Tragedia Mottarone, l'ex sindaco: "Sulla gestione della funivia troppi errori"

Nel mirino di Zanotti la società di Nerini e certa politica con i suoi "giri di valzer"

La cabina precipitata

La cabina precipitata

"La gestione della funivia del Mottarone aveva trovato tra il 1997 e il 2001 la sua più appropriata collocazione all'interno di una società multiutility a capitale pubblico dei Comuni del territorio. Una società nella quale la mission non è certamente il lucro, nella quale l'incasso "in nero" è una bestemmia, nella quale la trasparenza e la piena accessibilità dei bilanci sono la norma, nella quale la gestione del personale si realizza nella reciproca assunzione di responsabilità degli amministratori e dei lavoratori e non nelle pratiche familistiche o paternalistiche del gruppo chiuso che si autoriproduce, nella quale la sicurezza del cittadino-utente è un imperativo inderogabile e non una condizione da affidare alla buona sorte invocata da corrive complicità".

Sono parole nitide e dure quelle di Claudio Zanotti, storico esponente del centrosinistra del Verbano, sindaco di Verbania dal 2004 al 2009. Uno che la storia e i problemi della funivia del Mottarone li conosce bene, perchè quando per l'unica volta si interruppe la continuita' della gestione della famiglia Nerini del trasporto pubblico locale tra il lago e la montagna, e il servizio fu affidato a un soggetto imprenditoriale pubblico, l'Azienda Speciale Consortile Con.Ser. VCO e la sua controllata Vco Trasporti srl, Zanotti ne era presidente. Sono parole nitide e dure quelle di  Zanotti, storico esponente del centrosinistra del Verbano. Uno che la storia e i problemi della funivia del Mottarone li conosce bene, perche' quando per l'unica volta si interruppe la continuita' della gestione della famiglia Nerini del trasporto pubblico locale tra il lago e la montagna, e il servizio fu affidato a un soggetto imprenditoriale pubblico, l'Azienda Speciale Consortile Con.Ser. VCO e la sua controllata Vco Trasporti srl, Zanotti ne era presidente. 

Poi il 12 luglio del 2001 l'incidente che tutti in questi giorni hanno ricordato: un calo di tensione, le funi che si accavallano, 40 persone che vengono evacuate. Per fortuna nessuno si fa male, ma si apre un'inchiesta, che viene subito archiviata. Vco Trasporti chiede il riavvio della gestione e il rinnovo dell'affidamento. "Ma - scrive ancora Zanotti - con incomprensibile ostinazione la Provincia come ente affidante e la Regione come ente proprietario negano e l'uno e l'altro, costringendo l'azienda pubblica a riconsegnare l'impianto a metà settembre. Intanto - scrive ancora l'ex sindaco - per l'affidamento annuale della funivia la provincia prepara un bando di gara, malfatto e lacunoso. Vco Trasporti lo contesta motivatamente e puntualmente, ma invano. La gara si fa e a gennaio 2002 dopo cinque anni ritorna la "Ferrovie del Mottarone" di Nerini. Quell'affidamento annuale si rinnoverà per una quindicina d'anni. Sono gli anni che conducono all'oggi. Ma cosa c'entra questo racconto con il tragico incidente del 23 maggio? Zanotti lo spiega nelle conclusioni dell'articolo.

"La tragedia impensabile del Mottarone - scrive - ha dei responsabili diretti che la magistratura provvederà a individuare e punire in maniera esemplare". Ricordiamo che per ora la Procura ha ioscritto tre persone nel registro degli indagati, prima arrestati e quindi scarcerati: oltre a Luigi Nerini, anche il capo servizio dell’impianto Gabriele Tadini (ai domiciliari) e il direttore d’esercizio Enrico Perocchio. "Ma le tragedie devono essere antivedute per essere evitate - continua Zanotti -. E questo è il ruolo anche della politica, che per noi significa ad un tempo progettualità lungimirante e dedizione diuturna e faticosa all'amministrazione della cosa pubblica. Nella vicenda centenaria della funivia del  Mottarone s'è visto ben poco e dell'una e dell'altra, se non per il breve interludio nel quale l'impresa pubblica ha sottratto ai giri di valzer del "piccolo mondo antico" della perla del golfo borromeo il giocattolo funiviario, con il disegno di farne - grazie alle sue 'spalle larghe' - un importante segmento dell'offerta turistica e trasportistica dell'intero Vco. Piuttosto, della politica s'e' vista una ventina d'anni fa la tracotante cecita' che ha ucciso in culla la concreta opportunita' di scrivere per la funivia Stresa-Mottarone una storia diversa e certamente migliore. Una storia - conclude Zanotti con un amaro calambour - senza forchettoni".