Tangenti in Lombardia, Caianiello collabora e fa i nomi

Interrogatorio fiume per il presunto “burattinaio” delle mazzette

Tangenti in Lombardia

Tangenti in Lombardia

Milano, 5 settembre 2019 - Terzo giorno di interrogatorio per Gioacchino Caianiello l’influente ex esponente di Forza Italia a Varese, ritenuto dalla Procura di Milano il «burattinaio» di un vasto sistema di tangenti, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti alla politica in Lombardia. Anche ieri pomeriggio il pm Luigi Furno, tra i titolari dell’inchiesta della Dda che lo scorso maggio aveva portato a una raffica di arresti, si è recato nel carcere di Opera per interrogare l’ex coordinatore varesino di Fi assistito dall’avvocato Tiberio Massironi. E la seduta fiume di questi giorni non sarà conclusiva perché, come annunciato dalla procura, l’interrogatorio proseguirà ancora per un paio di settimane.

Caianiello, 20 chili in meno, ha cambiato completamente registro rispetto ai primi giorni, ha cominciato a collaborare fornendo elementi utili per allargare le indagini. Indagini che puntano non solo a ricostruire il sistema, ma a individuare dove siano finiti i soldi della corruzione e a far luce sull’esatto meccanismo architettato per finanziare il mondo politico. Il maxi interrogatorio, suddiviso in più puntate, potrebbe influire sulla posizione degli altri coindagati. Al termine Caianiello dovrebbe ottenere il consenso al patteggiamento, mentre per gli altri arrestati tra non molto dovrebbe arrivare la richiesta di giudizio immediato. Per ottenere il patteggiamento il «burattinaio» della politica lombarda dovrà però fornire elementi davvero utili alle indagini, dovrà cioè spiegare fino in fondo «come» e «a chi», in sostanza dovrà raccontare i retroscena e fare i nomi, eventualmente anche quelli «eccellenti».

Questo per la procura milanese è il cosisdetto «punto di non ritorno», cioè il momento esatto in cui Caianiello si renderà conto che non gli conviene affrontare un processo. Intanto, nell’inchiesta in cui i magistrati milanesi hanno chiesto alla Camera l’autorizzazione all’arresto del deputato FI Diego Sozzani, proseguono pure gli accertamenti degli investigatori della GdF su presunti «fondi neri nascosti eventualmente all’estero, e riconducibili al «grande manovratore», sempre Caianiello. E i pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri si apprestano anche a chiedere il processo con rito immediato, saltando la fase dell’udienza preliminare, per una decina di persone, tra cui l’ex consigliere comunale milanese ed ex vicecoordinatore lombardo di FI Pietro Tatarella. Gli inquirenti, poi, in uno stralcio dell’indagine che non riguarda accuse di corruzione, dovranno anche decidere se chiudere o meno le indagini, in vista di una richiesta di processo, a carico del governatore lombardo Attilio Fontana, accusato di abuso d’ufficio per un posto assegnato al suo ex socio di studio legale Luca Marsico al Nucleo valutazione degli investimenti in Regione.