"Sparo agli sbirri, lotta armata", indagati trapper di P38-La Gang che inneggiano alle BR

Per gli inquirenti i loro testi non sono una provocazione artistica, ma una vera istigazione a delinquere: "Ferro caldo per il premier... bombe a Confindustria...Ti metto dentro una Renault 4"

Torino, 25 novembre 2022 - Per gli inquirenti i loro testi non sono una provocazione artistica, ma una vera istigazione a delinquere. Questa mattina gli uomini della Digos di Torino e i carabinieri dei Ros hanno bussato alle porte di Astore, 27 anni di Nuoro, Papa Dimitri, 34 anni di Bergamo, Jimmy Pentothal, 23 anni di Milano e Yung Stalin, 29 anni, originario di Messina, ma trasferito a Bologna. Sono i nomi d'arte dei componenti della P38-La Gang, la band musicale, dal nome preso in prestito dall'arma simbolo degli Anni di Piombo, finita dentro un'inchiesta della Procura di Torino, che vede come titolari i pubblici ministeri Enzo Bucarelli e Paolo Scafi, per i testi delle loro canzoni, in cui si inneggia alle Brigate Rosse e alla lotta armata.

Passamontagna e bandiera delle Brigate Rosse

Il gruppo, che suona musica rap e trap, sulla scena dal 2020, saliva sui palchi dei centri sociali e dei circoli Arci, come quello a Reggio Emilia, con i visi nascosti da passamontagna bianchi e con la bandiera rossa con la stella a cinque punte, con la scritta Brigate Rosse. La stessa bandiera sequestrata questa mattina durante le perquisizioni, effettuate in cooperazione degli uffici territoriali di Bologna, Bergamo e Nuoro, insieme a materiale d'area. Solo uno dei componenti del gruppo, (loro si autodefiniscono collettivo musicale artistico insurrezionale) Jimmy Pentothal, è legato all'area antagonista, quella milanese. Due di loro hanno precedenti per travisamento, invasione di edifici ed imbrattamento.

"Riportare alla ribalta la lotta armata"

Per i magistrati "inneggiavano alla violenza ed alla contrapposizione radicale contro lo Stato". Sulla copertina del loro album Nuove Br, che si può ascoltare su piattaforme come Spotify o Apple Music, c'è l'immagine di una Renault 4 con dentro il cadavere di Aldo Moro. Nella loro pagina Facebook la foto della strage di via Fani, quando nel 16 marzo 1978 le Br, dopo aver ucciso i cinque uomini della scorta, rapirono il presidente della Democrazia Cristiana. "Bisogna riportare alla ribalta la lotta armata. Ci fosse la lotta armata, ci fosse la rivoluzione, domani io stesso sarei il primo ad andare in strada a chiedere di essere arruolato", così affermavano in un'intervista pubblicata sui canali YouTube.

I testi incriminati

"Quello che le Br volevano fare allo Stato noi lo vogliamo fare all'industria musicale", sottolineavano. Poi i testi: "Vengo, spendo, sparo agli sbirri... Ferro caldo per il premier... bombe a Confindustria...Ti metto dentro una Renault 4...Ho incontrato Bruno Vespa gli ho sparato alle gambe, mi dice buonasera in un lago di sangue". E ancora: "Ho un fucile puntato sulla famiglia del premier". In una canzone, Dana libera freestyle, in solidarietà con la portavoce del movimento No Tav Dana Lauriola, facevano riferimento alla lotta contro l'Alta Velocità in Val di Susa, rappando parole come "meglio morto che carabiniere. A Chiomonte lancio bombe nel cantiere".