Antonio Sedino ed Elisa Zanarotto, ecco la coppia diabolica che ha truffato 160 persone

Como, 160 investitori raggirati con la quotazione “fantasma” di Ixellion. Villa e auto di lusso nel maxisequestro

Antonio Sedino, 46 anni, ed Elisa Cristhal Zanarotto, 30

Antonio Sedino, 46 anni, ed Elisa Cristhal Zanarotto, 30

Raccoglievano investimenti in tutta Italia e in mezza Europa. Si spacciavano per rappresentanti di una holding a cui faceva capo un gruppo di brillanti aziende che operavano nel settore dell’innovazione tecnologica. Così Antonio Sedino, 47 anni, e la convivente Elisa Cristhal Zanarotto, 31 anni, formalmente residenti in Estonia ma di fatto domiciliati a Como, si potevano permettere un tenore di vita decisamente elevato: villa di proprietà, un piccolo parco macchine tra cui scegliere ogni giorno, tra cui Porsche 911 Coupè, Audi Q8 e Bmw M3.

Spese personali senza badare al plafond della carta di credito. Alle decine di clienti che si fidavano di loro, avevano prospettato l’imminente quotazione in borsa della società, di fatto mai avvenuta. Erano truffe, messe a segno attraverso una attenta strategia di marketing: inserzioni e articoli su testate giornalistiche settoriali, una app dedicata e comunicazioni sul sito internet della “Ixellion Ou”, originariamente di diritto estone e poi con sede in Lussemburgo. Oppure via mail e con pubblicità in ambiti finanziari.

L’obiettivo era creare visibilità e credibilità a quel progetto catalizzatore di denaro altrui. Che tuttavia, non avendo mai ottenuto l’autorizzazione da parte di Consob, si basava su un totale abusivismo finanziario. La loro vita da sogno, per usare una calzante frase fatta, si è frantumata la mattina del 19 gennaio scorso, quando i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como hanno suonato alla porta della loro abitazione per arrestarli.

Sedino era finito in carcere, dove è rimasto per mesi, fino alla recente concessione degli arresti domiciliari, la Zanarotto fin da subito ai domiciliari nella loro casa alla periferia di Como, il cui valore è stato valutato in 630mila euro. Un bene che ora è stato confiscato, assieme alle auto e a monili, orologi e oggetti in metallo prezioso, dal controvalore stimato in circa 250mila euro, e quasi 400mila euro in quote societarie e fondi pensione. L’acquisizione di beni di proprietà della coppia disposta dal giudice, dovrà raggiungere la cifra pari al profitto del reato commesso: 3 milioni e 400mila euro, per poter essere messi a disposizione delle parti offese. Inoltre nei beni destinati a confisca, compaiono anche i filamenti di nichel fittiziamente inseriti nei bilanci societari per circa 2 miliardi di euro, ma il cui valore è stato valutato, dai periti del Tribunale di Como, oscillante tra 200mila e un milione di euro.

L’esecuzione della confisca è l’ultimo atto del procedimento penale nei loro confronti, nel quale hanno scelto di patteggiare 3 anni e 9 mesi di reclusione lui, 2 anni e 8 mesi lei, per concorso di truffa ai danni di numerosi investitori residenti in varie parti d’Italia, abusivismo finanziario e autoriciclaggio di 4 milioni di euro. Sono inoltre accusati di avere svolto senza autorizzazione i servizi di investimento per almeno 160 clienti, che hanno sottoscritto azioni della Ixellion a un prezzo oscillante tra 40 centesimi e un euro, certi della solidità della società. Investitori che le indagini hanno rintracciato in tutta Italia, o che si sono fatti avanti quando il sito della società era stato oscurato, e hanno capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto.