Terapie intensive, superata la prima soglia critica. Zona arancione "dietro l'angolo"

Per la prima volta i governatori Zaia e Toti hanno parlato di questa eventualità se i numeri cresceranno ancora

Roma, 25 dicembre 2021 - Questa settimana, a livello nazionale, "è stata superata la prima soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva". E' quanto si legge nel verbale del 24 dicembre della Cabina di regia, citato nell'ordinanza del ministero della Salute su "Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 nelle Regioni Calabria e Friuli-Venezia Giulia".

Qual è la soglia critica

La prima soglia critica per le terapie intensive è fissata al 10% di occupazione (mentre è il 15% quella dei reparti ordinari).

Rt superiore a 2

Nel verbale della Cabina di regia citato nell'ordinanza pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale, si legge inoltre che "da nove settimane l'Italia si trova in una fase epidemica acuta caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus SARS CoV-2 nella maggior parte del paese: quasi tutte le Regioni italiane nella settimana di monitoraggio si collocano in uno scenario di trasmissione pari o superiore a 2 e l'aumento dell'incidenza settimanale a livello nazionale ha superato la soglia di 250 casi per 100 mila abitanti.

I bambini i più contagiati

Si assiste an un aumento costante, rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione, in particolare nella popolazione in età pediatrica (393 casi per 100 mila abitanti nella fascia di eta' 0-9 anni e 404 casi per 10o mila abitanti nella fascia di eta' 10-19 anni)".

I nonni meno esposti al contagio

Secondo il verbale, "l'incidenza piu' bassa si rileva nelle fasce di eta' superiori agli 80 anni (101 nella fascia di eta' 80-89 e 116 nei soggetti di eta' piu' avanzata) che presentano anche una maggiore copertura vaccinale sia con ciclo completo che con dose di richiamo. La trasmissibilita' sui casi ospedalizzati si mantiene al di sopra della soglia epidemica con conseguente aumento nei tassi di occupazione dei posti letto sia in area medica che in terapia intensiva. Questa settimana - prosegue ancora il verbale della Cabina di regia - a livello nazionale è stata superata la prima soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva". 

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Rischio Zona arancione

Intanto aumentano le regioni in difficoltà e persino tutta l'Italia rischia di tingersi tutta in arancione. Non da lunedì 27 dicembre, ma da gennaio (il 3 o il 10) potremmo assistere a uno o più passaggi in fascia intermedia di rischio. Anche se il vero impatto delle feste su contagi e ospedalizzazioni lo si vedrà probabilmente al rientro dalle ferie, dal 10 gennaio in poi.  Così, dopo il ritorno in zona gialla di Friuli-Venezia e Giulia, Alto Adige, Trentino, Calabria, Veneto, Liguria e Marche spuntano ora le prime regioni che rischiano di entrare nella zona arancione. Mentre, alcune aree che sono ancora in zona bianca potrebbero entrare in quella gialla già entro Capodanno. Vediamo tutto nel dettaglio.

I governatori di Liguria, Giovanni Toti, e Veneto, Luca Zaia nelle ultime ore hanno espresso la preoccupazione per una "zona arancione dietro l'angolo" se i numeri continueranno ad aumentare con questa progressione.

C'è "un forte di incremento della circolazione del virus" ribadisce il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro. In crescita anche le ospedalizzazioni: il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 10,7% contro il 9,6% del 13 dicembre e quello dei posti letto nei reparti ordinari sale al 13,9% contro il 12,1% dell'ultima rilevazione.

Gianni Rezza

"Data la circolazione della variante Omicron molto trasmissibile - è l'invito del direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza - bisogna mantenere tutte le misure di precauzione individuale soprattutto in questo periodo festivo ed accelerare il richiamo". L'aumento fuori controllo dei casi si rifletterà anche sui colori delle Regioni: dopo Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Marche, Calabria, provincia di Bolzano e provincia di Trento, che passeranno il Natale e l'ultimo dell'anno in giallo, il nuovo anno inizierà probabilmente con un cambio di colore per Piemonte - che ha già tutti i parametri per quella fascia - Emilia Romagna, Lazio e Lombardia, che hanno ancora sotto la soglia del 15% i ricoveri nei reparti ordinari, e la Sicilia, che ha invece l'occupazione delle terapie intensive di poco sotto il 10%. Per cercare di contenere la corsa del virus, l'arma migliore resta il vaccino. Per questo il ministero della Salute ha emanato una nuova circolare per accelerare sulle somministrazioni: si prevede l'anticipo del booster da 5 a 4 mesi, «alla luce delle attuali evidenze sull'impatto epidemiologico correlato alla maggiore diffusione della variante Omicron», e la possibilità di fare la terza dose anche per i 16-17enni. A partire dal 27 dicembre, dunque, potrà essere somministrato il booster sia ai ragazzi di 16 e 17 anni sia a quelli con elevata fragilità tra i 12 e i 15 anni. Una decisione che arriva dopo il parere della commissione tecnica dell'Aifa e che anticipa l'Ema, che non si è ancora pronunciata su questo punto.

«Al momento per queste categorie sarà possibile utilizzare solo il vaccino Pfizer, secondo le tempistiche e le modalità già raccomandate» dice il Commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo che sta anche mettendo in piedi tutta la macchina organizzativa per anticipare a 4 mesi il booster «dando la priorità alle persone anziani e fragili». Ma in una nota allegata alla circolare e firmata dal direttore dell'Aifa NIcola Magrini, dal presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli e dallo stesso Brusaferro si ricorda anche come oltre al booster sia una «assoluta priorità» quella di «mettere in massima protezione con tempestività tutti coloro che non hanno ancora iniziato il ciclo vaccinale primario».

I No vax per fascia d'età

In base all'ultimo report del governo aggiornato alla vigilia di Natale, sono 5,6 milioni. In termini assoluti, il numero più alto di no vax è tra i 40-49 anni (1.221.454) e tra i 50-59 anni (1.038.570); in termini percentuali è invece tra i 12-19enni: il 18,47%, che corrisponde a 854.716 persone su una platea di 4.627.514.

L'EFFICACIA DEI VACCINI NEL PREVENIRE FORME GRAVI