Vaccino Covid, la terza dose? Via libera negli Usa, in Italia è scontro tra esperti

La direttrice dell'Ema: "Al momento non ci sono dati sufficienti per indicare sia necessaria". Israele apripista. A settembre Francia, Germania e Regno Unito

Vaccino: verso una terza dose?

Vaccino: verso una terza dose?

Prima, seconda e anche terza dose del vaccino anti Covid? "Al momento non ci sono dati sufficienti per indicare che sia necessaria", ha affermato la direttrice esecutiva dell'Ema, Emer Cooke, in un'intervista a 'Politico'. Cooke ha quindi sottolineato che i vaccini approvati "rimangono efficaci" anche con la variante Delta del virus diventata "dominante nel continente" europeo. Ma ha aggiunto che "per alcune popolazioni si potrebbe iniziare a vederne la necessita', il che non significa che ce ne sia bisogno universalmente in tutta la popolazione".  E mentre negli Stati Uniti l'ente per il controllo sui farmaci si prepara a dare il via libera alla terza dose del vaccino anti Covid-19 per le persone fragili, l'Italia prende tempo tra uno scontro e l'altro degli esperti: c'è chi è pro e chi sta sul fronte del no. Israele, che è stato Paese apripista, ha iniziato a offrirla agli ultrasessantenni. Il siero è sempre Pfizer. Da settembre lo Stato ebraico sarà seguito da Francia, Germania e Gran Bretagna: entrambi i Paesi offriranno la terza iniezione ai gruppi vulnerabili. Secondo quanto riportato dal quotidiano 'The Telegraph', saranno circa 32 milioni i britannici ai quali sara' offerta, compresi tutti gli over 50 anni e tutti gli immunodepressi. La Germania comincera' a offrire il richiamo ad anziani e persone a rischio, ha spiegato il ministero della Salute di Berlino, facendo riferimento ai timori di "una risposta immunitaria ridotta o in rapido declino" tra alcuni gruppi. La terza dose di Pfizer o Moderna sara' offerta anche a coloro che hanno ricevuto AstraZeneca o Johnson & Johnson. 

Israele apripista della terza dose

Israele è stato il primo Paese a somministrare la terza dose di Pfizer. Il ministero della Salute ha spiegato che l’efficacia del vaccino nel prevenire sia l’infezione sia la malattia sintomatica è passata dal 94,3% di maggio al 64% di giugno. Un quadro che la stessa Pfizer ha motivato con una probabile diminuzione degli anticorpi contro Covid-19 presenti nell’organismo. "Secondo i primi studi effettuati sul tema la terza dose, il richiamo genererebbe livelli anticorpali 5 – 10 volte superiori rispetto alla seconda dose. Lo stesso Ceo di Pfizer, Albert Bourla ha parlato della probabilità di una dose ogni 12 mesi", così come avviene per il vaccino antinfluenzale. "Ma al momento", ha poi precisato, "si tratta solo di ipotesi che necessitano ulteriori approfondimenti scientifici". Il premier israeliano Naftali Bennett ha inoltre deciso di somministrare la terza dose anche agli 'Over 50' che hanno ricevuto le prime due dosi oltre cinque mesi fa. «La campagna per la vaccinazione degli 'Over 60' è un gran successo" ha affermato. "Finora quelle vaccinazioni sono state 750 mila e proseguono. Faccio ora appello agli 'Over 50' a presentarsi alle casse mutue già oggi per vaccinarsi". Secondo i media, l'inoculazione della dose di richiamo è consigliata anche allo staff medico, al personale carcerario e ai detenuti. 

Usa, terza dose autorizzata

La Food and Drug Administration (Fda) ha autorizzato la terza dose di vaccino anti Covid, Pfizer o Moderna, per gli immunodepressi. "Il Paese è entrato in un'altra ondata della pandemia del Covid, e la Fda è particolarmente cosciente del fatto che le persone immunodepresse sono particolarmente a rischio", ha detto il commissario della Fda Janet Woodcock. "L'azione - ha aggiunto - permetterà ai dottori di rafforzare l'immunità in persone che hanno bisogno di una protezione extra. Come abbiamo detto in precedenza, gli altri che sono vaccinati a pieno sono protetti in modo adeguato e non hanno bisogno di una dose aggiuntiva di vaccino in questo momento". La direttrice dei Cdc, Rochelle Walensky, ha detto che le persone che avranno bisogno del richiamo costituiscono meno del 3% della popolazione.

Francia, Germania e Regno Unito, terza dose da settembre

A decidere per la terza dose è stata anche la Francia. L’annuncio di Macron risale al 5 agosto scorso: "Dal prossimo settembre terza dose del vaccino anti-Covid ai più anziani e ai più fragili". In piena quarta ondata da variante Delta la priorità è anche quella di continuare a proteggere la popolazione fragile che è stata messa in sicurezza ormai nei primi mesi di campagna. Stessa decisione per la Germania: il richiamo con Pfizer e Moderna sarà anche qui destinato solo ad anziani e fragili e offerto anche a coloro che hanno ricevuto due dosi di Astrazeneca o la singola di Johnson&Johnson. Per l’autunno anche il Regno Unito di Boris Johnson sceglierà la strada del terzo richiamo. Si partirà il 6 settembre con il coinvolgimento di una platea piuttosto ampia: tutti i cittadini con più di 50 anni di età, gli immunodepressi e i fragili, per un totale di 32 milioni di persone, la metà della popolazione inglese.

E in Italia? Virologi divisi

Nessuna decisione riguardo la terza dose in Italia, ma è scontro tra esperti. Il ministero della Salute e Cts hanno piu' volte detto che bisognerà aspettare dati piu' solidi sia sull'effettiva efficacia di un nuovo "richiamo", sia sui possibili rischi. Anche se siamo pronti, come assicurato dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo: "Siamo attrezzati per la terza dose, ma credo che sia piu' un richiamo. Non si sa ancora della reale necessita', ma noi siamo attrezzati". Da quanto filtra, dopo l'estate una decisione sara' presa, in un senso o nell'altro, ed e' probabile che, se nel frattempo non arrivano dalle esperienze estere evidenze di senso opposto, anche da noi si inizi a studiare una terza dose per gli anziani e le categorie fragili (malati cronici, oncologici ecc.), che paradossalmente, tolti gli operatori sanitari (per i quali anche si valutera' l'opportunita' di un altro richiamo) sono i piu' a rischio anche perche' vaccinati molto prima delle fasce di eta' piu' giovani.  Altrettanto probabile e' che si attendera' un pronunciamento dell'Ema, l'ente regolatorio europeo, come fatto sempre finora in tema di vaccini, evitando le fughe in avanti di altri Paesi europei. Ema che, tuttavia, nei giorni scorsi ha precisato che "al momento e' troppo presto per confermare se e quando sara' necessaria una dose di richiamo per i vaccini Covid-19, perche' non ci sono ancora dati sufficienti dalle campagne di vaccinazione e dagli studi in corso per capire quanto durera' la protezione dei sieri. L'Ema esaminera' rapidamente questi dati non appena saranno disponibili".

Per quanto riguarda gli esperti, dalla parte dei pro i virologi Andrea Crisanti, che invita a pensare al terzo richiamo "soprattutto a causa della variante Delta", Fabrizio Pregliasco, che parlando ad Open ha spiegato di un virus destinato a rimanere ancora per diversi anni e che per questo dovrà essere combattuto con più richiami. Ma anche il fondatore dell’Istituto di ricerca “Mario Negri” di Milano, Silvio Garattini, che ha parlato di una terza dose utile per chi "ha avuto una bassa reattività con le due dosi. E quindi per alcune categorie di immunodepressi, come chi ha avuto un trapianto d’organi e pazienti con terapie immunosoppressive".

Sul fronte del no c'è il primario di malattie infettive dell’ospedale “Sacco” di Milano, Massimo Galli: "Al di là di questi primi dati che arrivano da Israele, non c’è uno straccio di prova che lo stesso vaccino o un altro possa esser utile in soggetti fragili a cui non hanno funzionato le due dosi precedenti". "Potrebbe essere forse utile per l’anziano che ha una immunità meno valida di altri, ma chi ce lo dice se non facciamo altre sperimentazioni? Non mi piace sentir ipotesi di rivaccinare tutti a prescindere e poi casomai si capisce dopo se funziona la terza dose o meno". L’infettivologo ha invitato alla cautela, spiegando poi l’importanza di sapere di più sugli anticorpi: "Un’altra questione che mi disturba parecchio è quella relativa alla persistenza o meno degli anticorpi".