Teatro, la stagione dei tagli: "Sfoltiremo il programma Capitali della Cultura 2023"

Dalla Scala al Piccolo di Milano, la Regione dà una sforbiciata ai contributi pubblici. Da Brescia l’allarme del Ctb: "Ormai siamo a fine anno, il bilancio è fatto. Scriverò al Pirellone"

Il Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala

Acque agitate per i teatri lombardi. Lunedì dalla Regione è arrivato il provvedimento con il taglio rispetto alle cifre inserite alla voce “contributo regionale“ dai Cda e dalle assemblee dei fondatori nei bilanci preventivi del 2022. La lista della scure (a cui, per Milano, si aggiungono quelli del Comune) vede un -45% alla “Scala“, che passa da 3.308.000 a 1.838.600; -55% al “Picco Teatro“ di Milano, che va da 1.891.000 a 850.950; sforbiciata del 55% anche al Centro teatrale bresciano, che riceverà 90.000 euro invece dei 200mila preventivati; il contributo per “Pomeriggi musicali“ passa da 750mila a 650mila (-10%); un 10% in meno sarà destinato anche al “Grande“ di Brescia, che in cassa avrà dal Pirellone 108mila euro invece dei 120mila previsti. Infine, per l’accademia Scala il calo è dell’8%, che si tradurrà in un contributo di 92mila euro invece che di 100mila. 

Una sforbiciata ai contributi regionali era nell’aria, ma l’entità è stata una sorpresa. "Ci aspettavamo un taglio lineare, invece abbiamo dovuto constatare che è stata penalizzata la prosa. Se dovesse essere confermato per il 2023, dovremo rivedere il programma per Bergamo Brescia Capitale della Cultura". Non usa giri di parole Gian Mario Bandera, direttore del Centro Teatrale Bresciano, realtà nata nel 1974 per iniziativa del Comune e della Provincia di Brescia a cui poi nel 1991 si è affiancata la Regione. Dal 1994 è riconosciuto come Teatro Stabile di prosa a gestione pubblica. Nel complesso, il bilancio del Ctb ammonta a circa 4,5 milioni di euro, di cui circa 1,5 milioni per il personale. Le entrate arrivano per un 40% dagli enti pubblici (Ministero, Regione, Provincia e Comune), mentre il 60% è coperto dalla bigliettazione: una proporzione virtuosa, frutto di un buon rapporto costruito e consolidato con il pubblico. Ora, però, c’è da affrontare il taglio previsto dal Pirellone per il Ctb è di 110mila euro: rispetto ai 200mila euro già messi a preventivo per il 2022, arriveranno solo 90mila euro, il 55% in meno.

A sorprendere è stata l’entità del taglio. "Erano stati ventilati dei tagli lineari – spiega Bandera – invece abbiamo riscontrato che è avvenuto tutt’altro. Noi siamo stati particolarmente penalizzati, come il ‘Piccolo’ di Milano. Questa riduzione improvvisa ed inaspettata ci lascia sconcertati: vorremmo capirne le motivazioni". Il direttore del Ctb sta già preparando una lettera, che sarà spedita entro domani alla Regione, per richiedere un incontro, con l’obiettivo di fare chiarezza sulla genesi di questa scelta da parte del Pirellone. "Il problema è che siamo ormai a fine novembre – sottolinea Bandera – per cui non abbiamo più neanche troppi margini per agire sul bilancio".

A Milano, complici anche i tagli del Comune, la revisione dei contributi ha portato alla protesta dei lavoratori, sfociata nello sciopero di ieri: nell’assemblea generale della ‘Scala’ è stato dato mandato ai sindacati di proclamare un altro sciopero nel mese di dicembre. A Brescia, per ora non ci sono state manifestazioni analoghe, ma presto potrebbe esserci una svolta. Per martedì sera è stata, infatti, indetta un’assemblea dei lavoratori del Centro teatrale bresciano, attorno a cui ruotano una ventina di persone con contratti a tempo indeterminato più 100/120 persone scritturate a stagione. L’appuntamento è nella sede della Camera del Lavoro dove, come confermato da Marco Drera, segretario generale Fp Cgil Brescia, si farà il punto della situazione (anche alla luce di eventuali chiarimenti che potranno arrivare dalla Regione o di possibili future integrazioni di risorse) e si valuterà il da farsi. "La preoccupazione non è solo sul reintegro del 2022 – aggiunge Bandera – ma anche sul 2023. Se sarà confermato questo taglio, dovremo rivedere le attività previste per Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Spiace che siano stati fatti questi tagli senza tenere in considerazione questo importante appuntamento, che ha valenza non solo per le città coinvolte, ma per tutto il territorio".

Più serena la posizione dell’altro teatro bresciano, il ‘Grande’, che subisce un taglio del 10% rispetto a quanto preventivato per il 2022. "A nessuno fa piacere, soprattutto perché è una riduzione che arriva a fine anno – spiega Umberto Angelini, sovrintendente Fondazione Teatro Grande -. Tutti speravamo che non ci fosse alcuna decurtazione, ma così non è stato. Per quanto ci riguarda, parliamo di un taglio contenuto, un -10% che è ragionevole rispetto a riduzioni previste per altri teatri che, d’altro canto, hanno anche contributi superiori ai nostri. Quello che possiamo dire è che questo taglio non mette a rischio la sostenibilità del nostro bilancio".