Covid e turismo: ecco i Paesi che riaprono in vista delle vacanze di Natale

Via libera, negli Usa, ai visitatori vaccinati. Regole stringenti in Israele, frontiere ancora sigillate in Giappone

Rockfeller Center, New York

Rockfeller Center, New York

Mancano meno di cinquanta giorno alle vacanze di Natale, che potrebbero essere all'insegna di una certa normalità. E non è troppo tardi per pensare a un viaggio, per lasciarsi alle spalle un periodo difficilissimo. Negli ultimi gioni sono diversi i Paesi che, anche per intercettare i turisti d'inverno, stanno allentando le misure per accogliere i visitatori. La notizia di oggi è la fine del travel ban negli Stati Uniti, il divieto di ingresso imposto, un anno e mezzo fa, in piena pandemia da Covid-19, dall'allora presidente Usa, Donald TrumpGli Stati Uniti, infatti, hanno riaperto oggi le loro frontiere, chiuse da venti mesi, per le persone vaccinate contro il coronavirus provenienti dai Paesi europei, ma non solo.

Come si stanno comportando gli Paesi? Vediamo alcuni esempi.

Stati Uniti 

Da mesi il comparto Usa del turismo chiedeva di riaprire le frontiere. Oggi, 8 novembre, arriva la buona notizia: dopo venti mesi le persone vaccinate contro il coronavirus provenienti da una lista di Paesi (europei ma non solo) potranno entrare nel Paese. Porte aperte anche con il Canada e con il Messico. E proprio lungo la frontiera messicana si sono create code lunghe chilometri con centinaia di auto in fila. Anche le persone a piedi hanno creato lunghe code. Le nuove regole introdotte dall'Amministrazione Biden prevedono che i viaggiatori provenienti dall'Europa mostrino il certificato dell'avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 e un tampone negativo. Per chi proviene dal Messico e dal Canada, invece, è sufficiente la prova della vaccinazione effettuata, non sarà richiesto un test. I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno spiegato che verranno accettati tutti i vaccini, compreso quindi Astrazeneca usato in gran parte in Canada e nel Regno Unito.  Previsto un aumento dei viaggiatori provenienti dall'Europa, tanto che le compagnie aeree hanno provveduto ad aumentare i collegamenti aerei.  

Australia

Il primo novembre, dopo 600 giorni, l'Australia ha riaperto le sue frontiere. Era il 20 marzo 2020 quando il continente aveva disposto una delle chiusure delle frontiere più severe al mondo per proteggersi dalla pandemia di Covid-19. Tuttavia resta ancora abbastanza complicato per un semplice turista non cittadino australiano programmare un viaggio nel Paese. Infatti ai titolari di visti temporanei (quindi anche ai turisti) è permesso l’ingresso in Australia soltanto se in possesso di un’esenzione rilasciata dalle autorità australiane. E ancora, dovranno inoltre dimostrare di essere completamenti vaccinati con un vaccino riconosciuto, presentare prova di un test molecolare (non valgono quelli rapidi) negativo effettuato entro tre giorni dalla partenza e compilare l'Australian Travel Declaration (ATD) 72 ore prima della partenza.

Gran Bretagna

La Gran Bretagna ha alleggerito ancora di più le retrizioni per chi arriva dall'Italia per chi è vaccinato con il ciclo completo di vaccinazione: prima di partire bisogna prenotare il "day 2 test", cioè il tampone da effettuare entro il secondo giorno dall'arrivo. Da fine ottobre è valido anche quello rapido, non solo quello molecolare. Gli estremi della prenotazione del tampone vanno indicati nel Passenger locator form, documento indispensabile insieme un’attestazione vaccinale (tra cui la certificazione verde europea). Molto più dure le regole per chi non è vaccinato: tra le altre cose, devono rispettare una quarantena di dieci giorni. 

Giappone

Per gli amanti del Paese del Sol Levante non ci sono buone notizie: l’ingresso nel Paese per motivi di turismo è vietato fino a nuove indicazionida qualsiasi Paese del mondo. E c'è di più: le autorità locali hanno anche sospeso, fino a data da definirsi, la concessione di nuovi visti per studio o lavoro.

Israele

Israele è aperta ai turisti ma con regole molto strette. A partire dal primo novembre: l’ingresso è consentito attraverso l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, anche per motivi di turismo, purché il viaggiatore abbia concluso il proprio ciclo vaccinale da non più di sei mesi con uno dei vaccini approvati (Pfizer, Moderna, Johnson and Johnson, AstraZeneca, Sinovac e Sinopharm. Sputnik sarà valido dal 15 novembre ma servirà un test sierologico); non abbia soggiornato in un Paese considerato ad alto rischio nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Israele. Al momento dell'imbarco bisogna presentare un test molecolare negativo effettuato 72 ore prima della partenza; un certificato di vaccinazione o di guarigione conforme a quanto prescritto dalle Autorità israelianeun'assicurazione sanitaria che copra il rischio di malattia da Covid per tutto il periodo di permanenza in Israele; la conferma dell’avvenuta compilazione online della dichiarazione di ingresso (Entry statement). 

