Cts su AstraZeneca

Milano – Da domani, giovedì 17 giugno, ripartiranno i richiami di AstraZeneca interessati dalla vaccinazione eterologa e sospesi nel periodo 12-16 giugno. Le seconde dosi saranno effettuate con vaccinazioni Pfizer-Moderna e si andranno a sommare ai vaccini già previsti in questo periodo. Negli ultimi giorni le autorità hanno infatti  stabilito di somministrare un vaccino mRNA alle persone che hanno meno di 60 anni e che sono state vaccinate in prima dose con AstraZeneca. Nulla cambia invece per i richiami delle persone over 60 vaccinate in prima dose con Astrazeneca. Come da indicazioni del Ministero della Salute e di Aifa, infatti, il richiamo sarà effettuato con lo stesso vaccino. 

La decisione: stop Astrazeneca agli under 60

Negli scorsi giorni una circolare del ministero della Salute ha dato indicazioni perentorie sull'utilizzo del siero dell'azienda anglo-svedese, destinato solo agli over 60. La decisione presa dal ministro della Salute Roberto Speranza, ha obbligato le Regioni a cancellare gli open day - che se verranno riorganizzati, è scritto nel verbale del Cts, dovranno “rispettare le indicazioni per fasce d'età” - e a rivedere l'agenda delle prenotazioni. Dopo le polemiche seguiti allo stop delle somministrazioni di Astrazeneca a chi ha meno di 60 anni, al via dunque nelle regioni i richiami con Pfizer e Moderna per chi ha avuto la prima dose del farmaco dell'azienda anglo-svedese. 

L'impatto sulla campagna vaccinale

La necessità di ricalibrare i richiami avrà un impatto anche sulla campagna vaccinale in Lombardia. “Qualche giorno o qualche settimana la dovremo perdere perché si dovrà riprogrammare la distribuzione dei vaccini” ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana. Il ritardo stimato in 2-3 settimane. “Siamo ancora in attesa di avere delle specificazioni maggiori perché purtroppo la scienza su questo campo è particolarmente contraddittoria. Non si ha una voce unanime, speriamo di averla” ha aggiunto.

Il nodo delle forniture

E sulla necessità di avere più dosi di altri vaccini per compensare, Fontana ha spiegato: "C'è stata una generica rassicurazione del generale Figliuolo il quale ha detto che si cercherà di dare una risposta a questa legittima richiesta di aumentare le inoculazioni di Pfizer e di Moderna. Abbiamo bisogno di più dosi, altrimenti c'é il rischio di dover rallentare. Dato che la vaccinazione sta andando molto bene come risultati, noi non vogliamo rallentare".

Vaccini: i dati della Lombardia

In Lombardia, dati aggiornati a questa mattina, sono state somministrate 7.486.393 dosi di vaccino anti Covid, pari al 96,39% delle dosi consegnate, con un incremento giornarliero di 94.884 vaccini in 24 ore. Il dato colloca la regione al primo posto per numero assoluto di vaccini somministrati (va anche sottolinato che la Lombardia è la regione più popolosa d'Italia), davanti a Lazio, Veneto ed Emilia Romagna. Il numero totale di somministrazioni comprende 2.266.253 seconde dosi e 5.219.140 somministrazioni. 

Quali vaccini sono somministrati in Lombardia?

Al momento – manca ancora la ricaduta pratica della vaccinazione eterologa che abbasserà il numero di dosi Astrazeneca somministrate – il 67,7% delle vaccinazioni è stata effettuata con Pfizer-Biotech, il 19,64% con AstraZeneca, a seguire Moderna (9,12%) e il monodose Janssen (3,45%). 

AstraZeneca: cosa accadrebbe se non si usasse più?

"Qualora si dovesse decidere di stoppare Astrazeneca per tutti, penso che in Lombardia le conseguenze sarebbero limitate perché la gran parte delle fasce di eta' che possono utilizzare questo vaccino sono state quasi tutte coperte" ha detto ieri il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Alla domanda se la Regione ora si trova ad avere dosi del vaccino anglo-svedese in eccesso, il governatore lombardo spiega che "proprio perche' abbiamo rispettato i criteri delle fasce di eta', non abbiamo accumulato dosi che non abbiamo utilizzato, non c'e' questo problema".

J&J: per quale fascia d'età?

Pur tenendo conto delle analogie esistenti tra il vaccino di AstraZeneca e il vaccino Janssen (J&J), sia per le piattaforme utilizzate che la tipologia di eventi tromboembolici riportati, “lo stato attuale delle conoscenze (che fanno propendere per un rischio associato all'adenovirus), il numero di poco superiore al milione di dosi somministrate nel Paese e la rarità delle segnalazioni di eventi trombotici rari a oggi disponibili, non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio relativo al vaccino Janssen” è spiegato nel verbale del Cts, allegato alla circolare di Aggiornamento sui vaccini. 

Il vaccino J&J, rileva il Cts, è connotato “dal vantaggio della singola somministrazione, peculiarità che può risultare di particolare beneficio in determinate categorie di popolazione”. Quanto agli eventi di trombosi rare, i dati disponibili presso i Centri per il controllo delle malattie CDC statunitensi al momento della ripresa della campagna negli USA riportavano 7 eventi per milione nelle donne di età compresa tra 18 e 49 anni e un tasso di 0,9 per milione di vaccinazioni tra le donne di età pari o superiore a 50 anni. Per le donne dai 50 anni in su e per gli uomini di tutte le età, l'evento avverso, afferma il Cts, “è ancora più raro”. Il Cts rileva inoltre che “l'eventuale evidenza, nel contesto nazionale e internazionale, di fenomeni tromboembolici dopo il vaccino Janssen dovrà essere oggetto di attento e costante monitoraggio attraverso le procedure di farmacosorveglianza e vaccino-vigilanza, in maniera tale da offrire, nel breve futuro, la possibilità di formulare più compiuto parere su questo vaccino all'acquisirsi di ulteriori evidenze rispetto all'eventuale incidenza di fenomeni VITT e all'evolversi della situazione epidemiologica”-