Terze dosi vaccino Covid, a che punto siamo in Italia

Ieri sono state superati i due milioni terze dosi. Speranza: "Bisogna accelerare con i richiami". Le somministrazioni totali sono oltre 90.5 milioni

Baldo Renda, direttore terapia intensiva ospedale Cervello, riceve la terza dose

Baldo Renda, direttore terapia intensiva ospedale Cervello, riceve la terza dose

Milano - Ormai è chiaro: in Europa la circolazione del virus ha ripreso potenza. E ormai è chiaro anche che la strada per limitare i danni è insistere sulle terze dosi. Lo ha detto anche il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo questa mattina XIX convegno di diritto sanitario in corso a Milano, all'università Cattolica. "In una fase di recrudescenza del virus come quella a cui stiamo assistendo a livello europeo in questo momento, è giusto accelerare sulla somministrazione dei richiami. Ieri sono state superate le due milioni di terze dosi somministrate".

Le cifre della campagna vaccinale

In Italia, stando all'aggiornamento del ministero della Salute di oggi (ore 6.12) sono state somministrate in tutto 90 milioni e 679.491 dosi di vaccino anti Covid. Ad aver completato il ciclo vaccinale sono state 45.060.273 persone, cioè l'83,43 % della popolazione over 12. Ad aver ricevuto almeno una dose sono 46.716.787 (l'86,50 % della popolazione over 12). 

Per quanto riguarda le terze dosi, 325.290 persone hanno ricevuto la terza dose addizionale (36,82 % della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale), mentre 1.719.256 persone con il ciclo vaccinale ultimato da almeno sei mesi, hanno ricevuto il booster (33,51 % della popolazione potenzialmente oggetto di dose booster). Ma qual è la differenza tra le due terze dosi?

Terza dose vaccino anti Covid: domande e risposte

La differenza tra terza dose addizionale e richiamo (booster)

La terza dose addizionale è una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Quindi va fatta a chi, per la debolezza del proprio sistema immunitario, ha bisogno di una dose aggiuntiva per "scatenare" la risposta immunitaria. E la somministrazione avviene a stretto giro di posta, circa 28 giorni, dalla seconda. 

La dose booster invece va somministrata dopo almeno sei mesi dall'ultima dose ed è "somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale".

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Così in Gran Bretagna

Le terze dosi del vaccino anti-Covid saranno disponibili per chi ne ha diritto un mese prima del previsto nel Regno Unito. Lo ha deciso il governo britannico in seguito al recente aumento di contagi e alla conseguente necessità di accelerare i tempi delle vaccinazioni. L'accelerazione è stata annunciata dal ministro alla Salute Sajid Javid. Chi ha diritto alla terza dose, si legge sulla stampa britannica riceverà l'invito a prenotarla cinque mesi dopo aver ricevuto la seconda, in anticipo rispetto ai sei mesi inizialmente previsti. I dati dell'ufficio nazionale di statistica hanno confermano un'incidenza di 1 su cinquanta nell'ultima settimana di ottobre, stabilizzandosi ai massimi livelli del 2021 dopo cinque settimane in crescita, mentre i tassi di contagio sono diminuite fra gli studenti delle scuole secondarie. Sono i primi segnali di un timido rallentamento della diffusione del virus nel Regno Unito, confermati anche da un tasso Rt sceso fra 0,9 e 1,1 rispetto al precedente compreso fra 1,1 e 1,3.

Il parere della virologa

La prossima ondata "sarà quella dei non vaccinati che finiranno in ospedale e che purtroppo potranno far ammalare, anche se meno gravemente, pure chi si è immunizzato". È quanto afferma la virologa Ilaria Capua, direttrice del centro One Health dell'Università della Florida. Intervistata da La Stampa, la scienziata sostiene che "il nodo cruciale sarà tenere alta l'immunizzazione, quindi puntando tutto sulle terze dosi". "Gli italiani - sottolinea - dovrebbero ritenersi fortunati a poter contare sulla terza dose". È "un bene" che la campagna vaccinale per under 12 verrà fatta anche in Italia, come si avvia a fare l'America. Questo perché, spiega la virologa, "d oggi sappiamo pochissimo sugli effetti a lungo termine". È "molto meno probabile", prosegue, che un bambino vaccinato sviluppi il cosiddetto Long Covid. Per quanto dovremo avere a che fare con il Covid? "Senz'altro ancora per molti anni", risponde Capua, per cui "bisognerà gestire quella che si avvia ad essere una malattia endemica".