Covid, le parafarmacie non possono fare i tamponi. "Colpa dell'arroganza di una lobby"

Il presidente della categoria: così si ignorano le esigenze dei tanti cittadini italiani che hanno bisogno di un test e si trovano a dover affrontare file di ore

Code per i tamponi

Code per i tamponi

Milano - A fine dicembre in Lombardia in soli sette giorni le farmacie hanno effettuato quasi un milione di tamponi Covid. E' vero, erano i giorni intorno alle feste e c'è stata una corsa forsennata al test per affrontare le reunion con amici e parenti con una certa sicurezza. Ma è un fatto che le farmacie sono diventate da tempo presidio fondamentale per chi ha bisogno di capire se è stato contagiato dal coronavirus. Ed è altrettanto un fatto che sia ormai un business che fa gola, visti gli incassi: sempre in Lombardia il prezzo medio per un tampone molecolare - il più affidabile - è di 79 euro, con un range compreso tra i 50 e i 120 euro. Per i rapidi ci sarebbero i prezzi calmierati (15 euro per gli adulti e i minori di 12 anni, 8 euro per i 12-18enni) ma non tutte le farmacie hanno aderito al protocollo. E comunque ci sono ore e ore di attesa da affrontare

Si capisce allora la rabbia delle parafarmacie, recentemente escluse dall'affare tamponi. Scrive Davide Giuseppe Gullotta, presidenza Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane: "La bocciatura dell'emendamento  Castaldi/De Petris su tamponi eseguibili in parafarmacia in prima commissione al Senato dimostra che anche in un periodo di crisi ed emergenza come quello che stiamo vivendo, il buon senso e la logica sono superati dall'arroganza di una lobby. Votare contro l'emendamento che avrebbe permesso di effettuare i tamponi nelle parafarmacie dimostra la miopia di quei partiti che hanno di fatto ignorato le esigenze dei tanti cittadini italiani che hanno bisogno di un tampone e si trovano a dover affrontare file di ore. Ci lasciano sgomenti le dichiarazioni della Senatrice di Italia Viva, Annamaria Parente, che motiva il suo voto contro l'emendamento dicendo che le parafarmacie: 'non fanno parte del servizio sanitario nazionale, se non pochissime, quindi non sono nelle piattaforme che gestiscono le tessere sanitarie'. Sarebbe quindi stato necessario, a suo avviso, 'creare un piattaforma parallela su dati sensibili' ma 'somministrare tamponi anti Covid non è come dare un'aspirina al banco'".

"Queste affermazioni dimostrano quanto la senatrice non conosca le parafarmacie o sia stata male informata. Le parafarmacie infatti fanno proprio parte del SSN perché ogni parafarmacia (e non solo alcune) ha un codice univoco di tracciabilità del farmaco (rilasciato dal Ministero della Salute), le parafarmacie inviano periodicamente al sistema TS i dati per il 730 precompilato, le parafarmacie inviano i dati degli scontrini parlanti all'Agenzia delle entrate e  le parafarmacie inviano i dati per le ricette elettroniche veterinarie anche di farmaci in triplice copia e non ripetibili (non dispensano solo banali aspirine come affermato dalla senatrice). Le dichiarazioni della senatrice se non fossero anche offensive sarebbero addirittura comiche per quanto sono errate. Ci chiediamo come un politico che ricopre incarichi così importanti possa ignorare e votare di conseguenza su questioni così importanti e che coinvolgono la salute di tanti cittadini". 

Ma cosa chiedevano gli emenedamenti al decreto sul Green pass che era in discussione in Senato? "La situazione dei tamponi in molte zone del Paese ha già superato il livello di guardia e si va aggravando rapidamente ovunque”. Da questa constatazione parte l’appello della capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris, e il senatore M5S Gianluca Castaldi, primi firmatari ciascuno di un emendamento che chiede di trovare il modo per consentire anche alle parafarmacie di fare i tamponi. "Non si deve sottoporre una popolazione già provata da due anni di pandemia all’obbligo di file interminabili. Non si può permettere che fiorisca la speculazione. Non si possono lasciare le persone in attesa di un tampone introvabile". Niente da fare, emendamento bocciato, parafarmacie a secco e cittadini in fila al freddo. 

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