Vaccini anti-Covid: il piano della Lombardia

Gallera: "Entro gennaio 491.400 dosi". Oggi le prime, da domani le somministrazioni negli hub. Preoccupa l’esitazione dei sanitari

v-day in Lomvardia

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Milano, 30 dicembre 2020 -  Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano Sono date in arrivo oggi in Lombardia le prime dosi di Pfizer-BioNTech per partire davvero con la campagna di vaccinazione anti Covid, iniziando a somministrarle già domani negli hub, annuncia l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Di dosi in Lombardia ne arriveranno subito 94.770 mila per l’effetto moltiplicatore, sulle circa 75 mila già previste, dell’ultima indicazione dell’Aifa che ha stabilito, come già l’americana FDA, che da ciascuna fiala si possono ricavare non cinque vaccinazioni, ma sei.

Questa prima razione vera di vaccini era slitttata d’un giorno causa maltempo ma anche "un diverso calendario" comunicato dalla casa farmaceutica "per la consegna in Italia, prevista per questa settimana dal contratto sottoscritto con l’Ue", ha spiegato il commissario al Covid Domenico Arcuri. Sono 469.950 le dosi complessive che dovrebbero atterrare nella notte a bordo di sei aerei, due dei quali diretti alla Malpensa e a Bergamo-Orio al Serio, e poi raggiungere, su furgoni dotati di celle frigorifere, i 203 ultrafreezer (dove il farmaco, congelato a 75 gradi sottozero, si conserva fino a sei mesi) a disposizione nelle varie regioni, almeno 41 dei quali situati in Lombardia.

"In base alle informazioni ricevute" dalla Pfizer e dalla struttura del commissario, spiega Gallera, "entro il mese di gennaio arriveranno nella nostra regione 491.400 dosi di vaccino. Serviranno per completare le prime somministrazioni", potenzialmente a tutti e 336.076 i lombardi aventi diritto, di cui 278.046 operatori tra personale sanitario e non sanitario degli ospedali, dipendenti e volontari dell’emergenza-urgenza, medici e pediatri di base, lavoratori delle Rsa, e 58.030 ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali, "e ad avviare la somministrazioni delle iniezioni di richiamo", perché lo Pfizer-BioNTech prevede una seconda dose tra il 19esimo e il 23esimo giorno dopo la prima.

Il calendario delle consegne prevede cinque date: oggi l’arrivo di 81 vassoi di Pfizer-BioNTech in Lombardia; lunedì 4 gennaio, altri 76 vassoi; lunedì 11 (83 vassoi), lunedì 18 (82 vassoi) e lunedì 25 gli ultimi 98 vassoi di questa prima tranche. "Ciascun vassoio - spiega Giacomo Lucchini, responsabile della campagna anti Covid per la Lombardia - contiene 195 fiale e da ogni fiala, in base alle ultime disposizioni, si ricavano sei dosi di vaccino. Il numero delle dosi, e la tempistica delle consegne, verranno confermate di volta in volta nel corso delle riunioni quotidiane tra le Regioni e la struttura commissariale". Ma intanto "si entra nella fase operativa - dice l’assessore Gallera -. Finalmente possiamo iniziare a intravedere una luce in fondo al tunnel. Non abbiamo ancora vinto, ma seguiamo queste fasi con ottimismo e un forte senso di responsabilità". Sono ormai quotidiane le riunioni tra la Regione e i referenti degli ospedali e delle altre strutture coinvolte per definire i particolari della campagna, che sarà articolata in maniera capillare con 65 hub di cui 24 tra Milano e hinterland.

Uno - e la sola Rsa tra i 65 “nodi“ della rete - è il Pio Albergo Trivulzio, che domenica ha partecipato al V-Day vaccinando 50 persone: 38 operatori e 12 ospiti delle sue Rsa, tra i quali Franco Brioschi, ex tappezziere e imbianchino milanese di 88 anni. Che è stato, hanno spiegato ieri dalla Baggina, il primo degente over 85 a ricevere l’antiCovid in Italia. Quanto all’adesione del personale alla vaccinazione nella struttura diventata il simbolo della strage del virus nelle case di riposo, al momento si può solo stimare dato che la raccolta delle candidature è iniziata ieri e gli operatori, che da poco hanno ricevuto l’antinfluenzale, devono attendere almeno 14 giorni da quell’iniezione per fare l’antiCorona.

Al Trivulzio comunque stimano un’adesione interna oltre l’80% e oltre il 70% per il personale, ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco, ingaggiato come consulente tecnico-scientifico per fronteggiare l’emergenza. Pregliasco, che è stato uno dei “testimonial” vaccinati per primi al Niguarda durante il V-Day lombardo e ieri ha ripetuto che il problema dell’esitazione da parte di sanitari "è più grosso" di quello rappresentato dai no-vax, ha denunciato d’esser stato apostrofato sui social "come “incompetente”, “improvvisatore” e addirittura “servo di un complotto giudaico-massonico” o “a favore di poteri occulti che stanno prendendo il sopravvento”. Si sta creando un clima pericoloso - ha osservato il professore -. Non è facile mitigare l’effetto di quest’onda negazionista, per questo è ancora più importante che le istituzioni e la scienza unitariamente lancino un messaggio forte a favore della vaccinazione".