Terza dose vaccino Covid: a cosa serve? Il richiamo di Pfizer ripristina protezione al 95%

I dati scientifici presentati dall'azienda farmaceutica alla Food and Drug Administration (FDA). In Italia si parte da trapiantati e immunodepressi.

Vaccino anti Covid: un centro vaccinale

Vaccino anti Covid: un centro vaccinale

Anche in Italia al via le terze dosi di vaccino anti-Covid. Si partirà da trapiantati e immunodepressi. Mentre altre categorie target - come sanitari e soggetti fragili - saranno definite, "fermo restando la priorità del raggiungimento di un'elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati". Questo in sintesi il contenuto della circolare con cui il ministero della Salute dà le indicazioni preliminari sulle modalità di somministrazione di "dosi addizionali" e "dosi booster", spiegando la differenza fra i due concetti e ribadendo che "al momento, in base alle indicazioni del Cts, si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi". Il testo, firmato dal direttore generale Prevenzione Giovanni Rezza, entra nel dettaglio anche dei tempi con cui verranno offerte le terze dosi che - si conferma - saranno vaccini a mRna: "La dose addizionale va somministrata dopo almeno 28 giorni dall'ultima dose", si legge. Mentre "la dose booster va somministrata dopo almeno 6 mesi dall'ultima dose". 

Stando ai dati scientifici presentati dall'azienda farmaceutica Pfizer alla Food and Drug Administration (FDA, l'agenzia del farmaco statunitense) per ottenere un via libera definitivo alle dosi di richiamo, una terza dose del vaccino antiCovid di Pfizer, sei mesi dopo una seconda dose, ripristina la protezione dall'infezione al 95%, come è stato dimostrato da quanto monitorato in un ambiente reale, come in Israele. Gli effetti collaterali dei richiami, inoltre, sono simili a quelli avvertiti dopo la seconda dose e hanno maggiori probabilità di colpire i più giovani, ha dichiarato ancora Pfizer, dicendo che affaticamento, mal di testa e dolori muscolari, sono state le reazioni maggiormente riscontrate.  La società ha analizzato i dati di uno studio di Fase 3 su circa 300 persone di età compresa tra 19 e 55 anni. Un terzo dei partecipanti era in sovrappeso e un terzo era obeso. In 44 dei partecipanti si è sviluppato un effetto collaterale non inaspettato, come il rigonfiamento dei linfonodi.  La FDA si riunirà venerdì per esaminare la richiesta di Pfizer e BioNTech di approvare le dosi di richiamo del vaccino.

"La copertura vaccinale con 3 dosi su tutta la popolazione costituirà una risposta decisiva alla pandemia" di Covid-19. Tuttavia "ciò non significa che non si faranno più richiami: anche per altri virus, come quello dell'epatite B, dopo alcuni anni è necessario fare una nuova somministrazione, ma sarà presumibilmente destinata al lungo periodo". Lo sottolinea l'immunologo Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia generale all'università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico per l'emergenza coronavirus, in occasione dell'ottavo Congresso biennale internazionale Amit-Argomenti di Malattie infettive e tropicali (Milano, 15-16 settembre), secondo dichiarazioni riportate in una nota dei promotori dell'evento.  "La maggior parte dei vaccini ha bisogno di 3 dosi, quindi ora stiamo solo ricorrendo alla vecchia regola vaccinale", spiega Abrignani.

"Tutti i nostri figli - ricorda - sono vaccinati contro numerose patologie come difterite, pneumococco, epatite B, tetano, meningococco B, poliomielite, sempre con 3 dosi. La terza dose abitualmente si esegue a distanza di 6-8 mesi dalla seconda: è il classico iter per un soggetto che non è mai venuto a contatto con un determinato microorganismo. Diverso è invece il caso dell'influenza, il cui virus cambia ogni anno radicalmente. Gli unici vaccini che non hanno bisogno di 3 dosi sono quelli a base di virus vivi attenuati, come i vecchi vaccini per il vaiolo e per la poliomielite, o quelli che usiamo oggi per parotite, morbillo, rosolia, che replicano il virus senza provocare la malattia. Tutti gli altri vaccini si basano su un meccanismo di 3 dosi: le prime 2 servono a innescare la risposta, la terza prolunga la memoria immunitaria e genera una risposta anche nei soggetti più fragili".