E' morto Tarcisio Burgnich, la "roccia" della Grande Inter

Con i nerazzurri di Herrera ha vinto 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. L'addio commosso del club. Domani i funerali

Tarcisio Burgnich

Tarcisio Burgnich

Milano, 26 maggio - Lutto nel mondo del calcio. E' morto a 82 anni Tarcisio Burgnich, scomparso nella notte dopo una lunga malattia. Burgnich soprannominato "Roccia" per la sua prestanza fisica e considerato un modello per le sue doti di serietà e correttezza è stato difensore, tra le altre, di Inter e Napoli, nonché campione d'Europa con l'Italia nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. I funerali si terranno giovedì 27 pomeriggio, alle 14.30, presso la chiesa di San Giovanni Bosco nel quartiere Marco Polo di Viareggio.

Chi è

Giocò come terzino destro, stopper e libero. Per il suo vigore agonistico Armando Picchi, compagno di reparto nell'Inter e in nazionale, lo chiamò Roccia, e quel nomignolo lo accompagnò nella lunga carriera. Infaticabile marcatore, soleva prendere in custodia l'attaccante avversario più temibile. Sempre concentrato e pronto nell'anticipo. A lui si sono ispirati futuri specialisti della marcatura a uomo come Claudio Gentile e Pietro Vierchowod.

Ha vinto tutto in carriera

Ha vinto tanto nella lunga carriera sui campi da calcio, dallo scudetto con la Juve nel 1961, fino alle vittorie nella Grande Inter di Helenio Herrera, dove ha portato a casa 4 scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Vanta 66 presenze e due reti in Nazionale, dal 1963 al 1974. Il debutto il 10 novembre 1963 nella gara di ritorno valevole per la Coppa Europa contro la nazionale sovietica.  Al Mondiale 1970 in Messico realizza il suo secondo gol con gli Azzurri, il momentaneo pareggio per 2-2 della semifinale Italia-Germania Ovest (4-3, la "Partita del secolo"). Per la gara disputata, Gianni Brera gli diede un 9+ nella pagella calciatori. In finale viene sovrastato nello stacco da Pelé che realizza il gol del momentaneo 1-0 nella partita vinta dal  Brasile per 4-1. Il 13 gennaio 1973 scende in campo da capitano degli Azzurri nella gara contro la Turchia valida per le qualificazioni al campionato del mondo 1974. Lascia la Nazionale dopo la sconfitta contro la Polonia che valse l'eliminazione dell'Italia dal Mondiale.

Quando disse no alla panchina dell'Inter

Appese le scarpette al chiodo, ha iniziato la carriera di allenatore sedendo sulle panchine di Catanzaro, Bologna, Como, Livorno, Foggia, Lucchese, Cremonese, Genoa, Ternana, Salernitana, Pescara e L.R. Vicenza. L'esordio in panchina con il Livorno, dove subì una squalifica di sei mesi per alcune dichiarazioni sul Pisa. La sua seconda panchina lo vede in Calabria, dove iniziò la stagione di Serie A in maniera positiva, arrivando alla quinta giornata del girone d'andata in testa alla classifica. Nella stagione 1981-1982 è al Bologna, per la quale, avendo dato la sua parola è costretto a rifiutare la proposta di allenare l'Inter. Ma nemmeno questo è valso a salvare la sua panchina e concludere la stagione: fu esonerato il 15 marzo 1982 per contrasti con alcuni dirigenti della società, difeso solo dal presidente Fabbretti. Un periodo molto delicato e sofferto per Burgnich, che proprio durante questa stagione lanciò un giovanissimo Roberto Mancini, appena 17enne. Fu per tre periodi alla guida del Como, la prima volta dal 1982 al 1984, tornò la seconda volta nel 1988 e nel 1992-1993. Dopo aver lasciato il lavoro di allenatore è diventato osservatore dell'Inter. 

L'addio tributo dell'Inter a Burgnich

"Ci sono degli uomini che vorresti sempre avere al tuo fianco, dei calciatori che vorresti sempre nella tua squadra, delle leggende che vorresti facciano sempre parte della tua storia. Tarcisio Burgnich ha incarnato la forza e i valori del nostro Club e l’Inter ha avuto il privilegio di vederlo lottare per i propri colori: statuario, implacabile, umile e sempre leale". Inizia così il lungo messaggio tributo a Burgnich sul sito della società nerazzurra. "Entrato nella storia della Grande Inter - si prosegue l'addio del club - e nella memoria dei tifosi nerazzurri per la grande tempra ed il carattere che mostrava in campo, ha formato con Giacinto Facchetti una delle coppie di terzini più forti del mondo in quell’Inter dove la difesa era un punto fermo, forgiata dal mago Herrera con campioni preparati atleticamente e mentalmente per affrontare e fermare ogni tipo di avversario. 12 stagioni all’Inter, 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 6 gol e 467 partite a difendere i nostri colori, gara dopo gara, allenamento dopo allenamento. I ritiri, sempre al fianco dell'indimenticato Giacinto Facchetti: “Ho dormito più con lui che con mia moglie”, diceva sempre Burgnich. Ciao Tarcisio, sarai sempre la nostra “Roccia”.