Torino, maestre paragonano un bambino disabile a una gastrite: denunciate

L’alunno era emarginato e questo aveva peggiorato il suo stato psicologico. La madre: “Ci hanno fatto credere che era violento”

In Italia, gli alunni con disabilità sono oltre 300mila

In Italia, gli alunni con disabilità sono oltre 300mila

Un bambino di 8 anni, affetto da gravi patologie cognitive, paragonato ad una “gastrite” dalle sue maestre, che lo sbeffeggiavano in una chat. Un alunno che invece di supporto riceveva punizioni: non gli era permesso mangiare insieme agli altri, era emarginato e per questo il suo stato psicologico era recentemente peggiorato. È quanto si è scoperto sabato in una scuola elementare di Torino.

“La gastrite quest'anno ha un nome e un cognome”, scrivevano le maestre a proposito del bambino disabile, affetto da un deficit dell'attenzione e iperattività combinata con un disturbo oppositivo provocatorio. Di quello che accadeva in classe, la madre era totalmente inconsapevole, finché una delle insegnanti ha deciso di inoltrarle i messaggi che le colleghe si scambiavano via WhatsApp.

"Il mio bambino – spiega la madre – ha bisogno di essere integrato e non emarginato impedendogli di andare a scuola e anche di consumare i pasti insieme con i suoi compagni di classe, per punirlo, com'è accaduto”. La donna racconta che “nella chat le insegnanti si mettevano d'accordo sulla versione dei fatti da riferirci, per farci credere che era un bimbo violento. Non hanno compreso che, invece, combatte ogni giorno con i suoi fantasmi e le sue difficoltà causate dalla disabilità”.

La madre, dopo essersi messa in contatto con “La Battaglia di Andrea”, un’associazione napoletana che si batte per i diritti delle persone diversamente abili, ha deciso di denunciare tutto alla Procura della Repubblica di Torino avvalendosi del penalista partenopeo Sergio Pisani. Ed è pronta a consegnare i contenuti di quelle chat.

“Probabilmente ci sono numerosi casi simili in Italia – dice Asia Maraucci, presidente dell'associazione – ma ci teniamo anche a dire che fortunatamente in percentuale sono la minoranza e che la scuola funziona molto bene. Ne sono testimoni anche queste maestre che prendono le distanze dalle colleghe e denunciano tutto alle mamme”.