Il tumore si sconfigge anche a tavola: "Ecco chi sono i nemici bianchi"

L’oncologa Di Fazio: "Attenti a farine, latte, sale e allo zucchero"

Maria Rosa Di Fazio

Maria Rosa Di Fazio

Milano, 7 dicembre 2016 - Il titolo dice già molto sul legame tra alimentazione e tumori: «Mangiare bene per sconfiggere il male». A firmare il libro (Mind edizioni, 14 euro) già in alta classifica, è la dottoressa Maria Rosa Di Fazio, dal 2015 responsabile di Oncologia al Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino, dove applica un metodo chemioterapico “soft” integrato e personalizzato, affidatole dal professor Philippe Lagarde, luminare di fama mondiale.

Dottoressa, che sia un’oncologa a occuparsi del nesso tra cibo e salute, o all’opposto quello tra cibo cattivo e malattia, è abbastanza curioso.

«Trovo più curioso il fatto che il nesso venga invece sottovalutato da tanti colleghi. Soprattutto tenendo conto che l’alimentazione sbagliata pesa oggi per almeno il 40% sull’insorgenza dei tumori, ma anche delle malattie autoimmuni, che in una scala di gravità colloco subito sotto ai tumori».

Attenti a farine, zucchero, latte, sale. Dal suo libro sembra che il bianco non si confaccia a una sana alimentazione.

«È senz’altro una bizzarra coincidenza cromatica. Prendiamo la cosa per un vantaggio: chiamandoli “i quattro nemici bianchi“, ci sarà più facile ricordarcene. In particolare lo zucchero, l’alimento «preferito» dai tumori... Certo, le cellule tumorali si nutrono anche di ossigeno e di fattori di crescita (contenuti in diversi alimenti spesso “insospettabili“), ma è un fatto che con gli zuccheri ci banchettino. Ne divorano venti volte tanto rispetto alle cellule sane. Aggiungo che il gusto per le cose dolci dà dipendenza: più ne mangiamo e più ne vogliamo mangiare. Chi produce certi cibi lo sa bene».

Lei sostiene che l’intolleranza al glutine riguardi ormai quasi la metà della popolazione.

«Non lo sostengo io, sono dati che arrivano da centri di studio internazionali. La sottovalutazione del fenomeno nasce dal fatto che per accertare la celiachia i test da campione sanguigno dicono poco. Serve un esame bioptico, che quindi nessuno fa. Così ci nascondiamo dietro al tranquillizzante 2% di casi conclamati. L’intolleranza al glutine, dalla più lieve fino alla vera celiachia, riguarda oltre la metà della popolazione del mondo occidentale. Dalla brioche del mattino alla pizza serale, di glutine ne ingurgitiamo quantità abnormi. E il glutine in eccesso - questo è il problema - “rottama” il sistema immunitario, principale difesa contro le malattie».

Che dire della carne?

«Non la elimino mai del tutto, tranne per chi è affetto da alcune patologie oncologiche (colon, stomaco). Detto questo, la carne rossa la riduco molto anche a chi, per sua fortuna sano, mi chiede un regime di prevenzione. E io suggerisco loro una sola porzione alla settimana e mai grigliata. Quanta? In grammi quanti sono i chili del proprio peso. Perché così poca? Anche se bio, la carne contiene fattori di crescita, ormoni sessuali e ci acidifica. Quanto a quella bianca, attenti agli estrogeni».

Si dice che l’intestino sia il nostro secondo cervello.

«È un’assoluta verità. Io dico che è il regista della nostra vita. Se funziona bene, difficilmente ci ammaleremo d’altro. Ricordiamoci infatti che l’80% del sistema immunitario è nell’intestino».

Lei insiste sull’importanza di un’educazione alimentare fin dall’infanzia. Cosa dobbiamo spiegare ai bambini?

«Più che spiegare, diamo loro il buon esempio. Cominciando con il “rivoluzionare“ il carrello della spesa, eliminando il più possibile cibi e bevande industriali. Il 90% di quanto c’è sugli scaffali è del tutto superfluo. O ci fa male. E ai bambini ne fa di più, perché le basi di un adulto sano (o malato) si costruiscono nei primissimi anni. Insomma, abituateli ai cibi naturali, su tutti le verdure. Mangiandone tante, e di gusto, davanti a loro. E fate sparire per sempre merendine, creme spalmabili, biscotti e bibite gassate. Volete figli diabetici, obesi e con la steatosi epatica? Non avete idea di quanti ne veda io, già ridotti così».

I principi delle diete sane?

«Cibi freschi, naturali, lavorati il meno possibile dall’uomo, che abbiano viaggiato poco e che siano sempre di stagione. E mai e poi mai certi orrori impanati, bisunti, fritti e surgelati dai quali cola fuori robaccia grassa e filante. La gente li compra perché sono “veloci”. Vero: veloci nel farci ammalare».

Che cosa ne pensa della dieta dei gruppi sanguigni?

«Ha valide basi, a patto di applicarla senza schematismi, tarandola caso per caso. Lo verifico da anni, da oncologa, incrociando i dati dei pazienti, i gruppi sanguigni, il loro RH e le abitudini alimentari. Specie quelle sbagliate».

Frutta e verdura sì, uova con moderazione... vale ancora?

«Frutta e verdura non sono la stessa cosa. Io raccomando ogni giorno quattro porzioni di verdura, principale alleata della salute. E una porzione di frutta di un unico tipo, al mattino, mai dopo i pasti e mai e poi mai dopo cena o abbinata a cereali. Mangiata senza controllo apporta troppo zucchero, anche se è fruttosio. Quanto alle uova, una delle più plateali menzogne è dar loro la colpa del colesterolo alto, responsabilità che hanno invece i carboidrati. Ma anche la frutta, se mangiata all’ora sbagliata. Il solo “difetto” delle uova è che costano poco, in cambio di quello che ci danno, la preziosissima albumina su tutto. Così qualcuno ha pensato bene di criminalizzarle per venderci altro».