Telefonate promozionali senza il permesso degli utenti: maximulta a Fastweb

L'azienda, secondo il Garante della privacy, "avebbe trattato in modo illecito i dati personali di milioni di utenti a fini di telemarketing"

Operatrici di  telemarketing allavoro

Operatrici di telemarketing allavoro

Maxi multa  di oltre 4 milioni e 500mila euro dal Garante per la privacy a Fastweb  "per aver trattato in modo illecito i dati personali di milioni di utenti a fini di telemarketing" . Il provvedimento nei confronti di Fastweb segue quelli simili già adottati nei confronti di Eni Gas e Luce, Tim, Wind Tre, Iliad Italia e Vodafone, che hanno comportato l`applicazione di sanzioni per un importo complessivo di circa 70 milioni di euro. 

E' l'esito finale di una complessa attività istruttoria avviata a seguito di centinaia di segnalazioni e reclami di utenti che, tra il 2018 e il 2020,  lamentavano continue telefonate promozionali di servizi di telefonia e internet offerti da Fastweb effettuate senza il loro consenso". 

Gli accertamenti svolti dall`Autorità "hanno evidenziato importanti criticità "di sistema", riconducibili al complesso dei trattamenti effettuati da Fastweb nei confronti sia dell`intera base clienti della società, sia del più ampio ambito di potenziali utenti del settore delle comunicazioni elettroniche".  Nel corso dell`istruttoria "è emerso un allarmante ricorso all`utilizzo di numerazioni fittizie o non censite nel Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc).

Tale fenomeno, come già evidenziato dall`Autorità, sembra essere riconducibile ad un "sottobosco" di call-center abusivi che effettuano le attività di telemarketing in totale spregio delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali. Ulteriori profili di violazione hanno riguardato la corretta gestione delle liste dei contatti, fornite a Fastweb da partner esterni, senza che questi ultimi avessero acquisito il consenso libero, specifico e informato degli utenti alla comunicazione dei propri dati".

 "Inadeguate - secondo il Garante - sono risultate anche le misure di sicurezza dei sistemi di gestione della clientela. L`Autorità aveva infatti ricevuto numerose segnalazioni che riferivano di indebiti contatti da parte di sedicenti operatori Fastweb che cercavano di acquisire, tramite Whatsapp, i documenti di identità dei contraenti, probabilmente con finalità di spamming, phishing e per la realizzazione di altre attività fraudolente. Altre criticità sono state rilevate dal Garante nell`attività promozionale svolta da Fastweb in partnership con un altro soggetto per aver usato liste di clienti fornite da quest`ultimo senza consenso all`attività di marketing. Altre violazioni hanno riguardato procedure adottate per il servizio "Call me back" che hanno impedito agli utenti di prestare un consenso libero, specifico e informato e di disattivare il servizio in modalità automatizzata". 

L`Autorità "ha quindi ordinato a Fastweb di adeguare i trattamenti in materia di telemarketing in modo da prevedere e comprovare che l`attivazione di offerte e servizi e la registrazione di contratti avvenga solo a seguito chiamate effettuate dalla rete di vendita attraverso numerazioni telefoniche censite e iscritte al Roc. La società, inoltre, dovrà irrobustire le misure di sicurezza per impedire accessi abusivi ai propri database".  Fastweb infine "non potrà più utilizzare i dati contenuti nelle liste anagrafiche fornite da partner terzi, senza che questi ultimi abbiano acquisito un consenso specifico, libero e informato dagli interessati alla comunicazione a terzi dei propri dati". 

 

La risposta di Fastweb

"Fastweb - spiega in una nota la società -  considera la protezione dei dati e la tutela della privacy dei propri clienti una priorità e a tal fine ha cooperato con il Garante nel corso dell'istruttoria per individuare gli strumenti più idonei a garantire che i fenomeni descritti e relativi al periodo dal dicembre 2018 al febbraio 2020 non possano più verificarsi". "Come riconosciuto dal Garante, l'azienda ha avviato immediatamente, a partire da febbraio 2020, un programma di azioni mirato in tal senso, attraverso la progressiva dismissione delle attività di telemarketing che non presentano requisiti di affidabilità, il rafforzamento delle misure di sicurezza per l'accesso ai database aziendali e l'adozione di misure di controllo piu' stringenti sulla rete di vendita".