Università, regolarità negli studi: Milano sul podio. Male Bergamo

L'indagine fa emergere realtà diverse per le due città

Studenti dell'università di Bergamo

Studenti dell'università di Bergamo

Milano, 19 ottobre 2018 - Milano sul podio delle città universitarie dove si registrano meno casi di abbandono degli studi e Bergamo che, invece, risulta la sede di ateneo con la più alta percentuali di studenti che decidono di abbandonare o che non sostengono nessun esame durante l'anno accademico. Lo sostiene l'Universita' Popolare "Stefano Benemeglio" delle Discipline Analogiche (www.upda.it) che - tenendo in conto sia i corsi di studio universitari che quelli di formazione terziaria professionalizzante - ha sommato il numero degli studenti che interrompono gli studi a quelli che nell'arco dell'anno non sostengono neanche un esame, ottenendo cosi' una percentuale degli studenti " irregolari". Prendendo in esame sia i corsi universitari che quelli parauniversitari, a livello nazionale il tasso di abbandono medio annuo è risultato essere del 24%.

Il tasso di abbandono meno rilevanti si registrano a Bari (12%), a Verona (13%) e a Milano (15%), che si collocano sul podio delle città universitarie con più studenti regolari. Seguono poi Torino e Catania che si posizionano pari merito con un tasso di abbandono del 16%. I risultati della ricerca non sono del tutto confortanti per la Lombardia: in alcune citta` il tasso di abbandono e` quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Accade a Bergamo che guida la classifica delle citta` con un maggior numero di studenti irregolari (45%), seguita da Camerino (38%) e da Viterbo che si colloca al terzo posto con il 34%. Poi ancora seguono Pisa (30%), Palermo (27%) e Roma (25%). Mentre Firenze, Bologna e Napoli rientrano nell'ambito della media nazionale del 24%. 

L'approccio metodologico adottato dall'Universita' Popolare delle Discipline Analogiche per questa ricerca ha considerato come "studenti irregolari" coloro i quali non hanno superato alcun esame oppure non si sono iscritti all'anno successivo. "Ma se il calcolo venisse fatto conteggiando il numero di studenti che non riescono ad acquisire i crediti formativi nei tempi previsti dal loro piano di studi, il tasso degli studenti irregolari sarebbe piu` o meno del doppio rispetto ai dati elaborati", chiarisce Samuela Stano, presidente dell'Universita' Popolare delle Discipline Analogiche.