Lombardia, incubo treni: ogni giorno 26 guasti

L’ad di Rfi Maurizio Gentile al Pirellone ammette: "Casi in aumento". Rimpallo di colpe con Trenord

L’ad di Rfi Maurizio Gentile

L’ad di Rfi Maurizio Gentile

Milano, 29 novembre 2019 - Sulla rete ferroviaria lombarda si verificano dalle 500 alle 800 avarie al mese, ovvero dalle 16 alle 26 avarie al giorno. Sono questi i dati emersi ieri nel corso dell’audizione di Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), davanti alla Commissione Territorio e Infrastrutture della Regione Lombardia. Dati riferiti ai primi dieci mesi dell’anno in corso, vale a dire da gennaio a ottobre del 2019. «Rispetto allo stesso periodo del 2018 c’è stato un aumento dei casi» ha ammesso Gentile.

Dal confronto mese per mese, emerge che nell’anno in corso è andata sempre peggio dell’anno precedente eccezion fatta per gennaio, settembre e ottobre. Nel dettaglio, il mese più critico è stato quello di luglio, quando si sono contate quasi 800 avarie, una media di 26 al giorno. Subito dietro ecco giugno e maggio. In ognuno di questi tre mesi del 2019 la conta si è stabilmente attestata oltre i 700 guasti. I mesi migliori sono stati marzo (con 500 casi, una media di 16 al giorno) e gennaio (poco più di 500). Questa statistica contempla un ampio spettro di avarie, dalle più lievi alle più significative. E si tratta di avarie che hanno interessato binari, impianti, cavi e passaggi a livello. Nel 2019, sempre secondo quanto riportato da Rfi nella relazione presentata ieri al Pirellone, la maggior parte dei guasti ha riguardato, per l’esattezza, i cavi tecnologici, le casse di manovra dei passaggi a livello e le apparecchiature che garantiscono il rispetto della giusta distanza tra i treni in servizio sui binari. Due casistiche, le ultime, che possono avere ripercussioni sulla sicurezza del sistema.

Da qui gli interventi di Silvia Scurati e Andrea Monti, consiglieri regionali della Lega. «Prendo atto che le avarie sulla rete sono aumentate e quindi che una parte dei ritardi e dei disservizi subiti dai pendolari lombardi ha a che fare con questo incremento come sostiene Trenord (l’azienda ferroviaria lombarda ndr)», ha sottolineato la prima. «Chiedo che Rfi attivi un piano straordinario per fronteggiare i problemi dell’infrastruttura ferroviaria e i ritardi che ne derivano», ha fatto sapere il secondo. Gentile a quel punto ha sottolineato che, nonostante l’aumento delle avarie, le soppressioni delle corse avvenute da gennaio ad ottobre del 2019 in Lombardia sono imputabili a Rfi nel 14,6% dei casi. Quanto ai ritardi Rfi ammette responsabilità nel 16,9% dei casi, l’11,6% dei quali per ritardi oltre i 5 minuti.

Infine, quanto al mese in corso Rfi attribuisce alla rete il 19,3% dei disservizi riscontrati dai pendolari. Percentuali che non si accordano a quelle via via riferite da Trenord, che solo per il mese in corso imputa a problemi di rete il 34% delle corse soppresse. A chiedere chiarezza è il Pd lombardo: «Rfi dice che solo l’11,6% dei ritardi è riconducibile all’infrastruttura, mentre Trenord attribuisce alle inefficienze della rete la maggior parte dei disagi – notano i consiglieri regionali Carmela Rozza e Luigi Ponti –. Per Rfi ha parlato l’amministratore delegato davanti alla commissione del Consiglio regionale in cui, incredibilmente, mancava proprio l’assessore regionale ai Trasporti, Claudia Terzi, che da mesi accusa Rete ferroviaria italiana. In questo balletto di cifre sta alla Regione dire ai cittadini come farà a risolvere i problemi e che cosa chiede a RFI e a Trenord per i contratti di servizio che partiranno nel 2020». Quanto agli investimenti previsti in Lombardia, Gentile ha confermato il piano illustrato a febbraio: «Dal 2020 al 2025 la rete ferroviaria lombarda arriverà ad avere 419 chilometri di binari in più, 130 dei quali per l’alta velocità», con un investimento di almeno 8 miliardi di euro.