Vaccini a confronto, Burioni: "Nessuno è efficace al 100% ma salvano la vita"

L'esperto rassicura sul siero anti Covid: è sicuro e protegge dalle forme gravi. Il farmaco contro la parotite protegge solo all'80%

Roberto Burioni

Roberto Burioni

Nessun vaccino esistente funziona al 100%. Anche quello contro il morbillo, che è praticamente il campione del mondo dei vaccini, visto che dove viene usato ha fatto sparire dalla faccia della Terra il virus più contagioso che esista al mondo, ogni tanto fallisce.

Parola di Roberto Burioni, professore all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che in un lungo post sulla pagina Facebook di 'MedicFacts', il portale da lui fondato, parla dell'efficacia dei sieri oggi disponibili contro il Covid. Burioni ribadisce che il vaccino anti-Covid "è sicuro, protegge dalle forme gravi e ostacola il contagio".

Morbillo e parotite: efficacia farmaci lontana dal 100%

Confrontando diverse epidemie e le relative campagne vaccinali, Burioni ricorda: "Nell'epidemia (di morbillo) che ha colpito il nostro Paese negli anni 2016-2017, con meno di 10mila casi, qualche decina di ammalati era completamente e correttamente vaccinata, ma questo non ha impedito il contagio. Altri vaccini sono ancora meno efficaci sulla singola persona. Prendiamo quello contro la parotite: la vaccinazione completa fornisce una protezione che è in media intorno all'80%, ma gli studi sul campo hanno mostrato una ampissima variazione di questo numero. Insomma, siamo ben lontani dal 100%. Il vaccino contro la parotite - aggiunge l'esperto -  ha un'efficacia che nei diversi studi è andata dal 55% al 90% nelle osservazioni più recenti e accurate. Nonostante la sua 'inefficacia', i casi di parotite sono passati negli Usa da quasi 200mila all'anno a meno di 400, e i morti annuali da diverse decine a zero. Però questo è accaduto solo dove tutti si sono vaccinati, non dove si è vaccinato solo il 60% della popolazione".  

Siero anti Covid: il problema delle varianti 

In merito al vaccino contro il Covid-19 la difficoltà maggiore, evidenzia Burioni, è data dal fatto che il virus che questo vaccino deve combattere cambia continuamente, in un modo che non sappiamo, mentre lo sappiamo benissimo per vaccini in uso dagli anni '60. "Ci sono però delle certezze che oggi abbiamo sul vaccino contro Covid. Prima di tutto - spiega Burioni - è un vaccino sicurissimo (sono state somministrate miliardi di dosi con rarissime reazioni avverse gravi), in secondo luogo al momento è efficacissimo nel prevenire la forma più grave della malattia. Sappiamo anche che la sua efficacia è diminuita da quando è apparsa la variante Delta, ma non è dato sapere al momento se questo dipende dal fatto che la variante sa sfuggire al vaccino o (più probabile) dal fatto che questa variante è immensamente più contagiosa della precedente, facendo raggiungere al virus concentrazioni migliaia di volte superiori nella bocca e nel naso del malato. Insomma - esemplifica Burioni - un giubbetto antiproiettile è efficace, ma un conto è sparare con una piccola pistola, un conto è sparare con una di grosso calibro. Ci si salva comunque la vita, ma nel secondo caso ci si può rompere una costola". "La questione molto rilevante di cui si parla è la capacità di questo vaccino di impedire il contagio. Questo dato - avverte il virologo - è molto più difficile da misurare, perché potendo essere contagiati e contagiatori asintomatici bisogna fare dei controlli molto complicati da mettere in atto. Su quanto questo vaccino possa essere in grado di diminuire il contagio possiamo discutere, ma è indubbio - afferma lo scienziato - che la vaccinazione è in grado di ostacolare il contagio in maniera notevole, anche se non al 100%". "In altre parole - evidenzia lo scienziato - è certo che in una comunità vaccinata il virus circola molto di meno, perché i vaccinati sono meno infettivi e si infettano di meno". 

Il vero problema: troppi non vaccinati

"Il vero problema, al momento - continua il virologo - non appare dunque tanto legato al vaccino quanto al fatto che ancora molte, troppe persone non si sono vaccinate. Se guardiamo Israele, che è stato il primo a partire, la percentuale di vaccinati si è fermata poco sotto al 60%, in Italia siamo intorno al 54%. Come vedete, c'è ancora tantissima gente che può essere infettata e che consente la circolazione del virus. Dunque è giusto porsi il problema dell'efficacia del vaccino (nel caso della polio il primo vaccino non è stato il più efficace; il secondo - Sabin - è quello che ha fatto sparire la malattia), della durata della protezione e della necessità di una terza dose. Ma al momento - insiste Burioni - il problema più rilevante, nel nostro Paese, è vaccinare tutte le persone che si possono vaccinare, in modo da ridurre il più possibile sia la circolazione del virus, sia l'impatto del virus sulla salute delle singole persone e sulla sanità pubblica. Insomma - conclude il virologo - mentre ci chiediamo quanto è efficace il vaccino contro Covid e quanto durerà la protezione (domande alle quali avremo risposte solo nel futuro), quello che è importante nel presente è fare buon uso delle cose che sappiamo con ragionevole certezza. Il vaccino è sicuro, protegge dalle forme gravi e ostacola il contagio. La vaccinazione non è solo un gesto di protezione individuale, ma rende più sicura tutta la nostra comunità ed è utile agli altri. Se non volete farlo per voi, fatelo per i vostri e i nostri figli che già hanno pagato così cara negli ultimi 2 anni questa gravissima catastrofe sanitaria".