Terza dose di vaccino Covid. Cosa sappiamo, efficacia, varianti: medici di base coinvolti

Molti esperti stanno avanzando la possibilità di un terzo richiamo in autunno legata alla diffusione delle varianti

Vaccini contro il Covid-19

Vaccini contro il Covid-19

Con una campagna vaccinale che viaggia a pieno ritmo (in Italia sono state superate le 30 milioni di somministrazioni con 10 milioni di persone che hanno ricevuto 2 dosi) si comincia a riflettere sulla necessità della terza dose. Una ulteriore copertura che potrebbe essere resa necessaria della diffusione delle varianti.

Vaccini ed efficacia sulle varianti

Il vaccino Pfizer-BioNTech è efficace contro la variante indiana B.1.617.2 ma la sua efficacia si è dimostrata "leggermente ridotta" rispetto alla variante che circola maggiormente in Francia, ossia quella britannica. E' quanto sostiene uno studio dell'Istituto francese Pasteur effettuato in collaborazione con gli ospedali di Orleans e di Strasburgo.  "La variante indiana, per quanto di nostra conoscenza, mostra una trasmissibilità più elevata rispetto a quella inglese però non sembra diminuire in maniera più sostanziale l'efficacia dei vaccini: due dosi di vaccino proteggono bene dalla variante indiana. Quello che forse può avere un effetto parziale maggiore è quella sudafricana che in Italia praticamente non sta circolando". Lo ha sottolineato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, in conferenza stampa sull'analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di Regia.

Vaccino: la prenotazione online regione per regione

Il virus muta

Quello che è ormai certo è che il nuovo Coronavirus muta con estrema rapidità. Questo rende necessaria una copertura vaccinale su scala mondiale che permetta di contenere il più possibile l'insorgenza di nuovi ceppi. Un'operazione non semplice per numeri e tempi. In ogni caso se per il momento i vaccini sembrano garantire una efficace copertura per le varianti ci sarà la possibilità di "tararli" in futuro per adeguarli alle varianti (un po' sul modello del vaccino antinfluenzale). Ciò comporterebbe la necessità di vaccinarsi ogni anno per immunizzarsi dalle varianti che potrebbero nascere anno dopo anno (molti studiosi ritengono che il Covid diventerà una malattia endemica). Ma se perderà efficacia (trasformandosi in un semplice raffreddore) o se evolverà verso forme più contagiose o aggressive nessuno è in grado di poterlo sapere in questa fase.

Speranza e la terza dose

"La terza dose di vaccino? In questo momento non abbiamo certezze ma i nostri ricercatori ci dicono che sarà molto probabile dover ricorrere a una terza dose come richiamo necessario ed eventualmente ci potranno essere anche modifiche dei vaccini per coprire le varianti. Dobbiamo passare da una fase di straordinarietà a una di ordinarietà nell'affrontare questa epidemia: va bene vaccinare in tutti gli spazi possibili e immaginabili, come le palestre, ma se penso a un tempo più lungo i luoghi preposti alla vaccinazione devono tornare ai loro scopi originari. I 40.000 medici di medicina generale possono essere la leva essenziale per gestire la fase ordinaria". Lo ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, a "Che Tempo Che Fa".

Prenotazioni senza fascia d'età

 "Dal 3 giugno non ci sono più vincoli anagrafici anche se è importante concludere la fascia over 60. La priorità assoluta resta coprire la fascia dai 60 anni in su. Se sarà necessaria una terza dose? Sì, sarà molto probabile ricorrere alla terza dose e probabilmente saranno necessarie delle modifiche ai vaccini per rispondere meglio alle varianti. Non dobbiamo avere fretta di levare la mascherina, facciamo un passo alla volta. Al chiuso ci servirà ancora un po' di tempo, qualche mese. All'aperto la leveremo prima. Gestiamo i passaggi con cautela, non rimuoviamo mai che c'è stata un'epidemia e il prezzo salato che abbiamo pagato. Facciamo ripartire le attività, ma in questa fase di transizione usiamo la mascherina. La leveremo quando ce la diranno i nostri scienziati e virologi, non dobbiamo avere fretta. Basta guardare che grazie alla mascherina l'influenza quest'anno in Italia non c'è stata". Lo ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza "I nostri tecnici ci hanno sempre detto che con numeri bassi, come quelli di adesso, possiamo gestire il tracciamento. Oltre a tracciare, dobbiamo sequenziare perche' questo ci permette di capire come cambia il virus e come ci possiamo adattare. La variante inglese è di gran lunga più presente in Italia, quella brasiliana è al 7% e poi all'1% quella indiana. Agli italiani dico che sono fiducioso, guardo con fiducia ragionata alle prossime settimane".

