In Lombardia fatti il 22% dei vaccini: nuove dosi in ritardo

La regione raggiunge le 24mila iniezioni, ma in base ai dati del Ministero sinora è arrivato solo un terzo delle razioni previste in settimana

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Milano, 7 gennio 2021 - Sono stati vaccinati circa settemila lombardi ieri, dunque superano i 24.100 gli operatori sanitari e ospiti di Rsa che hanno fatto la prima iniezione-scudo dall’inizio della campagna, ha fatto sapere la Regione, anticipando il dato ancora in corso di comunicazione da parte degli hub al monitoraggio nazionale, che all’aggiornamento delle 17.50 segnava 19.536 dosi iniettate in Lombardia.

Ma la percentuale rimane al 22% di quelle ricevute, perché il contatore ministeriale ieri ha aggiornato anche il numero dei vaccini consegnati, segnando 109.845 alla voce Lombardia. Vale a dire appena 29.250 più delle 80.595 razioni della prima fornitura del 30 dicembre, nemmeno il 33% delle nuove 88.920 che la struttura commissariale aveva annunciato in arrivo lunedì scorso. Consegna poi slittata, e se probabilmente vale per la comunicazione delle dosi arrivate lo stesso scarto temporale che esiste per le dosi iniettate (in Lombardia sono ben 65 gli hub di somministrazione), a quanto risulta al Giorno delle 76 “pizze“ previste questa settimana, che hanno iniziato ad arrivare martedì dalla Pfizer agli ospedali lombardi, ieri era giunto a destinazione circa il 40%.

Così, mentre l’affaire siringhe (circa quarantamila delle novantamila mandate agli hub lombardi dal commissario per iniettare la prima fornitura di Pfizer erano inadeguate perché troppo grandi o senza tacche) continua ad alimentare le polemiche della Lega contro il Governo, è l’incertezza sulle prossime consegne di vaccini, spiega al Giorno un addetto ai lavori, a suggerire agli ospedali di tenere almeno una riserva per le seconde dosi: perché lo Pfizer-BioNTech protegga dal Sars-CoV-2 la seconda iniezione va fatta tassativamente tra il 19esimo e il 23esimo giorno dopo la prima; cioè dal 15 al 19 gennaio per i vaccinati del V-Day, dal 23 al 27 per i 6.400 di lunedì e così via. "Sui vaccini e l’arrivo di nuovo personale per le somministrazioni serve un accordo nazionale", avrebbe sottolineato l’assessore al Welfare Giulio Gallera al vertice Governo-Regioni di ieri; una richiesta probabilmente per la fase due della campagna, prevista da marzo in poi e a un ritmo diverso rispetto alle 10-20 mila vaccinazioni quotidiane da mandare a regime in questa prima tranche che si consuma all’interno di ospedali e Rsa, e cui le Regioni devono provvedere con personale proprio.

Intanto la sorvegliata speciale torna a essere la curva del virus: ieri, con 28.462 tamponi processati, sono stati scoperti 2.952 nuovi lombardi positivi (di cui 727 nel Milanese e 310 in città), e continua il lento calo dei letti occupati in terapia intensiva (meno 4, a 471), ma da un paio di giorni s’è interrotta la discesa dei ricoverati nei reparti, 3.424 dopo un saldo positivo tra ingressi e uscite di 117 martedì e di 80 ieri; quando sono state più di 300, a quanto risulta al Giorno , le persone entrate in ospedale per Covid in Lombardia. Un andamento che fa il paio col rialzo delle chiamate per problemi respiratori al 118, ed è il retaggio, secondo gli esperti, delle due settimane di zona gialla pre-natalizie. Ieri sono tornati a salire anche i morti per Covid (92, ventuno erano milanesi), il conto della strage è a 25.498 in Lombardia.