Touring, ecco il bello dell’Appennino lombardo

Alla riscoperta dell’Oltrepò Pavese fra storie e percorsi

Bellezze dell'Oltrepò Pavese

Bellezze dell'Oltrepò Pavese

Milano, 11 dicembre 2018 - Esistono. Certo, che esistono! E finalmente qualcuno si è preso lo scrupolo di ricordarlo a tutti, anche ai media, spesso portati a rappresentare le montagne di Lombardia come se esistessero solo Alpi e Prealpi. Diamine, ci sono pure gli Appennini. Anche in questa regione, erroneamente convinta che a sud del Po ci sia solo altro (l’Emilia) e che il territorio compreso tra Casteggio, Stradella e Val Staffora possa essere semplicemente definito come zona collinare. Macché. È parte integrante della catena appenninica che più giù taglia verticalmente l’intera penisola. 

E allora, omaggio alla pubblicazione «Oltrepò Pavese, Appennino di Lombardia» (9,90 euro) presentata ieri a Milano, ultima fatica editoriale del Touring Club, realizzata in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Oltrepò e nell’ambito delle attività di rilancio del territorio promosse dal Programma AttivAree di Fondazione Cariplo. Pagine, parole, percorsi, e altrettanti finestre aperte su una realtà vittima dello spopolamento e della disinformazione e che invece sorprende: per la maglia incredibile di borghi e rocche, e per il forte attaccamento alla cultura contadina, ma anche per i mutamenti che stanno interessando questa appendice meridionale di Lombardia incuneata tra Piemonte ed Emilia, al centro di un travagliato ricambio generazionale destinato ad influenzare l’accoglienza, l’economia e l’immagine stessa di un Oltrepò sempre più declinato alla sostenibilità e all’innovazione.

Undici gli itinerari, geografici (Val Staffora, Varzi, Casteggio e altri) e tematici (vino, natura, escursioni, etc.), presentati in modo originale da Gino Cervi e Claudio Gregori, i due autori di una novità della collana «Guida Vacanza del Tci» che il presidente del Touring, Franco Iseppi, ha salutato come testimonianza dell’attenzione che la storica associazione da lui presieduta ha nei confronti dei territori, illuminando la platea con riflessioni intense sulla bellezza quasi incompresa di una micro-regione appenninica segreta che invece può e deve rivelarsi. Importante il ruolo della Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese, impegnata – come ha confermato il presidente Riccardo Fiamberti – a sostenere il progetto «Oltrepò (bio)diverso» per contrastare lo spopolamento delle zone rurali.

E decisiva la Fondazione Cariplo, come ha ieri ricordato il suo presidente Giuseppe Guzzetti, spiegando senso e ambizioni del programma «AttivAree» che vede l’appendice meridionale del Pavese come una sorta di grande laboratorio di progetti e investimenti. Gradita sorpresa, la presenza di Gerry Scotti, pavese che ha fatto dell’Oltrepò la sua terra d’adozione e passione (anche enologica). E il suo saluto è diventato un atto d’amore dichiarato, con messaggio esplicito per i viaggiatori in cerca di autenticità e storytelling: apparentemente ai margini di tutto e tutti, l’Appennino lombardo può diventare la vera, piccola Eldorado della porta accanto.