L'immunità di gregge

"La percentuale di persone da proteggere" per arrivare alla cosiddetta immunità di gregge "non è la stessa per tutti i vaccini contro le diverse malattie - è la prima osservazione del farmacologo - Se per esempio Covid fosse come il morbillo, avremmo bisogno del 95% di protezione e a settembre non ci arriveremmo sicuramente".  Insomma, inutile azzardare ipotesi. La strada da seguire è concreta ed è sempre la stessa: "Quante più persone vacciniamo, tanto meglio - ribadisce Garattini - e tanto più restringiamo il numero di persone nelle quali il virus può attecchire". Quindi adesso, dopo il via libera dell'Agenzia europea del farmaco Ema, "dobbiamo vaccinare anche i ragazzi" dai 12 ai 15 anni, "e si stanno facendo studi per vaccinare i bimbi già dopo i 6 mesi, anche se ci vorrà ancora del tempo".  Lo scienziato, poi, prospetta appunto "due problemi: il primo è che ci siano troppe persone che non vogliono vaccinarsi" - ma "quante sono ancora non lo sappiamo e in questo senso è prematuro pensare a un obbligo" - oppure altri "che magari, una volta fatta la prima dose, non vogliono fare la seconda". Il secondo problema è che, "non vaccinandosi le persone nei Paesi a basso reddito dove quindi il virus continua a circolare, nuove varianti si sviluppino" e in un mondo globalizzato ci raggiungano. "E di varianti meno sensibili ai vaccini ne abbiamo già qualcuna", ricorda Garattini che conclude ribadendo un altro 'must': "Quello che dobbiamo fare è fabbricare vaccini qui da noi. Perché se dobbiamo cambiarli perché ci sono nuove varianti, e se dobbiamo fare una terza dose perché magari la protezione non dura a sufficienza - ammonisce - non possiamo continuare ad aspettare di ricevere vaccini dagli altri".

Vaccino ai dodicenni

Tra una settimana chiunque, dai dodicenni in su, potrà vaccinarsi. Il generale Figliuolo è pronto a sbloccare il Piano per gli adolescenti e ad archiviare definitivamente il sistema delle fasce d'età, in parte già violato dagli Open day di varie Regioni. Con l'inizio dalla campagna di massa il 3 giugno, che sarà annunciata a breve da una circolare del Commissario per l'Emergenza, partiranno anche le somministrazioni in diverse aziende e per il siero ai ragazzi è atteso lunedì l'ok dell'Aifa, dopo il sì già annunciato dall'Agenzia europea del farmaco (Ema) in queste ore. «Avevo già inserito gli adolescenti nel Piano presentato a marzo che - spiega Figliuolo durante la sua visita in Umbria - include anche la classe che va dai 12 a 15 anni»: una popolazione di circa 2 milioni e 300 mila giovani. Per loro è prevista l'iniezione di Pfizer e al momento dagli uffici del Commissario non verrà indicato un canale preferenziale su questa fascia, anche se le singole regioni potranno scegliere di organizzare le inoculazioni attraverso gli hub, le farmacie, i pediatri o i medici di famiglia. «Si tratta di una novità importante, pensando anche alla riapertura delle scuole a settembre», secondo il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Le parole di Burioni

Intanto il virologo Roberto Burioni, fra i più convinti sostenitori della necessità della copertura vaccinale si è espresso sulla terza done. "Non abbiamo ancora certezze. Per ora sappiamo che le due dosi previste per alcuni vaccini conprono dalle varianti. La necessità di una terza dose per ora è stata espressa in un documento di Moderna destinato ai propri azionisti". Ha spiegato Burioni in Tv lasciando intendere che per ora la terza dose sembra più una necessità commerciale perché "è normale che chi produce i vaccini li voglia vendere".

Le vaccinazioni in Italia

Raggiunge quota 33.770.194 il numero delle dosi di vaccino somministrate in Italia, secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute e aggiornati alle 17.06 di oggi, sabato 29 maggio 2021. Vaccino inoculato a 18.728.679 donne e 15.041.515 uomini. Il totale delle persone vaccinate (che hanno completato il ciclo vaccinale), invece, è di 11.596.495 pari al 19,57% della popolazione. La fascia d'età che ha avuto il maggior numero di somministrazioni e' la 60-69 con 6.996.229, seguita dalla 70-79 con 6.845.681 e dalla 80-89 con 6.369.708. Le regioni con la percentuale maggiore di somministrazioni rispetto alla dotazione sono Umbria (97%), Puglia (96,9%), Lombardia (96,6%) quella con la minore percentuale è la Sardegna.

Il caso inghilterra

Uno specchio di quello che potrebbe accadere è rappresentato dalla Gran Bretagna. Qui però occorre tenere in considerazione che il Regno Unito ha seguito una strategia vaccinale differente vaccinando il maggior numero di persone con la prima dose, rinviando i richiami. Ciò per ottenere una maggior copertura vaccinale (seppur parziale) della popolazione. Ora però la variante indiana si starebbe diffondendo in Gran Bretagna proprio a causa di questa ridotta copertura totale. Numeri ancora da definire perché se è vero che aumentano i contagi bisognerà capire il livello di gravità: cioè quanti finiranno in ospedale e quanti con forme gravi (terapie intensive). Intanto il governo britannico satarebbe ripensando al programma di riaperture, mentre diversi paesi europei (fra cui Francia e Germania) hanno imposto la quarantena da chi viene dalla Gran Bretagna.