Chi ha il Green pass europeo, dovrà caricarlo nell’apposita sezione dell’“Entry statement” per ricevere al proprio indirizzo mail il “Green pass” israeliano. Ma non è finita qui: all'arrivo in Israele, è obbligatorio sottoporsi in aeroporto a un ulteriore test molecolare e rimanere in isolamento fino alla ricezione dell’esito 

Spagna

Le modalità di ingresso in Spagna dipendono dalla classificazione (alto o basso rischio) del Paese o dell'area di provenienza. La lista dei paesi a rischio è aggiornata ogni settimana e si trova qui. Per esempio, fino al 14 novembre, per quanto riguarda l'Italia sono considerati a rischio la Provincia Autonoma di Bolzano, l'Abruzzo, la Calabria, la Campania, l'Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, la Liguria, le Marche, la Provincia Autonoma di Trento, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, l'Umbria e il Veneto. Chi arriva da queste zone deve uno dei seguenti documenti (anche sotto forma del Green pass): certificato di vaccinazione completa contro il Covid. Oppure certificato che attesti di essersi sottoposti a un test negatività al Covid realizzato nelle 48 ore antecedenti l’ingresso nel territorio nazionale. I test ammessi sono quelli di natura molecolare e antigenici (test rapidi) riconosciuti dall’Unione europea. Oppure certificato di guarigione dal Covid, emesso almeno 11 giorni dopo il primo test positivo e con validità di 180 giorni dalla data di estrazione del campione. 

Non solo: bisogna anche compilare, prima del viaggio, un "formulario di salute pubblica" attraverso il sito internet Spain Travel Health (e questo è l'unico obbligo per chi arriva da Paesi considerai sicuri).

Austria

Se si è vaccinati o si è guariti dal Covid, si può entrare in Austria senza altri limiti. In alternativa è obbligatorio essere in possesso di un test Covid negativo (effettuato nelle 72 ore precedenti se molecolare, nelle 48 ore precedenti se antigenico) al momento dell’ingresso in Austria, o di effettuarlo nelle 24 ore successive. Il possesso di test o di certificato di guarigione o di vaccinazione esonera dalla quarantena, a condizione che si sia stati esclusivamente in Austria o in uno dei Paesi considerati a basso rischio (tra cui l'Italia).  Tuttavia, al netto dei documenti necessari per entrare in Austria, bisogna anche considerare le regole per vivere la vacanza, che entrano in vigore proprio oggi e si possono riassumere nella regola delle "2-G" (Geimpft=vaccinati, Genesen=guariti). 

Dunque bisognerà essere o vaccinati o guariti, mentre non sarà valido l'esito negativo di un tampoine, se si vorrà accedere a: ristoranti, alberghi, esercizi di ristorazione notturna, musei e istituzioni culturali, ricreative e sportive, e impianti di risalita. In un periodo transitorio di quattro settimane la prima vaccinazione in combinazione con un test molecolare è considerata un titolo d'accesso. La mascherina FFP-2 è obbligatoria in negozi, musei e biblioteche. La validità dei certificati di vaccinazione è ridotta a nove mesi dopo l'immunizzazione completa (in precedenza 12 mesi). In seguito, un'ulteriore dose (di solito la terza) è necessaria per un certificato valido. Quanto ai bambini sono attualmente esentati dall'obbligo di presentare un titolo d'accesso fino ai dodici anni di età. 

Thailandia 

La Thailandia riapre al turismo proveniente da 63 paesi con un basso numero di contagi da coronavirus. Oltre a Germania, Austria e altri paesi dell'Ue, oltre alla Svizzera, l'elenco dei paesi approvati dal ministero degli Esteri thailandese comprende anche Stati Uniti, Cile, Emirati Arabi Uniti e Bhutan. I viaggiatori devono essere completamente vaccinati e risultare negativi al test per il Covid-19 nelle 72 ore prima della partenza.  All'arrivo è obbligatorio un altro test, dopo il quale i viaggiatori non avranno bisogno di quarantena per recarsi nei luoghi aperti al turismo. I viaggiatori non vaccinati dovranno invece trascorrere dieci giorni in quarantena in hotel dopo l'arrivo nel paese.