Terza dose vaccino anti Covid: "Da gennaio per tutti”. Tutto quello che c'è da sapere

Sileri detta il calendario: entro fine anno "dose booster" per anziani e personale sanitario. Poi il resto della popolazione

Vaccino covid

Vaccino covid .

Milano - In Italia sono state somministrate finora 88.924.377 dosi di vaccino, cioè l'89,1% del totale di quelle consegnate (99.779.644). Le persone che hanno avuto almeno una dose sono 46.500.037, l'86,10% della popolazione over 12, mentre quelle che hanno completato il ciclo vaccinale sono 44.446.643, l'82,29% della popolazione over 12. Siamo tra i Paesi con la quota più alta e tuttavia la discussione ormai si sta spostando sul tema della terza dose. che ormai è realtà: infatti le persone che hanno ricevuto la terza dose addizionale sono 217.784, il 24,80% della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale. Mentre sono 889.403 (il 29,76% della popolazione che ne ha diritto) quelle oggetto di dose booster. Ma quali sono le differenze tra queste due "terze dosi"? A chi tocca ora? E' vero che a tendere dovremo tutti fare una terza dose booster? Vediamo le risposte a queste domande. 

Qual è la differenza tra terza dose addizionale e terza dose booster

La risposta a questa domanda arriva dalla circolare firmata a settembre dal direttore generale Prevenzione Giovanni Rezza. La terza dose addizionale è "una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria". Quindi va fatta a chi, per la debolezza del proprio sistema immunitario, ha bisogno di una dose aggiuntiva per "scatenare" la risposta immunitaria. E la somministrazione avviene a stretto giro di posta, circa 28 giorni, dalla seconda. 

"La dose booster invece va somministrata dopo almeno sei mesi dall'ultima dose ed è "somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale".

Chi ne ha diritto?

Al momento la dose addizionale spetta a chi è immunocompromesso: chi ha ricevuto un trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; chi ha avuto un trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro due anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l'ospite cronica); chi è in attesa di trapianto; chi ha una patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure; chi ha immunodeficienze primitive; chi invece ha immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico; chi è in dialisi; chi ha una pregressa splenectomia; chi ha sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) con conta dei linfociti. 

La dose booster la faremo tutti? 

"Per chi ha fatto Johnson&Johnson servirà un richiamo in tempi molto brevi: a sei mesi dalla vaccinazione si inizierà a procedere, tenendo in considerazione l'età, ma verosimilmente una terza dose sarà necessaria per tutti". A dirlo è il sottosegretario al ministero della Salute Pierpaolo Sileri, su Radio Capital. "Entro l'anno si procederà con la terza dose per anziani e personale sanitario, poi da gennaio il resto della popolazione, scaglionato in base a quando è stata somministrata la prima e la seconda  dose - dice Sileri -. L'Aifa può accelerare questo percorso, ma è auspicabile una scelta condivisa di tutta Europa: c'è un boom di contagi in alcuni paesi europei, anche se possono sembrare paesi lontani, il rischio c'è anche per noi, perché con l'aumento dei casi aumenta il rischio che si diffondano nuove varianti".

Il green pass obbligatorio "lo toglieremo, ma non ora - prosegue il sottosegretari o- Bisogna procedere per gradi. Prima toglieremo l'obbligo del distanziamento, poi le mascherine e infine il green pass. Il vaccino obbligatorio non servirebbe, non convincerà i no vax a vaccinarsi". Sileri spera anche in un vaccino per proteggere i bambini dal Covid: "Dipenderà dagli enti regolatori, ma io a mio figlio lo farei senza dubbio". 

Terza dose: "Non c'è nulla di strano"

Sergio Abrignani, immunologo dell'università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico, in un'intervista a Repubblica, spiega che "non c'è nulla di strano nella terza dose". "La maggior parte dei vaccini che conosciamo prevedono tre dosi". Sta ripartendo una nuova ondata? "E chi puo' dirlo, con questo virus che cerca di aggirarci in tutti i modi. Qualunque cosa accada quest'inverno, però, è più rassicurante affrontarla con l'85% di vaccinati".

"A gennaio la Gran Bretagna aveva pochi immunizzati, 50mila contagi al giorno e una media di 1.500 morti. Oggi, con tre quarti di cittadini vaccinati, ha sempre 50mila casi, ma una media di 150 morti". "Sono sempre troppi", ha sottolineato, "ma questo dimostra che i vaccini salvano 1.350 vite umane al giorno solo in Gran Bretagna. Vuol dire evitare un 11 settembre ogni due giorni". Nel nostro Paese "stiamo rallentando, ma stiamo arrivando a 47 milioni di italiani. L'85% di vaccinati senza obbligo sono un dato straordinario", ha aggiunto l'immunologo, "se, come spero, arriveremo al 90% entro l'anno, sarebbe un risultato stellare ed è possibile che presto arrivi l'autorizzazione anche per i bambini. Gli Usa hanno iniziato a rallentare già al 50%. Dei 6-7 milioni di persone che mancano da noi, la maggior parte puo' essere convinta". 

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