Vaccini in farmacia, Federfarma: "Così usciremo prima dalla pandemia"

Il segretario nazionale Roberto Tobia chiama a raccolta i colleghi: entro il 7 aprile l'adesione al piano vaccinale.

Le farmacie hanno ricevuto i vaccini destinati ai medici di base

Le farmacie hanno ricevuto i vaccini destinati ai medici di base

Roma, 5 aprile - "Siamo sempre stati al servizio dei cittadini, ora saremo anche al servizio del Paese per superare questa pandemia". Roberto Tobia, segretario Nazionale di Federfarma, chiama a raccolta i 73mila farmacisti di tutta Italia per dare piena attuazione a quello che definisce un "accordo epocale". Superando dubbi e resistenze di medici e sindacati (tra cui Anaao-Assomed e Fnomceo), l'accordo quadro firmato lunedì 29 marzo tra Governo, Regioni e Province Autonome, Federfarma e Assofarm, prevede la somministrazione dei vaccini anti-Covid in farmacia da parte del farmacista senza la supervisione del medico, come stabilito nel decreto Sostegni approvato il 19 marzo. I vaccini potranno essere inoculati in farmacia, in uno spazio distinto rispetto a quello riservato all'utenza, in gazebo allestiti fuori dalla farmacia o in orari di chiusura. Tante modalità per un unico obiettivo: accelerare la campagna vaccinale e sfruttare la capillarità delle farmacie come 19.600 potenziali hub sul territorio.

Dottor Tobia, l'accordo riconosce la figura del farmacista-vaccinatore, ma non tutti i farmacisti sembrano soddisfatti, anzitutto per l'esiguo compenso: 6 euro a inoculazione a fronte dei costi di smaltimento del materiale e igienizzazione dei locali. Che adesioni prevedete? "Siamo in fase di raccolta delle adesioni, le farmacie entro il 7 aprile devono comunicare a Federfarma Nazionale la loro disponibilità per essere inserite nel piano di distribuzione dei vaccini predisposto dalla struttura commissariale. Ci attendiamo una grande partecipazione e sicuramente l'avremo, in quanto siamo convinti che il senso di professionalità del farmacista, professionista del farmaco e dei servizi in farmacia (e la vaccinazione è sicuramente un servizio)  sarà messa a disposizione  della comunità e dei nostri pazienti, perché l'obiettivo è comune, ed è uscire da questa crisi pandemica  prima possibile".

Quando si parte in concreto? "Come farmacisti siamo già pronti perché molti colleghi, precorrendo i tempi, hanno completato dei corsi abilitanti. Altri si sono iscritti e stanno seguendo adesso i corsi dell'Istituto Superiore di Sanità. Abbiamo già oltre duemila farmacisti abilitati alla vaccinazione e presto diventeranno molti di più. In tanti sono già pronti a partire, altri stanno valutando una serie di condizioni per farlo. L'inizio delle vaccinazioni in farmacia non dipende solo da noi ma da una serie di adempimenti, primo tra tutti il recepimento dell'accordo da parte delle regioni, quindi l'arrivo dei vaccini. Credo che verso fine aprile si potrebbe entrare nel vivo della campagna vaccinale in farmacia".

La Liguria è già avanti "La Liguria aveva stipulato un accordo antecedente a quello nazionale sottoscritto tra Federfarma, Assofarm, governo e regioni che prevedeva cose diverse: si effettuavano prenotazioni per le vaccinazioni e si conservavano le dosi per poterle dispensare ai medici di base. Si tratta di un accordo diverso che è superato da quello nazionale".

La vaccinazione in farmacia offre il vantaggio della capillarità sul territorio, ma quanto è sicura rispetto all'inoculazione del siero negli hub vaccinali? "Ci sono le stesse garanzie di sicurezza. Abbiamo un protocollo che mette sullo stesso piano gli hub e le farmacie. I farmacisti sono formati con un corso dell'Iss e abilitati alla vaccinazione. Inoltre proprio la capillarità della farmacia, ovvero la presenza nei piccoli comuni dove la popolazione è composta in gran parte di anziani, fa sì che il farmacista conosca la storia sanitaria di ognuno di loro, e questo rende più semplice una corretta anamnesi ai fini vaccinali. In caso di patologie particolari o di soggetti cronici che assumono determinati farmaci, il farmacista rimanderà il paziente al medico di famiglia per una valutazione più approfondita".

L'accordo esclude dalla vaccinazione in farmacia oltre ai soggetti ad estrema vulnerabilità anche quelli che abbiano avuto pregresse reazioni allergiche gravi, ma è sempre possibile una prima volta. Siete preparati? "Nel protocollo sono previste tutte le disposizioni di sicurezza necessarie per affrontare le eventuali quanto remote emergenze. I vaccini sono i farmaci più sicuri. E lo sono più di un qualsiasi antibiotico che, in caso di bisogno, prendiamo senza magari consultare il medico o peggio associandolo erroneamente con un'altra molecola. Dopo l'inoculazione della dose, il paziente sarà monitorato per 15 minuti, il farmacista fornirà supporto di emergenza in caso di reazione avversa, avvisando immediatamente il 118 o somministrando l'adrenalina intramuscolo in caso di grave anafilassi con pericolo di vita".

Come saranno individuati i soggetti da vaccinare?  "I criteri di priorità saranno quelli indicati nel Piano vaccinale ma le modalità operative sono demandate alle Regioni".

Questo accordo allinea i farmacisti italiani ai colleghi di diversi paesi europei.  "Ci sono 14 paesi in Europa che da tempo effettuano vaccinazioni, non solo anti Covid, in farmacia. Durante la pandemia in Gran Bretagna i farmacisti hanno effettuato anche vaccinazioni a domicilio. Da un mese il governo francese ha emanato una norma che abilita i farmacisti alla vaccinazione anti Sars Cov-2. In Italia siamo arrivati ora a questa epocale decisione che ci avvicina all'Europa e al resto del mondo, dove sono quasi 60 i Paesi che svolgono l'attività di vaccinazione attraverso le farmacie".

Cessata l'emergenza Covid si continuerà a vaccinare in farmacia in Italia? "Non si torna indietro, si vaccinerà in farmacia anche in futuro".

agata.finocchiaro@ilgiorno.net