Terza dose per fascia 40-60 anni: da quando, efficacia, cosa dicono gli esperti

Il via libera del ministro Speranza da inizio dicembre. Lombardia: noi siamo pronti. Cosa sapere

Covid: terza dose fascia 40-60 anni

Covid: terza dose fascia 40-60 anni

Milano -  Dal primo dicembre si apre alla fascia di età 40 - 60 anni per la somministrazione della terza dose. Ad annunciarlo è stato il Ministro della Salute Roberto Speranza che oggi, 11 novembre, ha firmato la circolare a riguardo. Come precisato dal Ministero devono essere passati sei mesi dal completamento del ciclo primario. Il booster verrà effettuato sempre con vaccini a mRna (quindi Pfizer o Moderna). Sono oltre 29 milioni gli italiani già completamente vaccinati che potranno fare la terza dose anti covid, oltre ai 2,4 milioni che l'hanno già fatta. Ieri, stando ai dati del bollettino del Ministero della Salute, erano 7.981 i nuovi casi positivi al Covid-19 registrati in Italia (martedì 6.032), mentre i decessi sono 60 (68 il giorno precedente). Dall'inizio della pandemia, le persone risultate positive al coronavirus, comprese quelle guarite e quelle decedute, sono 4.826.738, mentre le vittime in totale sono 132.551. I tamponi effettuati ieri erano 487.618 con un tasso di positività pari all'1,6%, in aumento rispetto allo 0,9% di martedì. 3.447 i ricoverati con sintomi, 423 (+2 rispetto a ieri) i pazienti ricoverati in terapia intensiva. 

Covid: terza dose fascia 40-60 anni
Covid: terza dose fascia 40-60 anni

Lombardia, Fontana: siamo pronti

In Lombardia che ha tagliato il traguardo di 8 milioni di cittadini over 12 con ciclo vaccinale completo il presidente Atilio Fontana si è detto pronto ad estendere le prenotazioni per la terza dose anche agli under 60. "Invito i cittadini che già ne hanno o, a breve, ne avranno diritto, a prenotare la terza dose del vaccino. E mi riferisco, in particolare, a chi ha ricevuto il 'richiamo' 6 mesi fa e potrà quindi ricevere la terza dose iscrivendosi sulle piattaforme digitali" ha detto Fontana, oggi a margine della conferenza stampa di presentazione di Eicma 2021, intervenendo sul tema della terza dose estesa ai cittadini tra i 40 e i 60 anni. "Lo dicono gli scienziati: la terza dose - ha aggiunto Fontana - è il completamento della fase vaccinale e quindi il mezzo attraverso cui si ottiene una copertura immunitaria che dovrebbe durare anni". "Di conseguenza è molto importante - ha concluso - che si porti a termine questo ciclo vaccinale".

Booster e dose addizionale: che differenza c'è?

Come spiegato sul sito del Ministero della Salute "er dose addizionale si intende una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. La dose addizionale va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose". Per dose “booster”, si intende una "dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale. La dose “booster” va somministrata dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario".

Terza dose, Gimbe: come sta andando

Dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe sulle terze dosi emerge che su una platea costituita da 890.460 persone per la dose aggiuntiva e da 5.131.130 persone per la dose booster, al 3 novembre sono state somministrate 2.409.596 terze dosi di cui 383.769 dosi aggiuntive e 2.025.827 di dosi booster, con una media mobile a 7 giorni che ha superato quota 100 mila.  Il tasso nazionale di copertura vaccinale per le dosi aggiuntive è del 40% con nette differenze regionali: dal 2,3% della Valle d'Aosta al 100% di Umbria e Piemonte. La copertura nazionale con dose booster è del 39,5%, anche qui con notevoli differenze tra le Regioni: dal 18,3% della Calabria al 81,2% del Molise. Della platea relativa alla dose booster, ferma all'aggiornamento del 2 novembre, rimangono ancora da vaccinare oltre 3,1 milioni di persone, alle quali ogni settimana si aggiungono circa 800mila over 60 che hanno completato il ciclo vaccinale nei mesi di maggio e giugno. Ovvero, entro fine anno si aggiungeranno a questa platea ben 7,4 milioni di persone, oltre a circa 750 mila under 60 vaccinati con Johnson&Johnson entro fine giugno. Complessivamente, si tratta di oltre 11 milioni di dosi booster che impongono alle Regioni un deciso cambio di passo sia in termini di comunicazione e persuasione, sia di organizzazione, visto che entro fine dicembre bisognerebbe somministrare circa 1,4 milioni di dosi settimanali.

