Sos trasporti in Lombardia, Fontana: "Trenord, sì all’arrivo di nuovi soci"

Regione in pressing sulle Ferrovie. Oggi vertice a Roma

Attilio Fontana

Attilio Fontana

Milano, 14 novembre 2018 - Una richiesta precisa e due ipotesi di lavoro per Trenord. Questo lascia in dote la seduta del Consiglio regionale dedicata ai guai e alle prospettive del trasporto ferroviario lombardo. La richiesta è indirizzata alle Ferrovie dello Stato e al Governo, proprio oggi il governatore Attilio Fontana, atteso a Roma, la metterà sul tavolo del ministro Danilo Toninelli ed è quella formalizzata nella risoluzione approvata con 46 voti a favore, tutti della maggioranza di centrodestra, 27 contrari (Pd e Movimento 5 Stelle) e 2 astenuti dall’aula del Pirellone: «Ferrovie dello Stato e Trenitalia investano in Trenord esattamente quanto investe la Regione attraverso Fnm». A fronte di un’effettiva e garantita parità di investimenti, la Regione è pronta a prorogare fino al 2026 il contratto con la stessa Trenord, in scadenza nel 2020.

In alternativa, ecco due ipotesi di lavoro. La prima è dare a Trenord lo stesso assetto di A2a. A chiederlo è stata la lista d’opposizione Lombardi Civici Europeisti con un emendamento alla risoluzione firmato da Elisabetta Strada e supportato dai voti della maggioranza. Che significa «modello A2a»? La multiutility dell’energia ha incorporato più società locali (Aem, Asm, Amsa) e altrettanto si chiede per Trenord, che potrebbe assorbire più aziende di trasporto pubblico locale. Il pensiero è corso ad Atm, ma l’emendamento è stato approvato solo una volta che si è tolto dal testo ogni riferimento all’azienda milanese. Quindi l’altra ipotesi, espressa da Fontana durante e dopo il suo intervento in aula: aprire a nuovi soci. Un intervento già rivolto al vertice di oggi a Roma: «Chiederemmo al ministro Toninelli di guardare un po’ al futuro e non solo all’immediato. Quindi, sicuramente chiederemo più treni, chiederemo che Rfi investa nella rete, oggi in condizione disastrosa, ma chiederemo anche un impegno per la governance della società: noi siamo disponibili a cercare altri soci o a valutare altre modalità di gestione di Trenord, se necessario». Lo stesso governatore, a margine, precisa: «Noi siamo laici, siamo aperti a ogni ipotesi, anche se il problema vero è che su 9 gare che sono state bandite se ne sono concluse 6 e le ha vinte tutte Trenitalia, quindi rischiamo di cedere solo la gestione della nostra rete. E, vedendo i risultati, non è che sia così entusiasmante».

Come annunciato, la seduta di ieri si è aperta con il presidio di protesta organizzato dal Pd al motto «Non un treno di meno»: consiglieri regionali e sindaci si sono ritrovati davanti al Pirellone per protestare contro il piano varato da Trenord per il semestre invernale, quello che prevede, su tratte marginali (il 5% del totale) e negli orari di morbida, la sostituzione dei treni con corse di autobus. «Lo dicco a chiare lettere – replica Fontana in aula –: non vogliamo chiudere questa legislatura lasciando il servizio ferroviario nelle stesse condizioni, non degne, in cui lo abbiamo trovato».