Covid, le terze dosi nei Paesi ricchi mettono a rischio tutto il mondo

Se le 11 nazioni più ricche vaccinassero con la terza dose tutti gli over50, toglierebbero ai paesi in via di sviluppo 440 milioni di dosi. Il rischio è che emergano varianti

Dai colori più chiari a quelli più scuri, le nazioni da meno a più "vaccinate"

Dai colori più chiari a quelli più scuri, le nazioni da meno a più "vaccinate"

Milano - In Italia a oggi sono state somministrate 69.391.935 di dosi e il 61,11 per cento della popolazione over 12 ha ricevuto il ciclo completo. E già nel nostro Paese, come altrove, si ragiona di una terza dose. Israele - dove la pandemia è tornata a galoppare, con quasi 4mila nuovi casi registrati oggi, ha fatto più che ragionarci: dal primo agosto è attiva la campagna rivolto agli oltre sessantenni (già vaccinati con due dosi da oltre cinque mesi) affinché assumano subito una terza dose.  Secondo dati ufficiosi nel week end decine di migliaia di ultra-sessantenni si sono registrati per ricevere la terza dose, il "booster", già nei prossimi giorni. Le autorità sanitarie assicurano che i vaccini sono sicuri e che non c'è penuria. Inoltre consigliano vivamente a chi ancora non sia vaccinato (oltre un milione di israeliani adulti) a provvedere al più presto ad immunizzarsi per sventare il rischio che con un ulteriore diffondersi della pandemia si renda necessario tornare alla imposizione di lockdown.

Tuttavia, non è detto che sia la strategia vincente in chiave mondiale. Il perché lo spiega molto chiaramente un articolo pubblicato dalla rivista Nature dal titolo "COVID boosters for wealthy nations spark outrage" (Le terze dosi per le nazioni ricche suscitano indignazione), che senza mezzi termini dice che tale strategia, potrebbe rallentare o addirittura ostacolare gli sforzi per mettere la parola fine alla pandemia.

Ogni terza dose non rappresenta altro che una prima dose che avrebbe potuto essere inoculata ai cittadini dei paesi in via di sviluppo. Paesi dove, di fronte a una campagna vaccinale irrilevante, è alto il rischio che all'aumentare dei contagi appaia qualche nuova variante. In più non ci sono ancora dati definitivi sulla necessità di un "booster" dopo le prime due dosi, se non - dicono tutti gli esperti - per le persone con il sistema immunitario compromesso. 

Il rischio nuove varianti

Secondo un'analisi interna dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, se i Paesi più ricchi prevedessero di dare una terza dose a tutti gli over50, userebbero circa 440 milioni di dosi. Se lo facessero tutte le nazioni ricche, la cifra raddoppierebbe. Dall'altra parte della barricata ci sono i paesi poveri o in via di sviluppo, dove più dell'85 per cento della popolazione non ha avuto nemmeno la prima dose. Si parla di tre miliardi e mezzo di persone. E' chiaro che - da un punto di vista della salute globale, "la priorittà ora devono essere coloro che non hanno ricevuto neanche una dose" ha detto il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus a luglio.

Il principio è molto semplice: mentre non è ancora chiaro quanto una terza dose serva serva a ridurre il rischio di ospedalizzazione e morte (già oltre il 90% dopo le prime due dose), l'effetto di zero dosi è certo. In Africa è vaccinato solo il 2 per cento della popolazione. Senza vaccini, l'unico modo per frenare i contagi è l'introduzione di interventi restrittivi come la chiusura dei negozi e delle scuole, che però possono avere conseguenze economiche devastanti. Ma quel che è peggio è che i paesi con bassi livelli di vaccinazione rischiano di veder comparire nuove pericolose varianti del Sars-CoV-2.

Vaccinazioni nel mondo: le diseguaglianze

Come mostra la mappa a corredo di quest'articolo (fonte: Our World in Data), la diffusione dei vaccini nel mondo è incredibilmente sproporzionata, con i Paesi più ricchi molto avanti, e quelli poveri o in via di sviluppo che raggiungeranno consistenti livelli di copertura vaccinale probabilmente nel 2023, alla velocità attuale. Quasi tutti i 3,2 miliardi di dosi di vaccino a Rna messaggero prodotti da  Pfizer–BioNTech and Moderna sono stati acquistati da Stati Uniri e Europa

L'Oms, la Banca mondiale e il Fondo Monetario internazionale hanno fissato al 40% la soglia minima per ridurre le morti e indurre la ripresa economica. Ma allo stato attuale, è una soglia irragiungibile. E per questo diverse associazioni ed enti, tra cui Medici senza frontiere, hanno risposto con sconcerto e indignazione alla proposta di Israele e gli altri, di somministrare le terze dosi.