Pregliasco: protezione da colpo di coda virus

"Non sono tanti i 40-60enni che hanno fatto il vaccino già da 6 mesi, quindi è una progressione e un annuncio rispetto a una necessità di rinforzo che credo sia opportuna, alla luce del colpo di coda del virus che ormai ci aspettiamo" ha spiegato Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, dopo il via libera.  "In ogni caso - ha aggiunto l'esperto - si dovranno aspettare i 6 mesi dalla seconda dose. Farla prima non ha senso", ma farla è utile per completare in un certo senso il ciclo vaccinale. "I dati - ha sottolineato Pregliasco - ci dicono che una terza dose fatta a distanza di tempo rende questo simile ad altri vaccini" che necessitano del ciclo 2+1, "dove c'è una prima immunizzazione e poi c'è invece il booster in senso stretto".

Viola: troppe 3 dosi? No paura, così per tanti vaccini

"Sono troppe 3 dosi di vaccino? Il numero di dosi necessario a ottenere l'immunità dipende dal vaccino e dal patogeno. Per moltissimi vaccini si utilizzano più di 2 dosi". Quindi "niente paura, fidiamoci di chi ne sa di più e facciamo la terza dose senza dubbi (e senza fare il sierologico!)". Antonella Viola, immunologa dell'università di Padova, ha esortato così ad aderire all'offerta del booster anti-Covid, disponibile dal primo dicembre anche per la fascia d'età 40-60anni.  In un post su Facebook, l'esperta indica "l'elenco delle somministrazioni" di vaccini che prevedono più di 2 dosi, "ricavato dal sito del ministero della Salute": anti-difterite, anti-polio, antitetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae di tipo B, anti-meningococco B, anti-rotavirus, antipneumococcica.

Cauda e Minelli: scelta corretta

"Credo che somministrare la terza dose anche alla fascia di età che va dai 40 ai 60 anni sia una scelta corretta e assolutamente condivisibile. Sappiamo infatti che nel tempo per le caratteristiche sia del virus sia dei vaccini c'è una progressiva riduzione dell'immunità. Questo non vuol dire che la vaccinazione diventi inefficace ma potrebbe ridurre la capacità di contrastare l'infezione" ha spiegato il professor Roberto Cauda, infettivologo Policlinico Agostino Gemelli di Roma. "Per questo, in maniera cautelativa, è importante - procedendo per gradi come fatto finora in Italia - proteggere di volta in volta le fasce di età, partendo dalle più avanzate e dai soggetti fragili. Non sappiamo - aggiunge - quale sia il livello di protezione anche perché oltre alla risposta anticorpale esiste una immunità cellulare legata a cellule della memoria che hanno una vita molto lunga.  In ogni caso la somministrazione della terza dose a questa fascia permette sicuramente l'ampliamento della protezione, mentre se guardiamo i dati di Israele che ha provveduto a vaccinare l'intera popolazione non si è osservato lo stesso vantaggio della terza dose nella fascia di età che va dai 16 ai 39 anni. Ben venga invece la somministrazione della terza dose dai 40 anni in su", conclude Cauda. D'accordo anche l'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata: "Quella contro Covid-19 è una battaglia di testa e di cuore. Poi viene anche il braccio nel quale ti si pratica il vaccino che, per quel mi riguarda, è l'unico al momento che mi solletica ogni tanto ricordandomi così che, a partire da quel punto, per il nuovo coronavirus le chance di farcela sono sempre più labili e sfumate".

Bassetti: mi pare fuga in avanti

Per Matteo Bassetti, primario del reparto Malattie infettive del San Martino di Genova, l'annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza che dal 1° dicembre si partirà con la terza dose per la fascia 40-60 anni, "mi pare una fuga in avanti nel senso che siamo sicuri che entro quella data abbiamo vaccinato tutti gli over 60 e i fragili? Aprire ora ai 40enni che si sono vaccinati molti ad agosto, quindi al primo dicembre non saranno passati ancora i sei mesi, non vorrei che finisse per creare la psicosi della  terza dose. Non sono così sicuro che i 40enni abbiano bisogno già a dicembre del richiamo, le priorità rimango gli over 60 e i fragili", ha ribadito ad Adnkronos. "Ora è importante fare una campagna nazionale di informazione sulla terza dose, molte posizioni diverse non aiutano", ha concluso.