Vaccini Italia, 4,5 milioni di over60 sono senza copertura. Gimbe: "Bisogna convincerli"

Il tasso di utilizzo delle dosi rispetto alle consegne è dell'89%, maglia nera alla Sardegna: solo 79,4%. Ma il Paese è quarto al mondo per dosi ogni 100 persone

La campagna vaccinale in Italia

La campagna vaccinale in Italia

Milano - Nel giorno in cui la Lombardia apre le prenotazioni per il vaccino anti Covid alla fascia 40-49 anni (sono 338mila i cittadini che si sono prenotati dalle 22 di ieri sera), il bilancio aggiornato a questa mattina parla di 28.859.336 di dosi finora somministrate in Italia, su un totale di 32.237.780 dosi consegnate (il 39,5% di quelle previste per il primo semestre 2021). Il tasso di utilizzo nazionale dunque è dell'89,5 per cento, ma con significative differenze tra le regioni. Il 33 per cento della popolazione ha ricevuto solo la prima dose, mentre 9.241.064 di persone (il 15,59 per cento) sono completamente vaccinate. 

L'andamento delle regioni

Sul totale di 28.859.336 di dosi somministrate, la Lombardia, che come detto ha aperto agli over 40 (con due ore di anticipo) da sola ne ha già iniettate 4.999.773, il 91,8 per cento di quelle che ha ricevuto. E rispetto alle dosi ricevute, stanno facendo molto bene anche il Veneto (2.395.237, il 91,8%), la Puglia (1.964.902, il 92,5%), il Molise (160.366, il 91,7%), le Marche (763.599, 92,2%), la Liguria (822.739, 92,4%), e la Campania (90,1%). 

Più a rilento invece la campagna vaccinale, sempre rispetto alle dosi a disposizione, nelle altre regioni. La Sardegna che è maglia nera con 713.381 somministrazioni (il 79,4% delle dosi ricevute). Freno tirato anche in Ato Adige, con la provincia autonoma di Bolzano che ha somministrato 261.075 dosi, l'84,6 per cento delle dosi a disposizione. Fa un po' meglio la Calabria, 840.305 (l'86,3 per cento). 

Le fasce d'età

Sono 16.137.738 le donne che hanno ricevuto almeno una dose, 12.721598 gli uomini. Per quanto riguarda le fasce d'età, la più affollata è quella degli 80-89 anni, con 6.231.404 milioni di dosi iniettate. Quelli che le hanno ricevute entrambe e quindi sono coperti, sono l'80,3 per cento (ma c'è un 11% che non ha ricevuto nemmeno una dose). A stretto giro segue la fascia 70-79 con 6.182.811 (il 25,7 è completamente vaccinato mentre il 22 per cento non ha ancora ricevuto nemmeno una dose). Ci sono poi i 60-69enni con 5.727.650: in questo caso all'appello della prima dose manca circa il 40 per cento, mentre i completamente vaccinati sono il 17%. Gli ultranovantenni che hanno avuto almeno una dose sono 1.389.919 (il 92%), i completamente vaccinati sono il 78,5%.  

In tutto, quindi, ci sono 4,5 milioni di euro di persone a rischio che non hanno ancora avuto nemmeno la prima copertura. 

La fascia dei 50-59enni ha ricevuto 4.150.146 dosi (all'appello per la prima dose manca il 70%), i 40-49 per i quali si stanno aprendo adesso le prenotazioni hanno ricevuto 2.385.979 dosi (il 18,5 per cento ha ricevuto almeno una dose). Per quanto riguarda i più giovani: dai 16 ai 19 anni sono state vaccinate 81.763 persone, i 20-29enni si assestano sul milione e 141.448. Infine i 30-39enni: 1.568.217. 

Over 60: c'è ancora molto da fare

L'allarme sulla mancata copertura viene dalla Fondazione Gimbe. Come detto, nella fascia tra i 60 e i 69 anni a vaccinazione non è ancora sufficiente. Su oltre 7,3 milioni, le dosi somministrate sono in totale 5.727.650, di cui 3,3 sono le prime dosi, 1,2 le seconde. Restano fuori quindi quasi 3 milioni di persone. Mettendo a rischio anche i risultati delle graduali riaperture. "Seguendo i trend delle coperture vaccinali - spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione  Gimbe - se per gli over 80 la frenata è iniziata quando le percentuali avevano superato l'80%, per la fascia 70-79 anni i segnali di rallentamento sono più precoci e per quella 60-69 le coperture salgono più lentamente". Questo dimostra che una vaccinazione di massa non può affidarsi solo alla prenotazione volontaria, ma deve essere integrata con altre strategie: dalla chiamata attiva al colloquio individuale per superare l'esitazione vaccinale; da campagne d'informazione con il coinvolgimento di influencer alla cosiddetta "spinta gentile" (nudge). Ad esempio, spiega ancora Cartabellotta "man mano che a tutti viene concessa l'opportunità di ricevere il vaccino, nel green pass questo dovrebbe offrire vantaggi maggiori rispetto all'esito di un tampone". 

Quarti tra i grandi Paesi

Nonostante le fatiche della campagna vaccinale, c'è però un dato che, un po' a sorpresa, getta una luce positiva sugli sforzi del Bel Paese. L'Italia, infatti,  è quarta nel mondo per dosi di vaccino somministrate ogni 100 persone. Secondo "Our World in Data", che tiene conto dei dati aggiornati al 19 maggio dei 30 Paesi più grandi al mondo, in Italia sono state somministrate 47,73 dosi per 100 abitanti. Meglio hanno fatto solamente il Regno Unito con 85,23 dosi (dati del 18 maggio), gli Stati Uniti con 82,91 dosi, e la Germania con 49,55 dosi (dati del 18 maggio). Questo guardando appunto alle nazioni più popolose (tra le quali, ad esmepio, non rientra Israele, che ha realizzato una campagna di vaccinazione massiva di successo). 

I quattro vaccini

Oltre la metà delle dosi somministrate sono Pfizer, segue poi Astrazeneca, quindi Moderna e infine Jhonson & Johnson. In linea, d'altra parte, con le forniture: Pfizer ha inviato oltre 22 milioni di dosi, 7 milioni Astrazeneca, 2,6 Moderna, mezzo milione Janssen. 

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