Eunice, morti e migliaia di persone isolate. La tempesta più forte degli ultimi 30 anni

Pioggia e vento oltre i 150 chilometri orari stanno devastando il nord Europa

Londra, 18 febbraio 2022 - Persone barricate nella case a milioni, caos, danni, e un numero di vittime che continua a crescere man mano che arrivano gli aggiornamenti dai servizi di soccorso. Sono gli effetti del passaggio di Eunice, tempesta annunciata abbattutasi nelle scorse ore con venti record in particolare sulle isole britanniche, senza fare sconti a una metropoli delle dimensioni di Londra: coinvolta per la prima volta dal pericolo mortale suggellato dall'allarme rosso da quando l'attuale sistema di preavviso fu introdotto nel Regno Unito dal Met Office 11 anni fa.

Raffiche oltre 150 chilometri orari

Le raffiche hanno superato le 90 miglia (quasi 150 chilometri) all'ora sulle coste sud-occidentali fra Cornovaglia e Galles, con punte vicine ai 200 sull'isola di Wight (picco assoluto in Inghilterra dacché esistono gli strumenti di calcolo oggi disponibili). Oltre a investire la capitale con folate a quota 115-120 Km/h, nonché il nord della Francia e altri Paesi dell'Europa centro-settentrionale poco sopra i 100.

I morti

Una bufera in piena regola, accompagnata da scrosci di pioggia intermittenti e costata la vita finora ad almeno 3 persone nel Regno (una donna a Londra, dove un uomo ha riportato ferite gravi), un cinquantenne vicino a Liverpool e un giovane nella contea dell'Hampshire; nonché a un uomo in Irlanda, a 130 chilometri da Dublino, a 2 individui in Olanda e a un anziano cittadino britannico nel Belgio: tutti colpiti da detriti o da alberi sradicati dalla furia degli elementi.

La PIù violenta da 30 anni

Anticipata dai meteorologi sin dalla vigilia come la più minacciosa perturbazione degli ultimi tre decenni oltre Manica, Eunice - piombata dall'Atlantico a ruota del gemello Dudley, che nei giorni scorsi aveva privato dell'elettricità migliaia d'abitazioni nelle aree più a nord dell'isola, provocando 5 morti tra Germania e Polonia - ha lasciato dietro di sé una scia pesante: impattando in primis sui trasporti, con circa 500 voli cancellati nei soli aeroporti inglesi (20% del totale a Heathrow, il maggiore degli scali londinesi) e centinaia di altri costretti a subire ritardi o ad azzardare manovre d'atterraggio mozzafiato ripetute; e contraccolpi pure nelle ferrovie (i treni locali sono stati tenuti fermi totalmente in Galles) o sulla circolazione stradale. Mentre il porto di Dover, terminal cruciale per merci e traghetti passeggeri in arrivo dalla Francia attraverso il Canale, ha sospeso le attività per qualche ora come misura cautelare prima che l'allarme iniziasse lentamente a scemare nel pomeriggio.

Devastazione

Lo scenario che rimane è intanto quello di edifici devastati qua e là, di strutture non permanenti fatte letteralmente volare via dal vento e di tetti scoperchiati: compresa parte della copertura della celebre O2 Arena, a Londra, dove i centralini di polizia e vigili del fuoco sono stati intasati di chiamate e richieste di soccorso per ore. Tanto da innescare l'allerta del «major incident», l'emergenza grave. Gli appelli quasi ossessivi alla prudenza, e a non uscire di casa se non per ragioni strettamente necessarie (riecheggiati in mattinata via Twitter dal primo ministro Boris Johnson in persona e dal sindaco di Londra, Sadiq Khan), sembrano del resto aver se non altro limitato le conseguenze per la gente. Mentre a contenere relativamente le ricadute del disastro ha contribuito pure la chiusura precauzionale - decisa da autorità locali e servizi di emergenza, prima d'essere sanzionata in ben due riunioni preventive ad hoc tenute ieri dal comitato nazionale governativo Cobra - di luoghi pubblici o attrazioni turistiche di grido: come ad esempio i Kew Gardens, orto botanico simbolo della capitale britannica, o il London Eye, la maestosa ruota panoramica che si affaccia sul Tamigi. In attesa che sia il bilancio completo e definitivo dei prossimi giorni a dire l'ultima parola